Zendaya, tra le giovani attrici più talentuose del panorama cinematografico internazionale, è la protagonista indiscussa di “Challengers”, il nuovo film di Luca Guadagnino nelle sale dal 24 aprile; oltre a interpretare il ruolo principale, la star figura anche come produttrice della pellicola, la cui prima proiezione si sarebbe dovuta svolgere in apertura della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia lo scorso agosto, salvo poi venire annullata come segno di adesione allo sciopero promosso dai sindacati di sceneggiatori e attori a Hollywood, all’epoca in pieno svolgimento.
Fin dai primi teaser, “Challengers” ha mostrato alcune delle caratteristiche ricorrenti dei film di Luca Guadagnino, in cui, qualunque sia il genere della storia narrata, si scandaglia l’animo dei protagonisti cogliendone le sfumature più profonde e se ne restituisce un ritratto a tutto tondo, che non teme di esplorare i lati oscuri o miserabili della condizione umana, soprattutto laddove appaiono celati da una superficie patinata. Nelle interviste che hanno accompagnato il tour promozionale, non a caso, Zendaya ha più volte sottolineato quale sia il significato “personale” di questa collaborazione con Guadagnino, che segna una svolta della sua carriera verso ruoli più adulti, con un livello di introspezione sempre maggiore.
Il film, tratto da una sceneggiatura originale di Justin Kuritzkes, è ambientato nel mondo del tennis professionale: Tashi Duncan (Zendaya) è una tennista formidabile, che nel momento più sfolgorante della sua carriera subisce un grave infortunio al ginocchio ed è costretta a ritirarsi; la delusione, tuttavia, non pare far sbiadire le sue ambizioni di vittoria, che si riversano completamente nel marito Art Donaldson (Mike Faist), anch’egli tennista tra i più dotati della scena mondiale, di cui decide di curare l’ascesa sui prestigiosi circuiti internazionali.
Quando la carriera di Art subisce un preoccupante rallentamento, l’iscrizione al Challenger, un torneo professionistico di livello medio-basso, sembra essere un buon compromesso tra la necessità di continuare ad allenarsi e il desiderio di tornare a vincere senza incorrere in avversari troppo difficili; la situazione si complica quando, tra i partecipanti al Challenger, appare anche Patrick Zweig (Josh O’Connor), amico di vecchia data di Art ed ex fidanzato di Tashi, che dunque ha orchestrato questo incontro per risvegliare il desiderio di competizione -non solo sportiva- del marito senza preoccuparsi troppo delle conseguenze della sua strategia.
Attraverso una serie di flashback, che si intersecano efficacemente con il presente, il film racconta il passato dei personaggi, intessendo la complicata trama dei rapporti che li hanno legati: a suo tempo, infatti, la storia d’amore fra Tashi e Patrick è stata tutt’altro che semplice, anche a causa dell’amicizia tra i due uomini, iniziata quando avevano appena 18 anni; i fili di una vicenda che sembrava essersi conclusa, dunque, tornano pericolosamente a intrecciarsi e la tensione -sportiva e erotica- del racconto cresce esponenzialmente, con Tashi al centro di un triangolo amoroso e sessuale che, indubbiamente, rappresenta uno degli elementi più intriganti del racconto. Comprensibilmente, anche il trailer del film gioca su questa componente della storia, che tratteggia Tashi come l’artefice priva di scrupoli di una trappola seduttiva, “il personaggio più crudele che abbia mai interpretato”, lo ha definito Zendaya in occasione della première a Roma, a cui certo il pubblico non mancherà di appassionarsi.
La vicenda sportivo-sentimentale dei protagonisti si svolge in uno scenario glamour decisamente accattivante, impreziosito dai costumi dello stilista nordirlandese Jonathan Anderson, noto per aver collaborato con alcuni marchi sportivi di livello, come Converse, oltre ad aver sempre inserito numerosi capi dallo stile sporty-chic nelle sue collezioni; com’è consuetudine per i film di Luca Guadagnino, la colonna sonora del film risulta particolarmente curata ed è stata affidata al duo Trent Reznor e Atticus Ross, rispettivamente fondatore e produttore del gruppo rock dei Nine Inch Nails, che hanno firmato anche le musiche di “Bones and All”, precedente pellicola di Guadagnino con Timothée Chalamet.
In attesa di scoprire come finirà la sfida tra Art e Patrick, orchestrata dall’affascinante Tashi, sono già filtrate alcune anticipazioni sul prossimo progetto del regista, che sarà ancora una volta sceneggiato da Justin Kuritzkes: si tratta di “Queer”, tratto dal romanzo omonimo di William S. Burroughs, con Daniel Craig nel ruolo del protagonista; il film verrà presentato in anteprima al prossimo Festival di Cannes.