Disteso nella piana attraversata dal fiume Cixerri, Villaspeciosa (SU) è un comune dove più di 2500 abitanti possono vantare aree verdi con lecci e macchia mediterranea, nonché piatti prelibati come l’inimitabile “frègua groga”, ossia la fregola con zafferano. Un quadro territoriale già abbastanza ricco, ma che raggiunge un ulteriore completamento grazie alla presenza di luoghi di pregnanza storico-religiosa, come la chiesa romanica di San Platano.
Situata in un parco nella periferia di Villaspeciosa, la chiesa romanica di San Platano vide la luce nel 1141 d.C. grazie alla volontà della Congregazione di San Vittore di Marsiglia, da tempo destinataria di donazioni provenienti proprio dalla Sardegna. A partire dal 1089 d.C. essa divenne infatti custode di vari tesori, tra cui spiccava anche un certo santuario “sancti Platani” (di San Platano) divenuto poi punto di partenza per l’edificazione della chiesa. Da tale nucleo sorse un complesso ben più articolato, dedicato al Santo africano che secondo i tradizionali canti liturgici sardi – detti “goccius” – era il fratello del patrono dell’isola, ossia Sant’Antioco.
Nata da pietra calcarea, la chiesa di San Platano porta ancora oggi visibili le volontà dei monaci francesi, a partire dalla decisione di utilizzare materiali di reimpiego provenienti dal vicino sito romano di San Cromazio. Scoperto fortuitamente nel 1973 e ad oggi area archeologica, esso possiede a sua volta una preziosa storia riemersa dal ritrovamento di monili, tombe, lucerne e meravigliosi mosaici, tra i quali è possibile osservare anche l’esemplare più vasto di tutta la Sardegna. Costituito da molteplici cromie per un’ampiezza di 160 metri quadrati, si ritiene che quest’ultimo fosse in passato adibito a pavimento di una chiesa, costruita nel IV d.C. su resti di uno spazio termale di 2 secoli prima e contenente numerosi riferimenti al cristianesimo, come la spiga di miglio e il vaso con vino detto “Kantharos”.
Una vocazione religiosa presente anche nella chiesa di San Platano, formata da blocchi calcarei chiari e alcuni più scuri derivanti proprio da San Cromazio. Dalla suggestiva unione nasce una conformazione architettonica particolare, con planimetria a due corpi (detti “navate”) dotati ciascuno di chiusura circolare o “abside” e copertura lignea, aggiunta successivamente dopo un crollo avvenuto nel XIV secolo d.C. Ancora adesso visibile, quest’ultima si distende su una zona interna di forma rettangolare, con le navate divise da arcate sorrette da colonne anch’esse di reimpiego e dal richiamo classicheggiante. Nel variegato insieme non possono mancare dettagli riscontrabili in entrambi i corpi chiesastici, custodi rispettivamente dell’altare e di sculture raffiguranti San Platano con il presunto fratello Antioco.
Dirigendosi all’esterno la chiesa di San Platano suggella ulteriormente la sua particolarità, con facciata a capanna suddivisa in due porzioni laterali lisce dette “specchi” e dotate di portali,che incorniciano una parte centrale in cui si colloca una lastra marmorea nata come architrave romano e poi riscolpita con decorazioni bizantine. Andando più in alto con lo sguardo, si può infine osservare un’altra decorazione in stile romano – raffigurante due ruote impreziosite da materiali bianchi e neri – e un campanile a vela, concepito con spazio traforato in cui inserire la campane.
Una perla architettonica, annualmente protagonista della festa in onore di San Platano e Sant’Antioco l’ultima domenica di agosto. Chiamata anche “Festa de s’ abiu”,– dal nome dell’albero tagliato per le frasche da usare per il pergolato intorno alla chiesa – l’evento non solo si caratterizza per la questua e offerte di alimenti come formaggio, carne o vino, ma anche per la presenza de “S’obreria”, ossia il comitato laico incaricato di organizzare i festeggiamenti. In passato formato da 5 membri, il gruppo cerca di mantenere vivo lo spirito della manifestazione con varie iniziative, dal grande pranzo del venerdì a base di maccheroni, carne di pecora bollita e maialetto all’esibizione di gruppi musicali.
La chiesa romanica di San Platano si trova nell’omonima via al numero civico 33 a Villaspeciosa (SU) ed è visitabile liberamente in occasione della festività dedicata al Santo. Il resto dell’anno invece, l’edificio e l’area archeologica di San Cromazio a circa 2 chilometri di distanza sono entrambi fruibili contattando in orario d’ufficio – dal lunedì al venerdì dalle 11:00 alle 13:00, lunedì e giovedì dalle 17:00 alle 18:00 – i numeri 070.9639039 – 070.9639177 – 347.5539097 o scrivendo all’indirizzo e-mail [email protected].