Sulle rive di uno dei mari più suggestivi del sud della Sardegna, c’è una storia di cui ancora si scorgono le tracce indelebili.
A fare da cornice a questa storia è Pula, una cittadina di origine medievale di poco più di settemila abitanti, a soli 35 km da Cagliari, che rappresenta una cassaforte di tesori naturalistici, culturali e archeologici in grado di affascinare e richiamare una moltitudine di visitatori nell’arco di tutto l’anno.
Durante la stagione estiva, Pula rappresenta una delle mete turistiche più ambite. La sua Piazza del Popolo, elegante centro della vita cittadina, è ricca di locali, bar e ristoranti e viene animata da una varietà di concerti, spettacoli ed eventi culturali.
Le spiagge – da Santa Margherita di Pula alle numerose cale, quali Cala Marina, Cala Verde, Cala Bernardini, Cala d’Ostia e Pinus Village – sono caratterizzate da una sabbia bianchissima e da un mare cristallino, tanto da essere molto frequentate anche dagli amanti degli sport acquatici, in particolare dai surfisti. Questi scenari da favola ormai da anni vengono scelti, inoltre, come location per il famoso reality show estivo di Canale 5, Temptation Island.
Il profumo della brezza marina fa tutt’uno con quello della macchia mediterranea. Le foreste di Is Cannoneris e Pixinamanna, che circondano la zona, sono ricche di vegetazione, in particolare leccete e sugherete, e richiamano numerosi appassionati di trekking ed escursionismo.
A pochi metri dal paese, ai piedi del promontorio di Capo di Pula, si trova la spiaggia di Nora, caratterizzata da un fondale particolarmente basso e per questo molto frequentata dalle famiglie.

La località di Nora si anima soprattutto nei primi giorni del mese di maggio. Sulla baia si affaccia infatti la chiesetta romanica di Sant’Efisio, costruita proprio nel luogo del martirio del Santo guerriero. Per questo è meta, ogni anno, il primo maggio, della processione proveniente da Cagliari organizzata in occasione della storica festa in onore del Santo, che richiama fedeli da tutta l’isola e non solo.
Alle spalle del promontorio si trova poi la laguna di Nora che si estende per ben 55 ettari e comprende il sistema di canali e isolotti che caratterizzano la foce del torrente Rio Arrieras. Questo specchio d’acqua è separato dal mare dalla penisola naturale di Fradis Minoris e da un lungo argine artificiale. Il parco rappresenta l’habitat di una fauna acquatica e terrestre molto varia, ospitando addirittura la colonia più vasta d’Italia del gabbiano corso, un uccello marino molto raro e in pericolo di estinzione, e il Centro recupero Cetacei e Tartarughe marine.
Ma ciò che rende davvero famosa Pula è l’Area Archeologica di Nora, custode dei resti dell’antica omonima città, le cui origini si perdono nei secoli.
Secondo la leggenda, venne fondata dagli Iberi, condotti in Sardegna da Norace, da cui deriverebbe poi il nome “Nora”. In realtà fu fondata dai Fenici nell’VIII secolo a. C., probabilmente sulle rovine di un precedente insediamento nuragico, divenendo così la prima città fenicia della Sardegna e sede di un porto strategico. Venne poi conquistata prima dai Punici e, infine, nel 238 a. C. dai Romani, i quali la resero la più fiorente città dell’Isola. Un municipium, punto importante per le rotte e i commerci e, addirittura, “caput viae”, il km zero da cui partivano tutte le strade della Sardegna.
Con la caduta dell’Impero Romano, Nora perse progressivamente importanza, fino ad essere del tutto abbandonata nel Settecento a causa delle invasioni prima dei Vandali e poi dei pirati Saraceni, che spinsero gli abitanti a ritirarsi nelle località più sicure dell’interno.
A fine Ottocento, una violenta mareggiata favorì l’individuazione dei primi resti fenicio-punici, in particolare, grazie all’intervento archeologico di François Vivanet, venne riportata alla luce una parte dell’edificio funerario punico del tophet. Altre scoperte riguardarono i resti di un tempio dedicato a Tanit (dea cartaginese) e l’importantissima Stele di Nora, un blocco di pietra arenaria di origine fenicia. Si tratta di un documento epigrafico eccezionale, su cui risultano incise otto righe il cui contenuto è ancora dibattuto, ma su cui pare comparire la più antica attestazione del nome “Sardegna”. Oggi la stele è conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.




Tante altre testimonianze fenice e puniche furono soppiantate dagli edifici romani, rinvenuti a partire dal 1952, con l’inizio degli scavi archeologici guidati da Gennaro Pesce. A riemergere fu l’intera città: l’abitazione patrizia detta Casa dell’Atrio Tetrastilo, i resti di un complesso termale, una colonna appartenente ad un tempio romano e adiacente ad essa il Foro, fulcro economico e sociale della città. Ma a colpire gli studiosi è stato soprattutto il ritrovamento di un teatro romano, l’unico presente in Sardegna, realizzato nel 40 d. C. e ancora in buono stato di conservazione, in grado di ospitare più di mille spettatori e dotato di uno spazio semicircolare decorato con un pavimento in mosaico e lastre di marmo. Attualmente, nel periodo estivo ospita la prestigiosa rassegna letteraria “La Notte dei Poeti”.
Il parco archeologico è aperto al pubblico tutto l’anno. Vi lavorano contemporaneamente quattro università italiane in sinergia con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, ed è stato anche raccontato su Rai 3 in una puntata di “Ulisse – Il piacere della scoperta”. Il conduttore, Alberto Angela, nell’estate 2023 è persino tornato a visitare le rovine di Nora in veste di turista, profondamente colpito dall’immenso patrimonio di quella che fu una remota e magica città che ancora regala sorprese.