È senza ombra di dubbio uno dei più grandi successi di Netflix, la serie “Stranger Things”, che ha esordito nel 2016 e ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo, per arrivare finalmente, nel 2022 post-pandemia, a una quarta stagione suddivisa in due capitoli: il primo, composto da 7 episodi, è disponibile da oggi sulla piattaforma streaming, il secondo invece sarà rilasciato il 1° luglio e svelerà il finale in due puntate.
Perfino questa scelta, dunque, che pare voler dilatare la conclusione appositamente per “torturare” i fan, rappresenta un segnale dell’enorme hype creatosi intorno alle nuove avventure di Undici (Millie Bobby Brown) e dei suoi amici, che dopo le vicende ambientate tra il 1983 e il 1985 si ritrovano a dover affrontare nuovi orrori provenienti dal Sottosopra, la dimensione “altra” controllata dal temibile Mind Flayer e popolata dai Demogorgoni, creature mostruose che tanti problemi hanno causato ai giovani protagonisti.
Nei giorni scorsi sono stati resi pubblici gli 8 minuti iniziali della nuova stagione, la cui visione, oltre a svelare nuovi dettagli sul passato di alcuni personaggi, potrebbe essere utile anche a chi non ha familiarità con la saga: in un laboratorio segreto della cittadina di Hawkins, nell’Indiana, Undici e altri bambini -anch’essi connotati semplicemente con un numero- vengono tenuti prigionieri e sottoposti dal dottor Martin Brenner (Matthew Modine) a degli esperimenti finalizzati a sviluppare e perfezionare differenti facoltà paranormali; un sanguinoso incidente interrompe l’attività di Brenner e, di certo, suscita molte domande negli spettatori, rimandando allo stesso tempo ai fatti che hanno dato inizio della storia di “Stranger Things” nella prima stagione.
È stato proprio durante un esperimento, infatti, che Undici ha involontariamente aperto un varco verso la dimensione parallela del Sottosopra, dove disgraziatamente è rimasto intrappolato un bambino di Hawkins, Will Byers (Noah Schnapp); i suoi migliori amici Mike Wheeler (Finn Wolfhard), Dustin Henderson (Gaten Matarazzo) e Lucas Sinclair (Caleb McLaughlin) non si rassegnano alla sua misteriosa scomparsa e decidono di cercarlo, imbattendosi così in Undici, che intanto è fuggita dal laboratorio-prigione. Sono queste le premesse di un racconto che mescola avventura, fantascienza e horror, sapientemente mediati dagli accenti tipici della dramedy: un mix di dramma e commedia dunque, capace di emozionare quel pubblico eterogeneo che di stagione in stagione ha premiato lo show e ha visto i giovani protagonisti crescere e affrontare sfide sempre più impegnative, tra amicizia, amore e mostri terrificanti.
La quarta serie, dunque, si preannuncia come più complessa delle precedenti, sia dal punto di vista della struttura narrativa che di quello dei contenuti: nella primavera del 1986 Will, sua madre Joyce (Winona Ryder) e suo fratello Jonathan (Charlie Heaton) si sono trasferiti a Lenora Hills, in California, e hanno portato con loro Undici, ormai rimasta senza poteri, mentre Mike, Dustin e Lucas, insieme a Max Mayfield (Sadie Sink) -personaggio introdotto nella seconda stagione- affrontano il liceo a Hawkins, dove proseguono anche le peripezie da aspirante giornalista di Nancy Wheeler (Natalia Dyer), sorella maggiore di Mike, e di Robin Buckley (Maya Hawke) e Steve Harrington (Joe Keery), alla guida del videonoleggio della cittadina; a queste linee narrative, destinate inevitabilmente a intrecciarsi, se ne aggiunge una terza, particolarmente interessante, che riguarda le sorti dell’ex capo della polizia di Hawkins Jim Hopper (David Harbour), padre adottivo di Undici ritenuto morto alla fine della terza stagione e invece rinchiuso in un campo di prigionia nella penisola della Kamčatka, in Russia.
A riunire i destini dei protagonisti è proprio una nuova, terribile minaccia che incombe sugli abitanti di Hawkins: una serie di brutali omicidi, infatti, insanguina la cittadina e insinua nella comunità il dubbio che si tratti di sacrifici rituali legati a un culto satanico o, forse, a un assassinio compiuto oltre trent’anni prima in una sinistra dimora ora abbandonata. Il presunto responsabile di questo vecchio crimine, però, si dichiara innocente e da un ospedale psichiatrico indica come colpevole un demone chiamato Vecna. Questa entità esiste davvero? O piuttosto è la dimensione del Sottosopra che sta tornando ad affacciarsi pericolosamente su Hawkins?
Non resta che addentrarsi nel mondo creato dai fratelli Matt e Ross Duffer, showrunner, registi e co-produttori della serie, per conoscere le sorti di questi personaggi, le cui storie celebrano con originalità l’immaginario letterario e cinematografico degli anni Ottanta; i Duffer Brothers, del resto, hanno dichiarato di aver concepito “Stranger Things” come un’opera che fosse in grado di restituire al pubblico il senso d’avventura e meraviglia caratteristico di alcuni cult di questo decennio, come “I Goonies” (1985), “E.T. l’extraterrestre”(1982) o “Stand by me – Ricordo di un’estate” (1986), ma anche l’orrore, genuino come può esserlo solo quello di incubo, suscitato da film come “Nightmare – Dal profondo della notte” (1984). Se l’omaggio a registi come Steven Spielberg o a scrittori come Stephen King appare evidente, questo gioco delle “citazioni” o “easter egg” non basterebbe a spiegare il successo della serie, se fosse fine a se stesso e non servisse invece a completare e arricchire la narrazione e a rendere i personaggi “familiari” anche a chi gli anni ’80 non li ha vissuti, ma magari li ha sentiti raccontare dai suoi fratelli e sorelle maggiori o dai suoi genitori.
Oltre l’avventura e l’orrore, oltre la colonna sonora accattivante, con perle dei Clash, Toto, Madonna, Peter Gabriel e Joy Division, dunque, in “Stranger Things” c’è una storia “pop”, che funziona alla perfezione e unisce generazioni diverse nel fluire dello streaming, le diverte e le commuove: ci avete pensato? Undici e i suoi amici sono amatissimi dal pubblico dei teenagers, ma oggi, nel 2022, avrebbero all’incirca 50 anni…