Non solo castagne, ma anche molto altro. Aritzo, paesino della provincia di Nuoro ubicato ai piedi del Gennargentu, custodisce al proprio interno il Castello Arangino, edificio storico privato appartenuto all’omonima famiglia e situato lungo la via principale del paese. L’origine del “Castello” – così veniva chiamato dalle persone del posto – è circondata da un alone leggendario: si racconta, infatti, che durante un freddo inverno in paese, una donna avesse bisogno di nuova legna per potersi scaldare. Non trovandone, decise quindi di bruciare un mobile, per la precisione una vecchia cassa, all’interno della quale trovò un’ingente quantità di monete spagnole. Al netto di ciò, è storicamente certo che il complesso venne fatto erigere nel 1917 ad opera della famiglia Arangino, da cui l’architettura prese il nome.
Il cavalier Vincenzo Arangino, colui che decise di far costruire il Castello, era uno dei proprietari terrieri più ricchi della Sardegna: si dice che fosse talmente abbiente da passare la domenica a contare i soldi guadagnati durante la settimana. Verso la fine del XIX secolo, approfittando delle difficoltà causate dal fisco sabaudo a molte famiglie della zona, era riuscito ad acquistare da queste migliaia di ettari di terreno per poche lire. Oltre a possedere immense distese di campi e boschi, egli si arricchì anche attraverso le cosiddette “neviere”, ossia le miniere della neve, dalle quali essa veniva raccolta dai Niagros – i nevieri – con secchi e ceste, pressata nella neviera con apposite pale e ricoperta con felci, terra e paglia; una volta giunta l’estate, veniva raccolta sotto forma di blocchi di ghiaccio e trasportata presso tutte le feste paesane dell’isola, cosicché venisse impiegata per la produzione de “Sa Carapigna”, sorta di antenato del sorbetto al limone. Il monopolio del prodotto venne concesso, per oltre mezzo secolo, dai Savoia ad una società composta da 4 “printzipales” di Aritzo, tra cui figurava anche lo stesso cavaliere.
Durante il periodo fascista, quest’ultimo fu podestà di Aritzo e fece parte del Direttorio federale nuorese del Partito Nazionale Fascista (PNF). La famiglia Arangino si estinse nel 1954: circa 4 anni prima, il 15 gennaio 1590, Vincenzo e suo figlio caddero vittime di un agguato. Mentre si trovavano su un’auto di ritorno verso Aritzo, i due vennero attaccati da alcuni uomini armati di moschetto; dopo aver archiviato l’ipotesi di rapina, le autorità decretarono come unica pista possibile quella della vendetta.
Il Castello Arangino si presenta come un interessante esempio di castello medievale, con una struttura molto diffusa nelle abitazioni signorili del XIX e XX secolo. A pianta asimmetrica, l’edificio in pietra in stile neogotico è alleggerito grazie alle aperture e alla loggia, sostenuta sui lati da mensole e piccole colonne. L’ingresso dell’edificio –sulla cui parte destra svetta un elegante balcone con copertura tegolata – è sovrastato da un arco a sesto acuto e consente di accedere all’atrio scoperto. Quest’ultimo è delimitato da un cancello in ferro battuto realizzato da artigiani locali, dominato da una piccola tettoia in tegole – sorretta, a sua volta, da 2 colonnine decorative – ed arricchito da archi a sesto acuto con aperture rettangolari. Una volta entrati all’interno del cortile, una scalinata permette di entrare nel palazzo, sostenuto da archi a sesto acuto decorati da merlature alle estremità. Dentro la struttura, sono presenti decorazioni ornamentali a stucco e arredi di straordinaria ricchezza; in passato, il complesso ospitava anche un parco con vari esemplari botanici.
Data la sua grande rete di contatti e relazioni con la politica, la nobiltà e l’industria del cagliaritano e del sassarese, il cavalier Arangino sfruttò il Castello come luogo di villeggiatura per personalità influenti dell’isola, con lo scopo di dar vita a sodalizi in previsione di un potenziale tornaconto economico: ad esempio, nel 1929 arrivò a dare ospitalità al principe Umberto di Savoia e alla moglie Maria José del Belgio. Dopo la sua dipartita nel 1590 e l’estinzione dell’intera famiglia, l’edificio storico venne smembrato – conseguentemente a concessioni di suoi frazionamenti a privati – e venduto; ad oggi, di esso rimane ben poco e chi ha acquistato ha contribuito a peggiorare le cose, attraverso la costruzione di strutture in cemento a ridosso del Castello stesso.
Il Castello Arangino si trova lungo Corso Umberto, ad Aritzo (NU); poiché si tratta di una proprietà privata, è possibile ammirarlo solo dall’esterno.