Saper cogliere le opportunità. Trovare la propria strada, sentirsi utili, realizzati.
Le mille chiavi diverse con cui cerchiamo di aprire sempre la stessa porta.
Qualche volta però il destino non bussa, anzi, la porta la spalanca, e guardandoti dritto negli occhi ti domanda se sei davvero pronto a vivere.
A Giovanni Mura è successo così nel 1989, quando durante una ordinaria lezione di educazione fisica si è trovato davanti il proprio destino che lo fissava con “gli occhi a mandorla” – come dice lui – di Antonella Usai. Antonella, ragazza senza età, la prima di una lunga serie di allievi che hanno trasformato Giovanni da semplice insegnante di scienze motorie a fondatore assieme a Sara Colombino dell’Associazione no profit Up&Down, da anni promotrice di laboratori presso il connesso Centro di Riabilitazione socio-educativo che vanta moderni approcci a supporto di persone con disturbi specifici dell’apprendimento. Il Centro con sede a Sassari intreccia metodologie ABA (Applied Behaviuor Analysis, analisi del comportamento) e CBT (terapia comportamentale), oltre a fornire un apporto formativo anche per i genitori, che spesso presenziano e collaborano ai laboratori d’arte, di psicomotricità, di musico-terapia e di logopedia proposti.
Giovanni (insieme a Denise, Chicca, Romano, Gavino e Franca) dal 2003 si occupa del laboratorio teatrale, e la sua compagnia di diciotto ragazzi e ragazze ha portato in scena ad oggi una decina di spettacoli, riuscendo nel 2010 a conquistare il secondo posto all’importante Festival internazionale delle abilità differenti di Carpi (MO); un’altra pietra miliare della loro esperienza corrisponde sicuramente alla scrittura dell’ultima commedia rappresentata dal titolo Verità Nascoste ed ispirata alla drammaturgia napoletana. Qui il coinvolgimento dei ragazzi si è allargato da “semplici” attori a ideatori della trama, e il mettersi in gioco maggiormente ha donato loro soddisfazioni inaspettate nel 2017, quando hanno messo in scena lo spettacolo al Carcere di Alghero riuscendo ad accedere a quel sommerso sociale che è la realtà carceraria, dove hanno saputo intessere importanti rapporti umani.
In questi quindici anni la crescita attoriale dei ragazzi è stata dunque esponenziale: dal semplice spettacolo corale degli albori si è passati alla necessità di studiare a memoria il copione e fare propri i tempi comici, delineare personaggi, guadagnare nuove forme d’espressione. L’aumento della complessità delle rappresentazioni ha reso necessario l’utilizzo di un escamotage tecnico, ovvero l’innesto di scene video all’interno della narrazione che snelliscono i cambi scena e le variazioni di trucco; evoluzione che l’anno scorso ha suggerito loro un nuovo progetto gigantesco: nientemeno che fare un film. Qualche indiscrezione sulla storia ce la dà Giovanni, autore della sceneggiatura: Mondiali ’82. L’Italia non è certo tra le favorite, ma contro ogni pronostico il triplice urlo Campioni del Mondo! di Nando Martellini sconvolge di gioia il Paese più del finale 3-1 contro la Germania Ovest. Questi eventi fanno da sfondo al dispiegarsi di un giallo, dove l’andamento della vita dei protagonisti si assimila alla risalita degli Azzurri.
Scopriamo che durante una sessione di lettura del copione, dove una delle protagoniste si ritrova ad aprire un diario e a leggere una poesia (in origine scritta da Giovanni) uno degli attori ha lasciato gli altri a bocca aperta dicendo: “anche io ho scritto una poesia”. Porta sempre con sé l’unica copia stampata di un testo dedicato alla notte, una notte di insonnia, una notte di ripensamenti. Leggendo quel testo ha dato il via alle confessioni: molti altri hanno scritto poesie. Da lì la naturale esigenza di confrontarsi, di leggere i componimenti, di condividere gli intimi pensieri.
Dall’iniziale percorso teatrale si arriva così a un laboratorio di poesia in cui comunicare la propria interiorità senza blocchi, liberi dall’imbarazzo, supportati dalle famiglie e guidati da Giovanni che davanti ai tanti testi raccolti ha voluto spronarli ulteriormente dicendo: “Facciamo un libro?”.
Ed è così che il mosaico di voci ha preso forma sotto il titolo Raccolta di poesie dritte e storte, pubblicato grazie a Carlo Delfino Editore che ha curato anche la grafica della copertina disegnata da Denise, una delle volontarie, e grazie anche alla Fondazione Sef Torres 1903che ne sponsorizza la stampa. Il libro è composto da circa una quarantina di poesie frutto dell’impegno e della creatività espressi durante i laboratori, e la sua pubblicazione è attesa in contemporanea con l’inizio delle riprese del film per aprile/maggio. Leggiamo nella prefazione le parole di Giovanni da cui traspare lo stesso sorriso con cui ci ha accolto di persona: “Tutto è stato spontaneo, semplice, naturale. Ognuno di loro aveva bisogno di un pretesto, di una occasione per raccontare un pezzo di sé. Spero, mi auguro, che chiunque – mi accontenterei anche di un po’ di meno – legga questa raccolta di poesie abbia una occasione per capire che seppur l’involucro è brutto e sgualcito all’interno nasconde un profumo e un sapore dolce come una caramella alla frutta.”
Per maggiori informazioni sul progetto e sulle attività dell’associazione si può visitare la pagina Facebook @progettoupdown o scrivere una mail ad [email protected]. Per il Centro segnaliamo il numero 3931939356 (anche WhatsApp) e l’indirizzo della sede in Via Ugo La Malfa 25 ang. Via Forlanini 14 a Sassari.