Simpatici e timidi mammiferi nuotatori, con un musetto tondo e dei lunghi baffi che, nell’immaginario collettivo, vivono da sempre nelle rocce vicino ai mari più freddi, dove si tuffano per cacciare i pesci di cui si cibano. Si tratta delle foche.
Oltre alla classica foca grigia che solitamente abita le coste del Nord Atlantico, esiste, tuttavia, una specie più rara che popola proprio le coste del Mar Mediterraneo e che oggi, secondo le stime del WWF, è purtroppo una delle cento specie di mammiferi maggiormente a rischio di estinzione: la foca monaca.
La foca monaca mediterranea è un docile mammifero pinnipede della famiglia delle foche, così chiamata per il colore scuro della sua pelliccia. Presenta dimensioni molto grandi, può arrivare fino a tre metri di lunghezza e 350 kg di peso. Un tempo la foca monaca si trovava in tutto il Mediterraneo, ma anche nel Mar Nero, nelle coste atlantiche di Spagna e Portogallo, in Marocco, Mauritania, Madera, Isole Canarie e nella costa sud della Francia.
Fino agli anni Settanta era di casa anche in Sardegna, principalmente nel Golfo di Orosei, dalle Grotte del Bue Marino, alle spiagge di Cala Luna, Cala Mariolu, fino alla Grotta del Fico a Baunei. La presenza in Sardegna di uno degli animali più ricercati al mondo attirò l’attenzione di gruppi di speleologi, visto il tempo che le foche monache trascorrevano all’interno delle grotte e, nel 1970, dell’Universities Federation for Animal Welfare di Londra, il cui direttore scientifico, Walter Scott, fu accompagnato in giro per l’Isola da Padre Antonio Furreddu, fondatore del “Gruppo Speleologico Pio XI” e studioso della foca monaca mediterranea dagli anni Cinquanta. Dagli studi emerse che in Sardegna negli anni Settanta restavano ormai solo una decina di esemplari sparsi e altri sette nella Grotta del Fico, considerata l’ultimo rifugio della foca monaca nell’Isola. L’avvento del turismo di massa, con il passaggio di centinaia di barche lungo questo tratto di costa, la concorrenza con i pescatori per la pesca nella zona, essendo queste foche in grado di rompere le reti e rubare tutto il pescato, e l’inquinamento del Mediterraneo, determinato soprattutto dalla plastica, hanno portato all’estinzione dell’animale in Sardegna.
Attualmente ne sopravvivono in natura meno di 500 esemplari. Alla fine del Novecento la foca monaca veniva considerata estinta in Italia, però negli ultimi anni ci sono state segnalazioni di suoi avvistamenti in Basilicata, in Sicilia e nel Tirreno centrale, soprattutto in alcune isole dell’arcipelago toscano. Costante è il monitoraggio da parte del WWF, impegnato da decenni nella lotta alla sua conservazione. La speranza, dunque, è che la foca monaca, al più presto, torni a ripopolare anche i mari sardi, soprattutto il Golfo di Orosei, luogo tanto amato da questo animale.