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Nuraghe Burghidu: un’imponente testimonianza della civiltà nuragica a Ozieri

A circa 10 chilometri dal paese, il sito si erge su uno sperone roccioso affacciato sulla piana sottostante, presentava una struttura complessa dotata di corpo centrale più 4 torri secondarie

di Chiara Medinas
12 Giugno 2023
in Archeologia
🕓 4 MINUTI DI LETTURA
91 2
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Mauro Murgia Alinari | Sardegna Digital Library

Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Mauro Murgia Alinari | Sardegna Digital Library

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Fin dai primordi, i nuraghi hanno caratterizzato i paesaggi sardi e nel tempo il loro studio è stato essenziale per approfondire le nostre radici, la nostra storia, ma soprattutto la nostra identità. Con diverse complessità ed articolazioni, tali costruzioni tronco-coniche presero il nome dalla cosiddetta civiltà nuragica, sviluppatasi tra 1800 e 238 a.C. circa. Fautrice di migliaia di nuraghi in tutta l’isola, – con stima di circa 7000 esemplari sopravvissuti – la parabola nuragica coinvolse anche l’attuale comune di Ozieri. Ubicato in provincia di Sassari, esso tutt’ora convive con un forte dominatore sito su una sporgenza: il nuraghe Burghidu.

Risalente presumibilmente al 1500 a.C., il nuraghe Burghidu si eleva a presidio della piana sottostante, con ampio campo visivo sul territorio di Ozieri. Come per la maggior parte dei nuraghi, esso ebbe origine in un contesto di avvistamento e difesa, idea rafforzata proprio dalla peculiare posizione. I suoi artefici furono probabilmente gruppi autoctoni, trasferitisi dalle colline al Campo di Ozieri alla ricerca di terre fertili da colonizzare. Particolarmente ricca dal punto di vista naturalistico, l’area offrì un luogo agevole non solo per vivere, ma anche per erigere costruzioni in terreni limitrofi. Tra i circa 120 nuraghi della località di Ozieri, il nuraghe Burghidu risultava tra le strutture più complesse e testimoniava la densità abitativa dell’epoca.

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Articolato e solitario, in origine il nuraghe Burghidu presentava una struttura quadrilobata, ossia formata da un corpo centrale e quattro costruzioni secondarie. La torre principale – detta mastio e alta circa 15 metri – era circondata da 4 torri unite a nord e ad est da cortine, un insieme di tratti murari rettilinei. A completamento del raccordo protettivo, il lato ovest del sito era invece cinto da un bastione curvilineo. A causa della brusca interruzione del sistema difensivo est, si presume che qui sorgesse l’ingresso principale al nuraghe, in passato munito di architrave.

La notevole complessità esterna trovava riscontro anche internamente, soprattutto in relazione al corpo centrale del nuraghe. Secondo un’ipotetica ricostruzione esso presentava 3 livelli, raggiungibili da una scala a chiocciola interna e formati ciascuno da un solo ambiente. Entrando dall’ingresso est e percorrendo un andito, il piano terra si estendeva in uno spazio con tre nicchie disposte a croce, elemento assente al primo piano e forse anche al secondo. Al pari di altri casi costruttivi, è interessante evidenziare la competenza nella lavorazione e nell’impiego dei blocchi litici, ottenuti da rocce trachitiche e disposti in modo regolare.

Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Romano Stangherlin | Nurnet.net, la rete dei nuraghi
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Romano Stangherlin | Nurnet.net, la rete dei nuraghi
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Fabrizio Bibi Pinna | Nurnet.net, la rete dei nuraghi
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Fabrizio Bibi Pinna | Nurnet.net, la rete dei nuraghi
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Fabrizio Bibi Pinna | Nurnet.net, la rete dei nuraghi
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Fabrizio Bibi Pinna | Nurnet.net, la rete dei nuraghi
Nuraghe Burghidu, Ozieri. 📷 Fabrizio Bibi Pinna | Nurnet.net, la rete dei nuraghi

Al netto di ideali riconfigurazioni, ad oggi il nuraghe Burghidu conserva ben poco della struttura originaria. Rispetto al corpo centrale – manutenutosi meglio e con altezza attuale di 9 metri circa – è possibile notare ancora il piano terra e il primo piano, mentre il secondo livello risulta assai scarno. Elemento suggestivo è la conservazione di un ambiente a “tholos”, costituito da vano circolare e copertura emisferica. Tra i resti visibili vi è anche una torre secondaria con accesso indipendente, comunicante con la successiva tramite una lunga strettoia.

Attualmente, il piano terra del mastio risulta interrato e quindi inaccessibile, mentre il primo livello è osservabile dal varco creato dal crollo della facciata. Con il passare dei decenni, il sito è stato oggetto di ricerche e tentativi di recupero, tra cui un restauro nel 1967 a cura della Soprintendenza per i Beni archeologici di Sassari e Nuoro. Un’ulteriore iniziativa è scattata nel 2020, anno in cui il nuraghe è stato inserito in un progetto dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali avente come obiettivo la sua tutela e valorizzazione.

Il nuraghe Burghidu si trova nell’omonima località del comune di Ozieri (SS). Attualmente il sito non è gestito e sorge su proprietà privata, motivo per cui non è possibile effettuare visite.

Tags: civiltà nuragicaNuraghe BurghidunuraghiOzieri
Chiara Medinas

Chiara Medinas

Assidua frequentatrice di musei e grande amante delle pardule, la curiosità è la mia musa ispiratrice. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, credo non ci sia sensazione migliore che provare stupore per le piccole cose.

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A Mamoiada, nel cuore della Barbagia di Ollolai, si trova una pietra che cela un affascinante enigma: Sa Perda Pintà, la pietra decorata.

Alta quasi 3 metri e con uno spessore di mezzo metro circa, la lastra granitica è costellata da una serie di decorazioni concentriche, lineari e a coppella.

Le sue origini risalgono al Neolitico recente, quando forse faceva da guardiana ad un’area atta al compimento di riti sacri.

Il significato delle misteriose incisioni è ancora sconosciuto, ma si ipotizza che siano legate a culti della fertilità, del ciclo vita e morte o alla Dea Madre.

Sa Perda Pintà è un simbolo affascinante e misterioso, che ci riporta alle origini della Sardegna.

Clicca sul link in bio per leggere l’articolo di @medinolasss 

📷 Complimenti a @peraloss per questo Reel.

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  • Esplorando il complesso di Seruci a #Gonnesa, un monumento straordinario che ci svela la grandezza della civiltà nuragica. Questo sito di sei ettari racchiude un nuraghe complesso, un villaggio di capanne e persino una tomba di Giganti.

Il mastio centrale, con un diametro di 60 metri, ci trasporta indietro nel tempo fino al Bronzo recente, con le sue tre celle sovrapposte. Le torri circostanti, alcune ancora in buono stato, celano segreti millenari. 

All’interno delle celle, puoi ammirare pavimenti forse rivestiti di sughero e toccare la pietra totemica di fondazione. Uscendo verso nord, troverai una vasca per abluzioni e uno spettacolare teatro gradonato. 

Questo luogo, risalente al Bronzo finale, è uno dei più grandi “quartieri” nuragici in Sardegna, con oltre cento capanne circolari. Il villaggio si sviluppa su pendici circostanti, ed è stato un centro di ritrovo e di scambio commerciale. 

Non lontano, una tomba di Giganti testimonia il servizio funerario della comunità. 

Dalla collina circostante, ammirerai il panorama e noterai altri insediamenti nuragici coevi, collegando così Seruci a una storia millenaria. 

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  • La Festa del Redentore, uno tra i più significativi e seguiti appuntamenti dell’estate di #Nuoro.

La ricorrenza viene celebrata, con cadenza annuale, per ricordare la collocazione, avvenuta nel 1901, della statua bronzea del Cristo Redentore sulla cima del Monte Ortobene e la conseguente benedizione di quest’ultimo.

Connubio perfetto tra cerimonia religiosa e manifestazione civile, essa rappresenta una delle festività maggiormente radicate nella Sardegna centrale e rappresenta, assieme alla Festa di Sant’Efisio a Cagliari e alla Cavalcata Sarda sassarese, uno dei più grandi raduni folkloristici dell’isola.

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  • 💛❤ Alghero, città di mare e di cultura, si racconta in due video promozionali realizzati dall’Amministrazione comunale con l’assessorato alla Cultura e Turismo, in collaborazione con la Fondazione Alghero e il Parco Regionale di Porto Conte.

I video sono accompagnati dalla canzone “Domo Mea” dei Tazenda, cantata in cinque lingue diverse.

Le immagini del primo video mostrano le bellezze naturali e architettoniche di Alghero, dal molo di sottoflutto alla spiaggia di Mugoni, dal nuraghe Palmavera al bastione Marco Polo, dall’Isola Foradada alla torre del Museo Antoine De Saint-Exupéry di Porto Conte.

Oltre ai Tazenda, alla realizzazione dei video hanno contribuito numerosi artisti e musicisti algheresi e sardi, tra cui Salvatore Maiore, Paolo Zuddas, Enzo Favata, Gavino Murgia, Denise Gueye, Claudia Crabuzza, Davide Casu e Claudette.

👆🏻 Clicca sul link in bio per leggere l’articolo completo
  • 💋 Immersa nella costa più selvaggia di Sant’Antioco, la fantastica insenatura di “Is Praneddas” è un autentico gioiello dell’Isola. 

Per arrivarci dovrai percorrere un sentiero breve e affascinante, che attraversa pini e macchia mediterranea per poi lasciare spazio alle rocce e alla scogliera e, infine, al profondo blu di un mare sconfinato. 

Resterai meravigliato dalle splendide forme scolpite dalla natura e dal tempo, dal maestoso Arco dei Baci: un monumento naturale di incredibile bellezza, romantico e dalle mille suggestioni, che si apre sul mare incantando i visitatori. 

A Is Praneddas potrai immergerti nella piccola piscina naturale che fa da cornice all’Arco dei Baci e nuotare nelle sue acque placide e poco profonde.

Ma con qualche bracciata in più, potrai superare idealmente le “Colonne D’Ercole” dell’arco roccioso che sovrasta la piscina per proseguire verso il blu intenso del mare aperto: un vero spettacolo per gli amanti della natura selvaggia, in grado di regalare emozioni indelebili.

📷 Grazie a @travelinthewildsardinia per lo scatto.

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  • Le donne chiudono i festeggiamenti per San Salvatore. A dieci giorni dalla prima processione che ha visto trecento donne di tutte le età accompagnare scalze, tra preghiere e canti, la piccola statua di Santu Srabadoeddu da Cabras al villaggio, questa mattina si è compiuto il percorso inverso e si sono conclusi i festeggiamenti in onore di San Salvatore, organizzati dal Comune di #Cabras, dal Comitato dei festeggiamenti di San Salvatore e con la collaborazione dell’Associazione Is Curridoris, dell’Associazione Santu Srabadoeddu e dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo.

Questa mattina, all’alba, il novenario di San Salvatore ha vissuto gli ultimi istanti di una festa attesa per tutto l’anno a Cabras. Le trecento fedeli si sono radunate attorno al piccolo santuario e da lì, dopo aver partecipato alla messa, si sono dirette verso il paese. 

Sono stati sette chilometri ricchi di passione e di sensazioni contrastanti. Gioia, commozione, fatica, dolore, orgoglio erano percepibili sui volti delle scalze di Cabras.
  • ⛵️ Sulle rive di uno dei mari più suggestivi del sud della #Sardegna, c
  • 🌑 La caletta vicino alla famosa piscina naturale di Cane Malu a #Bosa, una bellissima insenatura a forma di cuore… o è una testa di gatto?

Ci siete mai stati?

📷 Grazie a @dani____m per gli scatti.

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  • 🛥️ Buona serata da Castelsardo

📷 Grazie a @simone_ro80 per lo scatto.

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