È ormai inarrestabile il successo di TikTok. Il social network cinese che permette agli iscritti di creare e rendere pubblici video di breve durata, il cui contenuto può essere il più vario, e di costruirsi un seguito. Contrariamente ad altre piattaforme, TikTok tende a premiare non tanto i personaggi famosi ma coloro che riescono a distinguersi grazie all’originalità dei loro video, permettendo dunque anche a perfetti sconosciuti di arrivare in cima alle classifiche. È quanto accaduto a Khaby Lame, il ventenne di Chivasso che, essendo rimasto disoccupato durante la pandemia, si è fatto conoscere su TikTok realizzando brevi video con cui, senza proferire parola, ma mostrando semplicemente come poter risolvere i problemi quotidiani, è riuscito a diventare in breve tempo il tiktoker italiano più seguito al mondo.
Ma anche la Sardegna può ormai vantare uno dei tiktoker che, con ben 5 milioni di follower, è tra i più seguiti in Italia. Si tratta di Marco Zedda, italo-finlandese di 32 anni, nato e cresciuto a Sassari.
Marco, dopo aver visto infrangersi, a causa di un brutto incidente, il sogno di diventare un calciatore – stava infatti per firmare il contratto per giocare nella primavera di una squadra di Serie A da cui era stato notato mentre militava nelle giovanili della Torres, – e dopo aver svolto altri lavori, dall’impiantista al professore precario di enogastronomia presso l’Istituto alberghiero di Bosa, ha conosciuto un successo inaspettato proprio grazie a TikTok, diventando quello che oggi tutti conoscono come “Mister Z”.
“Ho sempre avuto la passione per la tecnologia – racconta – ma non mi ero mai occupato di editare video, è successo solo a ridosso del lockdown. Quando mostrai i miei contenuti ai miei alunni del primo anno, loro mi suggerirono di pubblicarli su TikTok. Io non conoscevo bene questo social, pensavo fosse dedicato ai ragazzini, invece, esplorandolo mi resi conto che il pubblico era abbastanza vario”.
I primi video pubblicati da Marco ottennero subito molta visibilità, arrivando a 500mila follower nel giro di un paio di settimane. “Grazie ai miei precedenti lavori nei cantieri, avevo iniziato a costruire modellini di case in scala ridotta e riprodotti fedelmente, riprendendo le varie fasi di costruzione. Vedendo quali video fossero più virali, ne pubblicai uno semplicissimo, di 40 secondi, con luci e inquadrature particolari, dove riempivo un bicchiere con uno stucco in polvere rossa per pavimenti. Fu uno dei miei primi video più cliccati, già l’indomani fece 20-30 milioni di visualizzazioni e lo ripresero alcune delle pagine più importanti a livello mondiale. Mi resi conto di aver lanciato un trend, perché tantissime altre persone utilizzarono quel format, così di giorno lavoravo e la sera editavo video, sperimentando da autodidatta programmi professionali complessi e iniziando ad essere contattato dai primi brand. Questo mi permetteva, inoltre, di liberare ed esprimere la mia creatività. Intanto in quel periodo conobbi Khaby Lame”.
Ma la vera svolta per il tiktoker arriva durante l’estate del 2021, stagione dominata dalla vittoria della nazionale italiana di calcio agli Europei. “Per quell’occasione decisi di realizzare un contenuto particolare, si trattava di un video in cui io lanciavo un pallone in alto che poi esplodeva con i colori della bandiera italiana. Per me rappresentava una sorta di liberazione per quello che mi era successo in passato. Questo video piacque molto ad Alessandro Riggio, manager di Khaby Lame e grande appassionato di calcio, che mi contattò e mi propose di andare a Milano a lavorare per brand importanti e per Khaby. Così, anche se con un po’ di dispiacere, ho lasciato la Sardegna”.
Mister Z a Milano realizza video per Ugo Boss, per l’ultimo gioco della Playstation 5, studiando e lavorando sodo per portare avanti la sua attività di content creator e riuscire a dare visibilità ai brand che investono su di lui: “Io sono il regista di me stesso, penso all’idea creativa, alla sceneggiatura, alla fotografia, spesso sono anche l’attore e il protagonista dei miei video, è davvero un lavoro complesso, ricco di sfaccettature, che magari alcuni sottovalutano. Utilizzo la strategia di creare contenuti mai scontati e banali e osservo molto la viralità, soprattutto internazionale. È molto importante distinguere tra un influencer e chi crea contenuti a livello professionale. Certo, anch’io sono un influencer, vengo contattato dalle aziende per le pubblicità, ma si tratta di un lavoro enorme, per il video della playstation ho impiegato una settimana per creare un’animazione in 3D. Vorrei sfatare un mito, molti ragazzi sono affascinati da questo mondo perché pensano che si guadagnino tanti soldi senza fare praticamente nulla, invece c’è tanto impegno dietro, anche a livello di marketing, perché per realizzare questi video bisogna pensare ad una ricetta perfetta per rendere un determinato contenuto potenzialmente virale, cercando dunque di capire come ragionano le persone. È importante trasmettere questo messaggio”.
Ora Marco si avvia verso progetti ancora più importanti per il futuro, ma con una consapevolezza: “Come agenzia stiamo investendo per l’acquisto di videocamere da utilizzare nel mondo di Netflix, per la redazione di documentari. Il mio obiettivo è quello di poter realizzare un giorno un film, me lo chiedono in tanti. Sono appassionato di pellicole sui viaggi nel tempo, sui paradossi temporali dove all’interno ci sono gli effetti speciali di cui mi occupo, ma ci vorranno anni di studio e corsi avanzati per arrivare a quei risultati. Comunque, avendo la possibilità di fare un lavoro che mi appassiona tanto, devo dire che il mio sogno nel cassetto in parte si è già realizzato”.