Oggi sono entrambi dei professionisti affermati del cinema, con alle spalle numerosi titoli di successo e qualche flop, ma quando hanno girato il loro primo film, “Lock & Stock – Pazzi scatenati”, nel 1998, il regista Guy Ritchie e l’attore Jason Statham erano pressoché sconosciuti: il primo aveva alle spalle solo la direzione di un cortometraggio, il secondo aveva da poco concluso la carriera di tuffatore professionista, che lo aveva portato a disputare le Olimpiadi con la squadra di tuffi del Regno Unito.
Con questa pellicola, che racconta la folle storia di quattro amici dell’East End di Londra coinvolti in una partita di poker dalle conseguenze inimmaginabili, Ritchie e Statham hanno posto le basi della loro fortunata carriera, il primo come regista dallo stile trasgressivo e spettacolare, il secondo come attore di action movies dal taglio ironico e surreale; negli anni il sodalizio tra i due si è ripetuto nel 2000 con “Snatch – Lo strappo”, nel 2005 con “Revolver” e nel 2021, in piena pandemia da Covid 19, con “Wrath of Man – La furia di un uomo”.
Le pellicole, pur distinguendosi le une dalle altre per i toni più o meno drammatici delle vicende narrate, hanno in comune un eroe -o antieroe- alle prese con una pericolosa missione da compiere: stessa sorte tocca a Orson Fortune, questo il nome del protagonista di “Operation Fortune”, disponibile su Sky Cinema a partire dal 17 aprile, a cui Jason Statham presta il corrucciato volto. Come spia di alto livello dell’MI6, addestrata alla sopravvivenza nelle condizioni più estreme, Fortune viene scelto per una missione dal cui esito dipendono le sorti dell’ordine mondiale; il trafficante d’armi Greg Simmonds (Hugh Grant) minaccia infatti di impadronirsi di una pericolosa quanto misteriosa arma ipertecnologica, chiamata “La Maniglia”, e Fortune è chiamato a impedirlo, con l’aiuto di una squadra di selezionatissimi agenti del controspionaggio: Sarah Fidel (Aubrey Plaza), genio high tech dalle grandi capacità d’improvvisazione, Nathan Jasmine (Cary Elwes), elegantissimo stratega del gruppo e J.J. Davies (Bugzy Malone) uomo d’azione e cecchino infallibile.
La trama è, all’apparenza, semplice e ricalca numerosi action movies, ma a movimentare la vicenda si aggiunge alla squadra niente meno che la star di Hollywood Danny Francesco (Josh Hartnett), di cui il trafficante d’armi Simmonds è grande ammiratore; l’attore -sotto ricatto per la sua infedeltà coniugale- ha il compito di aiutare Fortune e compagni a mantenere la loro copertura, ma la scarsa esperienza nel mondo dello spionaggio, oltre a una certa goffaggine nell’interpretare il suo ruolo, rendono la missione più complicata del previsto.
Girato tra Gran Bretagna, Cina, Turchia e Stati Uniti, il film propone un susseguirsi di tappe mozzafiato in giro per il mondo: il montaggio di James Herbert, che ha già collaborato con Ritchie nei due film dedicati a Sherlock Holmes, le scenografie di Neil Floyd e la fotografia di Alan Stewart conferiscono al film quel ritmo coinvolgente e quell’allure, quella classe, che contraddistinguono molte delle pellicole del regista, capace di unire action e eleganza, ironia e glamour (si pensi, a titolo d’esempio, a “Operation U.N.C.L.E.” o “The Gentlemen”).
Impossibile, a questo proposito, non citare i costumi curati da Tina Kalivas: prima di lavorare per il cinema, Kalivas ha affiancato lo stilista Alexander McQueen sulle passerelle più famose del mondo e per “Operation Fortune” ha avuto la possibilità di creare un ampio guardaroba di alta sartoria per i vari personaggi del film, che trovandosi ad agire in situazioni sociali e condizioni climatiche molto diverse nel corso della storia, hanno potuto sfoggiare innumerevoli outfit : tra tutti spicca senza dubbio la giacca blu da cocktail party di Hugh Grant e l’abito da sera rosso indossato da Aubrey Plaza. Nelle interviste promozionali, Cary Elwes ha dichiarato di essere stato immediatamente catturato dalle atmosfere del film: “Una volta sul set, si era catapultati in una dimensione totalmente riconoscibile, era evidente che quello fosse un mondo pensato da Guy Ritchie, per i costumi, le macchine… e le armi! Guy inoltre ha una grande capacità di guidare gli attori, facendoli sentire davvero parte di una squadra”.
Di certo, fin dal trailer di “Operation Fortune”, si conferma la capacità del regista inglese, anche autore della sceneggiatura insieme a Ivan Atkinson e Marn Davies, di imprimere il suo stile alla narrazione; il film possiede una struttura classica per il genere spy-action, ma Ritchie si dimostra capace di giocare con gli stereotipi, ribaltandoli e divertendo il pubblico. Non tutte le sue ultime pellicole sono state apprezzate, criticate per un eccesso di quegli elementi -visione innovativa dei canoni di genere, ritmi concitati e gusto per il dettaglio visivamente d’effetto- che ne rendono peculiare lo stile. Che questo nuovo capitolo della premiata ditta Ritchie & Statham sia un ritorno al successo? Quella di Orson Fortune e della sua squadra potrebbe essere solo la prima di una lunga serie di avventure…