Bentrovati amici lettori,
oggi vi parlo di un libro che ho letto in questi giorni, “La piramide del caffè” dello scrittore cagliaritano Nicola Lecca, pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 2013 e recentemente inserito negli Oscar Mondadori.
Dopo Grazia Deledda, Nicola Lecca è stato il primo scrittore sardo ad approdare negli Oscar Mondadori, la celebre collana di libri tascabili inaugurata nel 1965 da Arnoldo Mondadori con “Addio alle armi” di Ernest Hemingway. Una curiosa coincidenza, dato che il Premio Hemingway per la letteratura Nicola Lecca lo ha vinto all’età di ventisette anni.
Il romanzo è stato ristampato più volte e pubblicato in numerosi paesi europei e in Brasile da editori prestigiosi.
Come sempre suggerisco la colonna sonora per la lettura, la scelta oggi è ricaduta su Fix You / Clocks (violin/cello/bass mashup) – dei Simply Three, è un periodo che mi piace ascoltare violini e violoncelli.
L’intreccio di questa storia è molto semplice ma non banale, infatti il protagonista Imi un ragazzo ungherese che viveva a Landor (anagramma di Londra, come mi ha fatto notare mio marito) in un orfanotrofio, compiuti i 18 anni lascia quella che è stata la sua casa e si trasferisce proprio a Londra, lasciando coloro che lo hanno cresciuto, con i quali ha condiviso tutto e lo ammirano, è così che si mescolano altre storie, come quella di Fàbiàn, Ada, Berta neni e Barnabàs.
Nella nuova città Imi trova un lavoro umile ma per lui è ben pagato e lo rende felice: fa il commesso in una famosa multinazionale del caffè “La Proper Coffee” che ben incarna una qualsiasi catena di caffetterie londinesi ma anche del mondo globalizzato. Mi ha ricordato infatti la famosa Starbucks dove andavo molto spesso quando mi trovavo a Londra, diverso era all’inizio degli anni duemila quando ancora sopravvivevano le piccole realtà locali.
Il ragazzo studia il manuale che l’azienda gli ha fornito e sogna di fare carriera proprio in questa nuova realtà, è abituato a non avere niente quindi il suo metro di giudizio è differente dagli altri dipendenti.
Nella storia entrano in gioco altri personaggi come Jordi un cameriere che si accorge degli errori che commette la compagnia nelle politiche gestionali, o Morgan commesso in una libreria e amico della scrittrice Margaret Marshall che anni prima vinse il Nobel.
Tutto sembra andare bene finché Andrew, il dirigente della filiale dove lavora Imi non gli ordina di gettare del cibo ancora buono, Imi si rifiuta perché pensa giustamente al suo passato e alla vita all’orfanotrofio. Viene così licenziato.
Nicola ci fa riflettere su cosa abbia davvero valore nella vita, ma anche cosa siamo disposti a perdere. Una parte molto intensa che descrive con malinconia gli stati d’animo dello stesso Imi.
L’autore ha una grande capacità di raccontare i personaggi, è impeccabile e sorprendente nel descrivere l’animo umano, e ha un forte impatto emotivo che ti porta a leggere le pagine una dietro l’altra per scoprire cosa accadrà, il ritmo è costante e il linguaggio semplice ma elegante.
Il suo stile lo riconosci tra molti, è un artigiano della parola come allo stesso Nicola piace definirsi, perché ciò che lui costruisce sono proprio le parole.
Nel suo ultimo romanzo “Il treno di cristallo” ho trovato alcuni punti in comune ad esempio uno spaccato di società, persone che vivono realtà difficili ma che riescono a conquistare un posto nel mondo, un velo di tristezza che si posa su queste storie, ma anche la speranza che tutto può cambiare.
Le sue parole riescono a penetrare il cuore e ogni volta che finisci di leggere le sue storie con rammarico richiudi il libro.
Consiglio la lettura a tutti, ma soprattutto a chi ama le belle storie narrate con delicatezza, ironia e ottimismo.
Buona lettura
Aurora Redville
Titolo: La piramide del caffè
Autore: Nicola Lecca
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 240
Prezzo: €13,00
ISBN: 978-8804730132
Nicola Lecca (Cagliari, 1976), è uno scrittore nomade che ha abitato a lungo a Reykjavík, Visby, Barcellona, Venezia, Londra, Vienna e Innsbruck. È autore di tre raccolte di racconti e di sei romanzi – quasi tutti presenti nella biblioteca del Premio Nobel a Stoccolma – ha vinto ben quindici premi letterari, fra i quali il Premio Elsa Morante, il Premio Fenice Europa e il Premio Joyce Lussu. È stato il più giovane finalista nella storia del Premio Strega con la sua opera d’esordio “Concerti senza orchestra”, pubblicata da Marsilio nel 1999.