Daniela Spoto può essere definita “un’artista visuale”. Fin da piccola ha amato disegnare, dando corpo alla sua fantasia. Convinta del fatto che sia più semplice disegnare un pensiero piuttosto che raccontarlo, crescendo si è persuasa della fattibilità di realizzare il sogno che custodiva gelosamente dalle scuole elementari, e che sembrava destinato a restare tale: trasformare la sua passione per il disegno in un lavoro vero, facendo sì che il mondo dell’infanzia, costituito da disegni e scarabocchi, si evolvesse in un impiego “da adulta”.
Sostenuta dai suoi genitori, Daniela ha deciso di studiare Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari e, successivamente, di trasferirsi in Germania. Lì, dove vive tuttora, realizza illustrazioni che hanno il sapore del fiabesco intrinseco di folklore. Ama disegnare boschi, piante e insetti: tutti elementi affini al mondo delle favole. Tra i suoi autori preferiti troviamo Riyoko Ikeda (conosciuta in Italia per il cartone animato “Lady Oscar”), Rumiko Takahashi (la più popolare autrice dei fumetti del Giappone), il pittore inglese Torii Kiyonaga e il graphic designer tedesco Olaf Hajek.
È un mondo magico, quello dipinto da Daniela Spoto, e le copertine dei libri per l’infanzia da lei illustrati rispecchiano i protagonisti di storie molto complesse, con interessanti personificazioni. Del 2019 è Nuvole/Clouds, pubblicato da Raum Italic, con i testi di Eloisa Guarracino: Il libro affronta il tema della morte, e ha come protagoniste due bambine che scoprono che le nuvole che vedono in cielo sono, in realtà, le persone che non fanno più parte di questo mondo. Sul tema della solitudine, invece, è incentrato Ruja (Ruja, la tua amica Solitudine), con i testi di Marie Franz, Goldblatt Verlag, 2018. «Ruja è la personificazione della solitudine: è descritta come un’amica che ti viene a trovare, ti fa compagnia per un po’ e poi, quando arriva il momento, va via. È l’occasione per avere un momento di raccoglimento e di ascolto di noi stessi, in cui impariamo ad ascoltarci – spiega Daniela –; quando l’autrice mi propose il testo di Ruja le raccontai che in sardo ruju vuol dire rosso e le chiesi se potessi disegnare il personaggio di quel colore. A lei l’idea piacque molto e infatti Ruja è rossa!».
Abbiamo chiesto a Daniela di raccontarci qualcosa di sé e del suo lavoro.
Tu sei originaria di Nuoro ma attualmente vivi in Germania. Come è iniziata la tua carriera e di cosa ti occupi lì?
Dopo aver concluso gli studi di pittura all’accademia mi sono trasferita in Germania, con l’idea di voler continuare il mio percorso artistico. Ho capito di volermi occupare di illustrazione poco tempo dopo essere arrivata a Berlino: sono poi iniziate le prime collaborazioni con piccole realtà editoriali, collettivi, le prime partecipazioni a mostre ed eventi di illustrazione. È un’attività flessibile, non necessariamente si collabora con editori o committenti che vivono nella città dove si risiede: il primo libro che ho illustrato è stato pubblicato da una casa editrice spagnola (mentre vivevo a Berlino).
Puoi spiegarci come avviene la creazione di una tua opera? Quali sono le tecniche che utilizzi?
Sia che si tratti di un lavoro personale, quindi di progetti che sviluppo per me, sia che si tratti di un lavoro su committenza, la fase iniziale prevede la ricerca e lo studio: cosa voglio comunicare? Come posso comunicarlo? Come è stato trattato il tema in precedenza? Poi, concluse le ricerche, si passa agli schizzi e infine allo sviluppo del disegno definitivo. Disegno sia in digitale, sia su carta (tempere, acquerelli, matite su carta). Scelgo la tecnica in base al progetto su cui devo lavorare.
Qual è il tuo rapporto con le fiabe e come hanno influito nella tua formazione artistica?
Le fiabe mi sono sempre piaciute moltissimo, adoravo i libroni con le raccolte, che poi giustamente da bambina distruggevo e pasticciavo brutalmente. Mi immaginavo che ci fossero streghe o spiritelli che abitassero i boschi del Monte Ortobene o le piccole grotte tra gli ulivi nella campagna (nello specifico “la campagna di nonno”, terreno della mia famiglia). Credo che il contatto con la natura e il piacere per le fiabe si siano intrecciati e abbiano trovato poi una loro dimensione nei miei lavori, intessendosi ulteriormente e fittamente con le influenze che hanno colpito il mio immaginario in seguito.
Un’illustrazione di Daniela Spoto
Quali sono i tuoi progetti futuri? Quelli ai quali stai lavorando attualmente o che vorresti realizzare?
In futuro mi piacerebbe riuscire a pubblicare libri completamente scritti e disegnati da me. Collaboro molto volentieri con autrici e autori e sinora ho avuto la fortuna di lavorare con persone con cui mi sono trovata in sintonia, però penso sarebbe interessante sperimentare anche questa strada! Mi affascina molto anche la formula dei silent book (libri illustrati senza testo) e l’idea di realizzare libri illustrati giocando su formati e materiali diversi (per esempio libri pergamena, libri minuscoli, con carte trasparenti).
Al momento sto lavorando a dei libri che usciranno nei prossimi mesi in Italia, a seguire ne ho altri due da illustrare e ho in conto di realizzare nuove serie di illustrazioni per alcune mostre.
Contemporaneamente al lavoro editoriale, mi piace molto prendere parte alle mostre: è una sperimentazione di tipo diverso rispetto all’oggetto libro, un’interazione diversa con lo spazio e il pubblico. I lavori per le mostre sono inoltre lavori più personali e di ampio respiro: un piccolo momento di introspezione.
Ho molte idee e vorrei avere il tempo per realizzarle tutte! Mentre aspetto il momento buono, le trascrivo in un amabile quadernino di Tiger e cerco di tenere a bada la mia impazienza!