Nei cinema italiani l’estate si è colorata delle sfumature di uno dei cult movie più amati di Dario Argento: “Profondo Rosso” è tornato nelle sale cinematografiche in una spettacolare versione restaurata in 4K che, dal 10 luglio a oggi, ha già fatto registrare numerosi sold out in tutto il paese. Si tratta dell’esordio di Cat People, la casa di distribuzione indipendente, fondata in Sardegna, che ripropone sul grande schermo una serie di titoli particolarmente significativi, da conosciutissimi cult movie a pellicole meno note ma ugualmente importanti, capaci di lasciare il segno per l’uso del linguaggio cinematografico che le caratterizza.
Cat People nasce per iniziativa di Raffaele Petrini e Alessandro Tavola e rappresenta la realizzazione del sogno di due amici di lunga data, da sempre appassionati di cinema e desiderosi di radicare in Sardegna una realtà imprenditoriale che supportasse la loro idea della settima arte: «Ci conosciamo fin da ragazzini ed eravamo degli accaniti cinefili», svelano nel corso dell’intervista in cui ci hanno raccontato il loro progetto, «Nasciamo a Flumini di Quartu: da lì, i numerosi viaggi in motorino per raggiungere i cinema vicini, con qualunque condizione climatica; dopo la visione, non potevano mancare le lunghe discussioni sul film, fuori dalle sale, in piazza».
Negli anni i due amici hanno intrapreso strade diverse, pur continuando a collaborare: «Ho cominciato a lavorare con la distribuzione cinematografica in Brasile», spiega Raffaele Petrini. «Alessandro collaborava con me a distanza da Milano, dove si era traferito; l’attività era legata soprattutto ai cinema d’essai, con la diffusione di titoli italiani come “Baciami ancora” di Gabriele Muccino e “Saturno contro” di Ferzan Ozpetek, che hanno avuto un ottimo riscontro. Era sempre forte, tuttavia, il desiderio di tornare in Italia e di riportare al cinema alcuni grandi classici, insieme a dei titoli meno noti che nel buio della sala trovassero nuovi estimatori».
Il progetto si concretizza nel 2020, il mercato evidenzia infatti che diverse case di distribuzione stanno iniziando a scommettere sul ritorno di alcuni famosi titoli nelle sale e Raffaele Petrini decide di tornare dal Brasile per avviare la nuova attività con Alessandro Tavola: la pandemia da Covid-19 e il conseguente lockdown bloccano temporaneamente l’iniziativa, ma consentono ai due amici di studiare con attenzione i dati dei botteghini: «Abbiamo individuato dei vuoti, relativamente alla scelta delle riedizioni che si stavano proponendo, e abbiamo selezionato una rosa di titoli che ci interessavano», racconta ancora Petrini. «Al momento di avviare il progetto, la scelta è caduta su “Profondo Rosso”, per il valore intrinseco della pellicola e per la sua capacità di assecondare la predilezione per l’horror che caratterizza la programmazione estiva nelle sale».
«Vogliamo diffondere un’idea diversa di riedizione», sottolinea Alessandro Tavola. «Spesso in Italia si ripropongono i classici con una concezione da cinema museale, da libro di storia del cinema; il nostro intento è quello di percorrere il periodo tra gli anni ’70, ‘80 e ‘90 sia a beneficio delle generazioni più giovani, che per motivi anagrafici non hanno potuto vedere questi film nelle sale, sia per il pubblico più adulto, con l’intento di riportarlo a frequentare i cinema. Con “Profondo Rosso”, abbiamo confermato le nostre aspettative, anzi le abbiamo superate; in tutta Italia gli esercenti hanno confermato questo incontro tra generazioni diverse nelle sale e noi stessi, accompagnando le proiezioni in diverse città, abbiamo incontrato un numero spropositato di giovanissimi. La prima proiezione a cui ho assistito a Milano il 10 luglio è stata allo spettacolo di mezzogiorno: c’era una madre con le figlie di 12 anni, che si era premurata di poterle far assistere al film per fare quest’esperienza insieme a loro».
Il prossimo titolo distribuito da Cat People sarà “Cannibal Holocaust” di Ruggero Deodato, che arriverà nelle sale in agosto; la controversa pellicola del 1980 racconta la disavventura di quattro reporter dispersi in Amazzonia durante le riprese di un documentario sulle tribù dedite al cannibalismo: «Non ci occuperemo solo di titoli di genere», precisa però Petrini. «E non tratteremo soltanto cinema italiano, ma anche internazionale: abbiamo in programma sia film con un profilo generalista, comunque cult, che grandi recuperi d’autore. Con la scelta di “Cannibal Holocaust” desideriamo innanzitutto ricordare Ruggero Deodato, scomparso nel dicembre dello scorso anno, e stimolare una riflessione su questo film, che riteniamo cruciale, non tanto per i contenuti “scioccanti”, ma per una questione di linguaggio cinematografico; si tratta infatti di una pellicola a cui si sono ispirati numerosi classici del cinema, non soltanto horror: ci sono dei cambi di registro molto interessanti, con il passaggio al finto documentario per esempio, e pensiamo che il film meriti, principalmente in Italia, una nuova lettura, che vada oltre le questioni scandalistiche».
«Vogliamo proporre la pellicola come un importante punto di virata del cinema mondiale», sottolinea ancora Alessandro Tavola. «All’estero il film è considerato un capolavoro da registi come Quentin Tarantino, Yorgos Lanthimos e Nicolas Winding Refn ed è su questi aspetti che vorremmo spostare l’attenzione. Ancora oggi in Italia il cinema di genere viene ghettizzato, si compie una netta distinzione rispetto al cosiddetto cinema di serie A, ma c’è un aspetto interessante da evidenziare, riguardante proprio i primi due titoli che abbiamo scelto per la distribuzione: all’estero “Cannibal Holocaust” è probabilmente più conosciuto di “Profondo Rosso”, tant’è che nel 1982 in Giappone il film di Deodato ha registrato l’incasso più alto, secondo solo a “E.T.” di Steven Spielberg». Al cinema “Cannibal Holocaust” non è mai stato proiettato nella sua versione integrale: negli anni ‘80, infatti, per consentire la distribuzione nelle sale, sono state tagliate alcune sequenze di violenza; la versione in 4K del film distribuita da Cat People integra più di un minuto di girato: «Si tratta senza dubbio di un plus, ma con questo titolo siamo pronti a ogni genere di reazione», racconta ancora Petrini. «È un’uscita sperimentale, che ci aiuterà a comprendere se possiamo scommettere su titoli più estremi».
Nelle prossime settimane è previsto l’annuncio del film che verrà riproposto dalla casa di distribuzione dopo “Cannibal Holocaust”: «Si tratta di un titolo internazionale, un cult movie; vogliamo puntare a film ampiamente conosciuti, senza tuttavia abbandonare la dimensione sperimentale», spiegano Petrini e Tavola. «Abbiamo capito che, nonostante la nostra piccola dimensione, riusciamo ad accedere anche ai circuiti più difficili: noi lottiamo contro le major, ci scontriamo con titoli come “Mission: Impossible” di Tom Cruise, eppure ci stiamo prendendo delle soddisfazioni incredibili. Il nostro sogno all’inizio di questa avventura era arrivare alla distribuzione in 80 sale, che invece abbiamo coperto già solo il primo giorno di programmazione».
I progetti futuri di Cat People sono profondamente radicati in Sardegna: dopo la partenza della casa di distribuzione, infatti, Petrini e Tavola vorrebbero realizzare un altro grande sogno nel cassetto, che punta a una riqualificazione della zona di Flumini di Quartu attraverso la realizzazione di un’arena e/o di un cinema: «Sarebbe la chiusura di un cerchio» – conferma Alessandro Tavola – «riuscire a realizzare questo progetto dove siamo nati. Ci piace parlarne, come buon auspicio per la riuscita».
La storia di Raffaele Petrini e Alessandro Tavola rappresenta senza dubbio un esempio capace di ispirare chiunque intenda radicare un progetto imprenditoriale in una terra come la Sardegna, ricca di potenzialità, ma vessata da infinite problematiche; il racconto dei fondatori di Cat People, tuttavia, parla soprattutto di perseveranza e passione, quella per la settima arte che traspare anche dal significato del nome scelto per la casa di distribuzione: «È un nome che cita e unisce diversi elementi per noi molto significativi: innanzitutto il film horror “Cat People” di Jacques Tourneur (nda: in Italia “Il bacio della pantera”) del 1942, poi il remake del 1982 diretto da Paul Schrader, con Nastassja Kinski e Malcolm McDowell, e infine la canzone di David Bowie, che è stata usata in “Inglourious Basterds” di Quentin Tarantino. In definitiva, si tratta di un mix cinematografico-musicale che rappresenta in pieno la natura del nostro progetto».
Il progetto di un sogno capace di nutrirne sempre nuovi, così come fanno le storie che cominciano nel buio di una sala cinematografica.