IN COPERTINA
Le luci delle passerelle, il rumore delle macchine fotografiche, le sfilate, gli applausi, i viaggi nelle più grandi metropoli. Questo è nell’immaginario collettivo il mondo dorato dell’alta moda. Una realtà apparentemente da sogno dietro la quale, tuttavia, si nascondono lavoro, sacrifici e dove alla fine è il talento a premiare, perché avere un bell’aspetto non è tutto.
Lo sa bene Alessandro Chessa, 23 anni, di Sassari, stabilitosi da qualche anno a Milano per proseguire gli studi e dove ha iniziato a muovere i primi importanti passi nel mondo della moda fino a riuscire a costruire le basi per una promettente carriera.
“Ho vissuto a Sassari fino all’età di 19 anni e qui per tanti anni ho studiato danza e canto. Finito il Liceo artistico sono partito a Milano per frequentare l’università. Studio fashion design all’Istituto Europeo di Design. Mentre ero ancora in Sardegna mi avvicinai alla moda grazie ad un mio amico designer che mi chiese di sfilare per lui. A Milano invece dei colleghi dell’università mi chiesero di prendere parte a dei loro lavori scolastici, così iniziai a posare per alcuni servizi fotografici, non a pagamento”.
MAESTRODASCIA
C’era una volta, in un paese lontano lontano, un baloccaio, dagli occhi di fuoco e dai capelli fluenti; Maestrodascia era chiamato, e tutto il giorno stava a segar legno, a carteggiare, a pitturare.
Che cosa? Vi chiederete. I sogni dei bambini, rispondo io.
Messa così sembra proprio una fiaba. Invece è la realtà di Federico Coni, falegname artistico di Ales, vero e proprio “pinocchiofilo” che ha fatto di fantasia e manualità la sua carta vincente.
Arricciandosi i baffi, ci regala la sua storia: “Federico. Baloccaio. Maestrodascia. Lavoro di manualità, studio e creatività. La mia storia si può leggere nelle venature del legno”.
SU KOKKO
Leggende, superstizioni e riti scaramantici hanno caratterizzato nel corso dei secoli la Sardegna e le sue tradizioni popolari. Il ricorso all’utilizzo di vari amuleti portafortuna o per scacciare le maledizioni è stato da sempre molto frequente. Tra questi, il più famoso è sicuramente su Kokko, gioiello tipico della tradizione sarda, tanto antico quanto moderno e attuale.
Nelle varie parti dell’Isola viene variamente denominato, “Kokko”, “Sabegia”, “Pinnadellu”, ma la sua composizione non differisce, trattandosi in tutti i casi di una pietra nera, solitamente in giaietto o onice nera, di forma sferica, che viene incastonata tra due coppette in argento.
ORTO DEI CAPPUCCINI
Un piccolo polmone verde da ammirare nel cuore della città di Cagliari, precisamente in Viale Luigi Merello. È lungo questa elegante strada alberata che si trova infatti l’Orto dei Cappuccini, un parco dove la quiete e il contatto diretto con la natura diventano un tutt’uno con il patrimonio storico che racchiude questo luogo magico e quelli che lo circondano, dall’Anfiteatro Romano al Convento dei Frati Cappuccini.
Nel 1595 i Frati Cappuccini fondarono il loro primo convento in Sardegna, stabilendosi proprio nella collina situata ad ovest delle rovine dell’Anfiteatro Romano. Questo convento comprendeva decine di celle per i religiosi, le cucine, un lanificio, un’infermeria e un terreno circostante molto ampio che i frati decisero di trasformare in un orto, che da essi prese il nome, dedicato soprattutto alla coltura delle piante officinali.
ed inoltre
Parco Sardegna in Miniatura: alla scoperta della nostra Isola in scala ridotta;
Evoluzione di un incendio: dal fuoco alla ripresa;
Maria Vincenza Cabizza. La compositrice divergente convince la Biennale di Venezia;
La cristalloterapia: guarire con le pietre sfruttando l’energia;
Dark Tourism: il fenomeno della morte come attrazione. Auschwitz, Chernobyl, la villetta di Cogne, il Mottarone: sono luoghi che parlano di morte, ma che attirano tanti visitatori;
Imprenditore non sei solo: in Sardegna la onlus che fornisce supporto e formazione gratuita agli imprenditori in difficoltà;
“Vabbè. Mi sono fatta di peggio”: disavventure amorose ai tempi dei social, la raccolta di aneddoti curata da Laura Scaini e Giulia Nardo;
Il dentista risponde: sino a che età si possono raddrizzare i denti “storti”?