Il sipario si alza, le luci dei riflettori si accendono e in un attimo, dal palco fino alla platea, attori e pubblico dimenticano loro stessi e si ritrovano immersi in storie, personaggi, colonne sonore ed emozioni uniche da vivere e scoprire: è la magia del teatro.
Una magia che al centro della Sardegna, nel comune di Paulilatino, in provincia di Oristano, compie da tanto tempo il Teatro Instabile.
Nata a Varese nel 1974, questa compagnia teatrale si dedica da subito all’infanzia e alla gioventù, tanto da ottenere il riconoscimento, nel 1982, dall’allora Ministero della Cultura, di compagnia che opera nel Teatro Ragazzi, e la proposta, da parte di diverse amministrazioni comunali della Sardegna, dove nel 1984 si era recata per una tournée, di essere ospitata in cambio di laboratori di spettacoli per i più piccoli. Da allora, il Teatro Instabile decide di trasferire stabilmente la propria sede a Paulilatino, nel teatro Grazia Deledda, un salone parrocchiale ristrutturato per trasformarlo in quello che oggi rappresenta l’unico teatro lirico della provincia di Oristano e di tutto il centro dell’Isola, con oltre 400 posti a sedere ed un palcoscenico molto attrezzato. Qui, dal 1985, si è costituita l’Associazione Teatro Instabile, sostituendo progressivamente gli attori lombardi con quelli sardi.
Divenuto ormai punto di riferimento per gli spettacoli dell’intero territorio regionale, il Teatro Instabile, con la direzione artistica di Aldo Sicurella, grazie ad un puntuale lavoro di ricerca teatrale che gli ha consentito di adeguarsi ai gusti e al linguaggio, in continua evoluzione, delle nuove generazioni, da decenni riesce a portare il teatro ovunque, nelle scuole e per le scuole, con la responsabilità di dover diffondere la cultura teatrale tra i ragazzi e con la consapevolezza che il pubblico dell’infanzia e della gioventù rappresenti una palestra eccezionale per arrivare ad una messa in scena che funzioni.
Proprio per questo, sono molto apprezzati dalle istituzioni scolastiche, coinvolgendo ogni anno migliaia di studenti, sia la rassegna annuale de “Il teatro va a scuola”, rivolta a tutto il territorio regionale, che la rassegna “La scuola va a teatro”, giunta ormai alla trentottesima edizione e che prende il via proprio oggi. Si tratta di quattro titoli rivolti alle scuole di ogni ordine e grado delle province di Oristano e di Nuoro, con spettacoli che vengono messi in scena la mattina e che sono suddivisi in due parti, la prima durante l’autunno, fino a dicembre, e la seconda in primavera.
Oltre all’obiettivo di formare al gusto teatrale gli scolari, la compagnia effettua una sperimentazione a 360 gradi che le permette, costantemente, di rivolgersi anche ad un pubblico adulto, producendo e allestendo spettacoli teatrali serali, sia in giro per l’Italia che al Teatro Grazia Deledda, ospitando anche altre compagnie storiche del teatro italiano, attualmente in scena per la stagione del “Teatro d’Autunno 2022” con una rassegna di quattro titoli: la compagnia Akròama con “Lo straniero”; il Teatro Instabile insieme al TeatroZeta de L’Aquila con la co-produzione “I Giganti della montagna”; il Teatro Actores Alidos con “Cantar L’altrove”; il Theandric Teatro Nonviolento con “La vedova scalza”.
Gli spettacoli hanno tutti come comune denominatore il fatto di essere ispirati ai classici della letteratura, molto apprezzati anche da un pubblico di lettori, e coinvolgono attori storici e di grande talento della Sardegna, con una particolare attenzione per le musiche originali e dal vivo, spaziando dalla prosa, alle opere liriche fino a spettacoli particolari definiti dal direttore artistico “Art Vision Opera”, ossia spettacoli che mettono insieme musica, recitazione e danza.
L’obiettivo della compagnia è quello di offrire un cartellone ricco, caratterizzato da brevi rassegne che si susseguono, in modo da dare continuità e far vivere il teatro Grazia Deledda la maggior parte dell’anno.
La speranza, sia per l’immediato che per il futuro, è quella di combattere la crisi e riportare il pubblico a teatro, in modo che possa continuare a contemplare quest’arte millenaria e non perdere quel flusso di emozioni che solo il contatto del palcoscenico con la platea è in grado di regalare.