Con più di 10.000 abitanti, il comune di Sant’Antioco possiede un incredibile patrimonio, da attività economiche come pesca e tessitura fino ad arrivare a un corredo culturale simbolo di amore marinaro. Da sempre forte e saldo, il legame con il mare ha infatti portato allo sviluppo di una tradizione costruttiva d’imbarcazioni e relative tecniche, che attualmente trovano un luogo dove raccontarsi all’interno del Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia, in un vero e proprio viaggio a vele spiegate.
Sito nei locali dell’ex mattatoio di Sant’Antioco e conosciuto anche come MuMa, il Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia rientra negli spazi culturali per il mare e la navigazione delle isole minori della Sardegna, – ossia Sant’Antioco, Carloforte, Asinara e La Maddalena – assurgendo a cuore della tradizione storico-culturale dei maestri d’ascia. Antichi costruttori d’imbarcazioni e abili professionisti dei cantieri navali, tali figure possedevano capacità tecniche uniche poiché non solo riuscivano a scegliere il tipo di legno più adatto alla barca da costruire, ma sapevano perfettamente lavorare il materiale rispetto alla destinazione finale, sagomando con uno strumento detto “ascia”. Un talento che ha posto le fondamenta di una pratica giunta fino a noi, al punto che attualmente la figura del “maestro d’ascia” è inserita a livello nazionale nel “Codice della Navigazione” e nel “Regolamento per l’esecuzione del Codice della navigazione”.
Esperti conoscitori del mare, in passato i maestri d’ascia operavano principalmente a La Maddalena, Stintino, Cagliari, Alghero, Carloforte e Sant’Antioco, sedi di cantieri per ricavare scafi per il traffico locale e la pesca. Progettazione, costruzione, manutenzione erano i loro compiti principali e continuano ad esserlo ancora a Sant’Antioco, considerato tra i pochi comuni italiani con artigiani tutt’ora attivi, seppur gradualmente in diminuzione e principalmente per hobby. Custodi di un sapere, essi non dimenticano la tradizione alla base di imbarcazioni tipiche come “su ciu”, con scafo piatto e basso per navigare in acque lagunari poco profonde o trasportare reti da pesca e attrezzi da lavoro.
Conservare passato, presente e futuro, un significativo ruolo che il Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia svolge per la memoria del mestiere tradizionale, ma anche per la stessa identità del territorio antiochense. Una volta entrato infatti il visitatore si troverà subito immerso nel mondo degli abili maestri, grazie a una sala con interviste, esempi di imbarcazioni, immagini, testi, attrezzi ed esemplari molto interessanti come le patenti dei maestri d’ascia di Luigi Senis e Giulio Balia. Concessi in passato a maestri d’ascia per poter costruire barche di portata superiore a 50 tonnellate, tali documenti rivelano un particolare aspetto legato alla tipologia, giacché mentre quello di Senis fu rilasciato nel 1927 dalla Marina Mercantile Italiana in forma di “certificato”, quello di Balia del 1986 fu definito “attestato” dal Ministero della Marina Mercantile.
Un quadro già abbastanza ricco, a cui si aggiungono altre aree museali che spaziano da strumenti di segnalazione sardi – come semafori, fari e torri di vedetta – al racconto della laguna di Santa Caterina con i suoi pescatori e le saline, dove costruito il proprio “ciu” tramite modalità virtuale sarà possibile esplorare i fondali per cercare il “pinna nobilis”, mollusco a due valve importante per la tradizionale attività del bisso.
Tanti tesori da scoprire derivati anche da donazioni che dal 2015 ad oggi hanno arricchito il museo, riferimento non solo per attività collaterali come nel caso delle “Storie di mare”, – progetto del 2017 indirizzato ad alunni delle scuole primarie dell’isola – ma anche per escursioni, laboratori e attività didattico-educative, grazie all’impegno del MuMa in qualità di sede del Centro di educazione ambientale alla sostenibilità di Sant’Antioco.
Il Museo del Mare e dei Maestri D’Ascia si trova nel Lungomare Cristoforo Colombo 25 a Sant’Antioco. Aperto attualmente tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 20:00, esso è visitabile in maniera autonoma gratuitamente e senza prenotazione, mentre per fruire della visita guidata – a pagamento – è necessario contattare preventivamente la struttura.
Per ulteriori informazioni, è possibile scrivere su WhatsApp al numero 346.2140608 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected].