L’energia rinnovabile e la sua produzione sono oggi al centro di diversi dibattiti che riguardano la questione ambientale. Si tratta di energie verdi e pulite che dovrebbero sostituire le tradizionali fonti energetiche perché in esaurimento. Da tempo hanno fatto il loro ingresso anche nel nostro Paese e si stanno affermando sempre di più come energia del futuro. Tra queste c’è anche l’energia eolica.
L’energia eolica è quel genere di energia che sfrutta la forza del vento. Si tratta di una fonte energetica rinnovabile, inesauribile e alternativa che ha un’origine molto antica. Tra gli esempi più comuni del suo utilizzo ci sono la vela e i mulini a vento. Nonostante l’energia del vento venga sfruttata dall’uomo da millenni, si è diffusa in larga scala per la produzione di elettricità solo negli ultimi decenni grazie alle innovazioni in ambito tecnologico. Ma come funziona?
La forza del vento viene convertita in energia mediante l’utilizzo di aerogeneratori (pale eoliche), tecnologie che trasformano l’energia cinetica del vento in energia meccanica e poi in energia elettrica grazie all’impiego di generatori. Le pale eoliche sono situate all’intero dei parchi eolici che possono essere onshore (posti sulla terraferma, ad esempio pianure interne, zone montuose o coste) o offshore (realizzati direttamente sul mare, dove la velocità del vento è di solito ideale per la lontananza dalla costa).
L’eolico porta con sé diversi vantaggi per l’ambiente e per il nostro Pianeta, ma anche alcuni svantaggi. Uno dei maggiori vantaggi è che il vento è una fonte inesauribile di energia. Inoltre, l’energia eolica limita in modo considerevole le emissioni di CO2 e le diverse forme di inquinamento dell’aria. Si tratta di un sistema sempre più accessibile economicamente e i governi stanziano spesso agevolazioni per ridurre i costi degli impianti. Tra gli svantaggi rientra l’incostanza del vento. Da un punto di vista paesaggistico, inoltre, le turbine possono essere impattanti sia per quanto riguarda l’inquinamento acustico che quello visivo, essendo strutture rumorose e imponenti. Altro punto a sfavore è che per la realizzazione delle batterie delle turbine sono necessarie le terre rare, un gruppo di elementi chimici la cui lavorazione ha un impatto ambientale importante.
In Italia i parchi eolici si stanno sempre più diffondendo e l’energia del vento è in continuo aumento. Secondo l’ultima rilevazione dell’Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV) nel 2020 il nostro Paese ha prodotto un quantitativo di energia eolica di circa 20TWh con un risparmio superiore ai 25 milioni di barili di petrolio e quasi 12 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Ormai quasi tutte le regioni italiane accolgono sul proprio suolo i parchi eolici per un totale di 7.289 aerogeneratori e una potenza di 10.619 megawatt. Gli impianti non hanno una diffusione omogenea tra le regioni, producono una maggiore quantità di energia eolica sei regioni del meridione: Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia. Secondo i dati raccolti da ANEV, la regione con il maggior numero di pale eoliche è la Puglia (1.615), seguita poi dalla Sicilia (1.574), Campania (1.196) e al quarto posto la Sardegna (753).

Come si legge nel report di ANEV, i 753 aerogeneratori installati sul territorio sardo sono di varia taglia e hanno una potenza installata pari a 1.094 megawatt. Proprio in Sardegna è presente il parco eolico più grande d’Italia che si trova tra i comuni di Buddusò e Alà dei Sardi (in provincia di Sassari) e conta una settantina di turbine. Ricopre una superficie di quattro mila ettari di terreno e figura anche tra gli impianti più importanti a livello europeo. Consente di produrre circa 300 GWh all’anno garantendo il fabbisogno elettrico di oltre 110 mila famiglie con un risparmio all’ambiente di circa 180 tonnellate annue di CO2. Un altro parco eolico importante in Sardegna è quello di Ulassai (Nuoro) composto da 57 aerogeneratori per una potenza totale installata di 126 MW. La produzione a regime è di circa 250 GWh/anno, corrispondenti al fabbisogno annuale di circa 85 mila famiglie e a 162 mila tonnellate di emissioni di CO2 evitate all’anno.
Sul territorio nazionale sono attualmente in fase di studio più di 40 progetti eolici offshore e tra le aree più interessate c’è proprio la Sardegna. Sono infatti tredici i progetti di parchi eolici nel mare sardo: quasi settecento pale da trecento metri d’altezza in grado di fornire una potenza energetica complessiva da quasi diecimila megawatt. Quello che è stato definito “l’assalto offshore” è così distribuito: nove richieste nel sud dell’Isola (tra cui quattro solo al largo del Golfo degli Angeli a Cagliari) e quattro tra Oristano, Porto Torres, l’arcipelago di La Maddalena e la Costa Smeralda. Sulla faccenda sono però nati diversi dibattiti e manifestazioni di dissenso soprattutto per quanto riguarda l’impatto che tali strutture avrebbero sul territorio marino e terrestre. Dal Consiglio regionale della Sardegna è stata chiesta la tutela dei diritti dei sardi e la protezione del mare, che si configura per l’Isola come bene comune riconosciuto e identitario.
Secondo uno studio pubblicato nell’agosto 2020 dal Politecnico di Milano e commissionato dal WWF, il totale del fabbisogno energetico della Sardegna potrebbe essere soddisfatto dalle energie rinnovabili entro il 2050. Raggiungere questo obiettivo però comporterebbe che la capacità eolica ma anche solare totale dell’Isola arrivi a circa dieci volte il livello attuale.