Imponenti dune sabbiose, che insieme al mare verso cui convergono creano un luogo rilassante: identificabile con il lato occidentale del litorale affacciato sul Mar di Sardegna, la Costa Verde attira annualmente turisti incuriositi dalla bellezza soprattutto delle sue spiagge, da Piscinas a Torre dei Corsari fino ad arrivare a Pistis. Situato nel comune di Arbus (SU), proprio quest’ultimo tesoro marittimo è stato in passato scenario di una storia singolare, con protagonista l’ombra di un ginepro secolare divenuto “Sa Domu de su Poeta”.
Ambientata tra la vegetazione di Pistis, la storia legata a “Sa Domu de su Poeta” (La Casa del Poeta) evoca tanto interesse e curiosità, a partire dalla sua particolare denominazione. Sorta nel corso degli anni ‘60, essa infatti si lega alla figura e all’amore per la poesia di Tziu Efisiu Sanna, il quale da un ginepro secolare – sito tra il golfo di Pistis e Torre dei Corsari – riuscì a ricavare una vera e propria dimora, dove visse con la compagna Orlanda Sassu e che fu palcoscenico di una serie di vicissitudini.
Noto anche come “Albero del Poeta”, il ginepro sotto cui nacque la storia di Efisio e Orlanda rappresenta il vero protagonista di tutta la vicenda, in quanto la coppia decise di stabilirsi al suo interno per salvaguardarlo dall’abbattimento. Già da tempo abituati a passare tante ore all’ombra delle sue fronde, i due non avevano intenzione di perdere il luogo simbolico del loro amore, iniziato in età adulta e mai più finito. Fin dai primi incontri, infatti, essi si vedevano sempre sotto quell’albero, dove si dedicavano alla scrittura di poesie e versi in lingua in piena contemplazione della natura. L’atmosfera idilliaca di questo posto segreto e intimo fu però improvvisamente sconvolta, quando si venne a sapere che qualcuno aveva intenzione di tagliare l’albero e farne legna da ardere.
Una notizia che scosse i due al punto da convincerli nel 1969 a protestare e a stabilirsi all’interno dell’arbusto stesso. Servendosi di ciò che la natura circostante offriva e materiali condotti a riva dalla marea, la coppia creò una zona abitabile con pavimento roccioso, soffitto realizzato intrecciando rami di ginepro a elicriso – utilizzato anche per le finestre e gli archi – e poesie appese per la casa, scritte da Efisio per decorare e ricordare sempre il sentimento che lo univa alla sua Orlanda. Un progetto nobile, che per fortuna evitò al vecchio albero di fare una brutta fine.
Assai caratteristica, nel corso del tempo la “Casa del Poeta” iniziò a essere frequentata non solo da Efisio e Orlanda, ma divenne anche punto di ritrovo per chi dopo averne sentito parlare giungeva incuriosito per visitarla. Ormai sempre più nota alla comunità locale, la dimora accoglieva all’insegna del canto e della poesia, strumenti con i quali i due amanti si dilettavano con gli ospiti anche fino a tarda notte.
Ciononostante, anche per Tziu Efisiu e la compagna gli anni passarono, finché la vecchiaia non li costrinse ad abbandonare la casa e a tornarci sporadicamente. Tali difficoltà non impedirono però un ricco scambio epistolare con chi continuava a frequentare il ritrovo e si lasciava ispirare nella scrittura di versi da quell’ambiente così affascinante. Ricevendo lettere in versi e rispondendo a sua volta in rima, la coppia mantenne per qualche tempo un legame a distanza, venuto tuttavia a deteriorarsi con la scomparsa di Efisio e il conseguente stato di abbandono della casa stessa.
Dal potere attrattivo, la vicenda de “Sa Domu de su Poeta” lascia ancora oggi qualche interrogativo, tra cui per esempio quello relativo al tempo che Efisio e Orlanda passavano annualmente al suo interno, coincidente secondo alcuni solo ai mesi estivi. Al netto di tale informazione, è innegabile lo straordinario effetto scatenato dall’azione della coppia, che grazie alla propria determinazione riuscì a salvare un bene naturale storico ancora oggi liberamente visitabile. Un fatto che in qualche modo continua ad alimentare lo spirito creativo del posto ed evoca un profondo sentimento d’amore, aspetti che lo stesso Efisio, in punto di morte, sapeva di star lasciando come eredità inestimabile alla sua comunità.