La transizione energetica in Sardegna diventa un tema sempre più controverso. Il Comitadu pro sa Nurra denuncia il rischio di devastazione del territorio a causa dei progetti industriali previsti per la produzione di energia, ritenuti incompatibili con le esigenze della comunità e dell’ambiente. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, è stato organizzato un incontro informativo che si terrà a Sassari mercoledì 20 novembre nella borgata di Bancali, a partire dalle 17:00, presso il salone parrocchiale di San Gavino Martire.
Durante l’evento, i tecnici del Comitadu pro sa Nurra esporranno i dettagli dei progetti già presentati sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (M.A.S.E.), analizzando le conseguenze delle nuove installazioni sulla vita e sulle attività agricole dei residenti della Nurra, una delle aree più preziose e vulnerabili della Sardegna. L’appuntamento, spiegano gli organizzatori, non sarà rivolto solo a specialisti, ma a tutti i cittadini, associazioni e amministratori interessati alla salvaguardia del territorio. È stato rivolto un invito formale anche al sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia.
Nel comunicato, gli attivisti del Comitadu esprimono preoccupazione per quello che definiscono un modello di “colonizzazione energetica”. «Quella che sarebbe potuta essere un’occasione di rilancio economico e di democratizzazione della produzione energetica – si legge – rischia di trasformarsi in una devastazione ambientale, con il conseguente impoverimento delle nostre comunità. Non si può permettere che la Nurra venga sacrificata sull’altare del profitto di multinazionali che non rispettano né il territorio né la popolazione, che non ne avrà alcun beneficio».
La storia del territorio è un altro elemento centrale della denuncia: la Nurra, già duramente colpita in passato da cicli di industrializzazione selvaggia, viene descritta come un simbolo di sfruttamento senza ritorni per le comunità locali. «La nostra terra – spiegano – rischia di essere nuovamente ferita, con l’installazione di impianti giganteschi destinati a esportare energia fuori dall’isola. Non possiamo accettare che le nostre risorse siano sfruttate senza il nostro consenso, senza alcun ritorno ma solo a danno del nostro popolo».
Dopo i saluti di Don Antonio Serra, sono previsti gli interventi di Piero Atzori e Lorenzo Scano, che presenteranno i risultati della loro ricerca, e di Francesco Guillot, rappresentante della Lipu, ed Elisa Orrù, studentessa in eco-psicologia applicata. L’evento rappresenterà, secondo il Comitadu, un’occasione cruciale per unire le forze contro uno sviluppo che viene percepito come dannoso per il territorio e per le comunità della Nurra.