Anticamente noto come Monte Lèrron, il massiccio del Monte Lerno si trova nella subregione storica del Goceano. La cima più alta che dà il nome al massiccio si erge a 1094 metri; altre vette oltre i 900 metri da annoverare sono Punta Balestrieri, Punta Selvapinta e Colzu Caddinnu. La superficie in cui si estende è di 2853 ettari e ricade nel territorio del comune di Pattada, cittadina a circa 65 chilometri da Sassari famosa per l’artigianato, la lunga tradizione legata ai metalli e al legno ma soprattutto per il caratteristico coltello a serramanico – sa resolza – realizzato con corna di muflone, bovine, caprine e ovine, ricercatissimo dai collezionisti di tutto il mondo.
Purtroppo, le indicazioni per arrivare a Monte Lerno non sono chiarissime, per cui è utile fare un piccolo sunto. La foresta è raggiungibile attraverso la strada provinciale 128 bis Ozieri-Pattada e la statale 389 Pattada-Buddusò. Arrivati a Pattada si deve percorrere la strada provinciale per Oschiri per una decina di chilometri e poi svoltare a destra; superato un ponticello di legno posto sul Rio Mannu, si giunge alla sede dell’Ente Foreste. Da qui la guardia invita a proseguire percorrendo una serie di tornanti che pian piano permettono di addentrarsi in un paesaggio montuoso estremamente affascinante. L’ecosistema è caratterizzato da numerosi boschi di leccio – il cui nucleo naturale si trova in località Sos Littos –, roverelle, agrifogli e querce da sughero, oltre che da un rigoglioso sottobosco nel quale si alternano citisi e ginepri. È presente poi la fitta boscaglia rappresentata dalla macchia mediterranea spontanea di erica arborea e corbezzolo. Osservando la foresta pare proprio che sia incastonata perfettamente nella natura e, allo stesso tempo, sospesa in un’atmosfera da sogno. Considerata tale bellezza, viene da chiedersi come mai questo luogo sia così poco battuto turisticamente, anche e soprattutto dai sardi. Quando si parla di monti in Sardegna si pensa immediatamente al Gennargentu, al Supramonte, al Corrasi e al Limbara ma a pochi verrebbe in mente di citare il Monte Lerno. Eppure è un luogo ideale per gli amanti della natura, per fotografi naturalisti, escursionisti o semplici ricercatori di relax.
Nella storia recente la foresta è stata danneggiata da incendi che ne hanno deturpato l’aspetto, per cui si è corso ai ripari mettendo in atto interventi mirati di riforestazione. L’intera area è attualmente sotto la tutela del Demanio forestale, che ha impiantato nelle zone di rimboschimento cospicue formazioni di conifere e porta avanti un’importante opera di prevenzione antincendio. L’ente forestale ha fatto sì che nell’area venissero ospitate delle oasi di ripopolamento faunistico per mufloni e cervi sardi. I dati indicano che i mufloni sono circa 25-30, mentre i cervi censiti sono all’incirca 80. Tali specie rischiavano l’estinzione per cui si tratta di un’operazione molto importante per la loro tutela. Grazie a ciò, passeggiando lungo i viali della foresta, se si è abbastanza fortunati li si può scorgere tra il verde intenso degli alberi, allo stesso modo di cinghiali, lepri, asinelli e cavalli allo stato brado.
La base del massiccio è ricoperta di piccoli laghetti artificiali: Sa Pedrosa, Sa Jone e Sos Vanzos sembrano dipinti con la tecnica dell’acquerello e costituiscono l’area in cui nidificano esemplari di avifauna acquatica, tra i quali i germani reali. Gli specchi d’acqua offrono loro rifugio stanziale e compongono l’habitat di diversi rettili e del merlo acquatico. Sulle vette è possibile osservare il volo di un falco, di un astore o di uno sparviero. Il lago maggiore ai piedi del monte è conosciuto come Rio Mannu e contribuisce alla creazione di un paesaggio da cartolina in cui la quiete invita ad ascoltare suoni altrimenti sconosciuti (o perlomeno dimenticati), come il gracchiare dei ranocchi.
La regione storica del Goceano è abitata fin da tempi remoti, a testimoniarlo è la presenza del Nuraghe Lerno, il più famoso del territorio, che si staglia sull’omonimo lago. Riscoperto recentemente, il sito è composto da un nuraghe principale e da costruzioni che lo attorniano: ciò fa presupporre che un tempo esistesse un importante villaggio comprendente anche un santuario.
Una visita merita anche Pattada, la piccola cittadina dal respiro medievale, dove si possono ammirare vicoli e strade acciottolate sulle quali si affacciano alcune palazzine in stile Liberty, alternate a case in granito con i tipici infissi in legno. La pratica della lavorazione del legno porta anche alla creazione di decorazioni tradizionali di mobili e, recentemente, anche alla realizzazione di strumenti musicali ad arco come violini, viole, violoncelli e contrabbassi degni della migliore tradizione della liuteria classica.
Non solo artigianato: a Pattada sono infatti nati e vissuti esponenti illustri della poesia in lingua sarda, come Padre Luca Cubeddu, Pesuciu, Limbudu, Sini Ogana, Moro. Ciò le è valso l’appellativo di “Culla della poesia”.
Una zona della Sardegna che merita attenzione e che ha molto da offrire. Il massiccio del Monte Lerno è assolutamente da visitare e da valorizzare, anche incrementando i servizi (quasi inesistenti), in quanto è un territorio unico che offre paesaggi mozzafiato e atmosfere che rimandano a terre lontane e luoghi fiabeschi. Un’ultima informazione, utile agli appassionati di automobilismo sportivo: il territorio ospita dal 2004 una prova del Rally Italia Sardegna, tappa del World Rally Championship, su un circuito tra i più esaltanti del campionato.