Occhi grandi e scuri, sopracciglia folte, rossetto rosso, pettinatura e abiti particolari. In tutto il mondo Frida Kahlo è ricordata così e oggi, 6 luglio 2022, avrebbe spento 115 candeline. La pittrice e attivista messicana è diventata negli anni un’icona per la sua forte personalità e il suo spirito indipendente riluttante verso le convezioni sociali. Ma chi era Frida Kahlo?
L’esistenza di Frida è stata turbata da diversi avvenimenti. Alla nascita è affetta da spina bifida, che genitori e medici scambiano inizialmente per poliomielite. Il 17 settembre del 1925, a soli 18 anni, diventa disabile in seguito a un incidente sull’autobus che l’avrebbe dovuta riportare a casa da scuola. Sale sul mezzo insieme ad Alejandro (studente di diritto e giornalista, di cui Frida si innamora) e dopo pochi minuti l’autobus si scontra con un tram, finendo schiacciato contro un muro. Le conseguenze per Frida sono molto gravi: colonna vertebrale spezzata in tre punti nella regione lombare, collo del femore e costole frantumate, undici fratture alla gamba sinistra, anca sinistra trafitta dal passamano del mezzo, spalla sinistra lussata e osso pelvico spezzato in tre punti. Frida subisce ben 32 operazioni chirurgiche.
Una volta dimessa dall’ospedale, è costretta ad un riposo forzato con il busto ingessato. Paralizzata a letto, inizia a leggere diversi libri sul movimento comunista e a dipingere. È proprio in quegli anni, infatti, che i genitori le regalano i suoi primi acquerelli e il padre, Wilhelm Kahlo (pittore di origini ungheresi), le monta uno specchio sul soffitto in modo tale che possa provare a ritrarsi. Frida inizia così una serie di autoritratti: “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio”, affermò.
Frida riprende a camminare ma con dolori che dovrà sopportare per tutta la vita. Per aiutare finanziariamente la sua famiglia, decide di fare dell’arte il suo mestiere e sottopone i suoi dipinti a Diego Rivera, maestro del muralismo messicano, per avere una sua opinione. Rivera rimane colpito dallo stile moderno di Frida, tanto che la prende sotto la propria protezione e la inserisce all’interno della scena politica e culturale messicana. Frida diventa così un’attivista del Partito Comunista. Poco tempo dopo tra la pittrice e il pittore scoppia un amore travolgente e i due si sposano, ma si tratta di un matrimonio molto complesso e ricco di tradimenti. Nel 1939 arriva il divorzio a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida. In questo periodo l’attivista messicana inizia ad intrattenere relazioni amorose con personaggi, di entrambi i sessi, all’epoca molto conosciuti: tra questi il rivoluzionario russo Lev Trockij, il poeta André Breton, la militante comunista e fotografa Tina Modotti. Ma Diego, un anno dopo, torna da lei chiedendole nuovamente la mano: i due si sposano per la seconda volta nel 1940.
La sua situazione fisica compromessa non le permette di portare avanti una gravidanza, che tanto desidera. Questa sofferenza spinge Frida a dipingere un quadro molto intenso che la raffigura distesa su un letto d’ospedale in una pozza di sangue nel contesto di un paesaggio desolante. Sul viso una lacrima bianca e la mano che tiene un cordone rosso che conduce a sei figure, tra cui il suo bambino mai nato. Come ha scritto e affermato più volte, uno dei suoi dispiaceri più grandi è stato proprio quello di non essere riuscita ad avere figli.
Le sventure che hanno colpito Frida non finiscono qui. Ad agosto del 1953, a causa di un’infezione andata in gangrena, le viene amputata la gamba destra. La pittrice non si riprende e dopo un anno di sofferenze e dolori, muore di embolia polmonare il 13 luglio 1954 a soli 47 anni. Le ultime parole che ha scritto sul suo diario sono: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più”. Frida è stata cremata e le ceneri conservate ancora oggi nella sua abitazione di Coyoacàn, la “Casa Azzurra”, che è rimasta intatta e continua ad essere meta di migliaia di visitatori, così come deciso da Diego Rivera.
La pittrice messicana ha lasciato un segno indelebile nella storia, quello di una donna che non si è lasciata piegare dal dolore ma lo ha trasformato in qualcosa di magnifico: l’amore per l’arte. Per la sua forza è diventata simbolo del femminismo moderno e ancora oggi rappresenta un’icona dell’emancipazione femminile. Inoltre, le sue folte sopracciglia sono emblema della cosiddetta “body positivity”, il movimento che si propone di mettere in evidenza corpi “non convenzionali”, solitamente non rappresentati dai media e non accettati dalla società tradizionale. Frida ci insegna a non sottometterci alle norme imposte dalla società e a non adattarci agli schemi conosciuti.
Anche il suo modo di vestire non è mai stato convenzionale: una camicia ricamata, una lunga e colorata gonna, uno scialle, lunghi capelli neri acconciati con nastri variopinti e fiori di bouganville. Prendeva ispirazione dal costume delle donne di Tehuantepec, città messicana che ha la reputazione di essere una “società matriarcale”.