La cucina italiana delizia da sempre i palati più fini di tutto il mondo. Gli italiani, oltre ad essere dei grandi appassionati di cibo, sono però anche un popolo di internauti. Proprio per questo è nato il fenomeno del food blogging, ossia il voler raccontare i fornelli in rete attraverso blog, siti internet e pagine social.
Il termine “food blogging”, dato dall’unione delle parole food (cibo) e blog (diario di rete), comparve per la prima volta in America nel 1997 e in Italia nel 2005, quando nacque “Cavoletto di Bruxelles”, il primo blog di cucina ideato da Sigrid Verbert, una ragazza belga trasferitasi nel Bel Paese, che iniziò a condividere le sue ricette fino a farne un vero lavoro, negli anni sempre più diffuso, tanto da essere annoverato oggi tra le professioni digitali del nuovo millennio, quella del food blogger.
Il food blogger è un appassionato di gastronomia che utilizza la comunicazione digitale per fare della propria passione un business, diventando anche un consulente per le aziende ristorative. Di conseguenza, oltre a possedere un vasto sapere sull’universo del cibo, deve anche saper allestire ciò che fa da sfondo ad un piatto, in modo che possa essere fotografato e mostrato, infatti l’elemento visivo è tra i più importanti per catturare l’attenzione dei lettori, insieme al dialogo.
Nel mare magnum di food blog sicuramente il primo a venire in mente è Giallo Zafferano, ma ci sono tante giovani realtà che stanno riuscendo ad emergere. Una di queste è Italy Food Porn, nato nel 2015 dall’idea di Gian Andrea Squadrilli ed Egidio Cerrone di proporre la cucina italiana attraverso l’utilizzo vincente dell’estetica americana del food porn.
Nato quasi per gioco a Napoli, città natale di Squadrilli, questo progetto oggi conta una community vastissima, oltre 180 mila follower su Instagram e una dimensione nazionale, avendo conquistato Milano, Roma, e altre realtà regionali, Sardegna compresa.
Il referente per la Sardegna è Matteo Pintore, 21 anni, di Sassari. Appassionato di cucina fin da bambino, decide qualche anno fa di aprire un blog dedicato alle sue ricette e alle sue esperienze nei ristoranti, Unto e Bisunto, che ormai conta oltre 23 mila follower su Instagram. “Si tratta di un blog che ho aperto una mattina, mentre ero alle scuole superiori – racconta Matteo -. Parlavo sempre di cibo e per hobby andavo nei locali, assaggiando le pietanze pubblicavo storie e video, davo pareri, e questo ha fatto scalpore in una città come Sassari, è stata una novità. “Unto e Bisunto” è il primo nome ridondante che mi è venuto in mente. Ormai è il mio personaggio, tutti mi chiamano “Unto”, non più Matteo”.
Matteo diventa fan dell’azienda Italy Food Porn, segue le loro pagine social e riesce ad avere un contatto con Matteo Di Cola, il referente per Roma che, in occasione di un viaggio del ragazzo a Napoli, gli fa incontrare proprio Gian Andrea Squadrilli. “Gian Andrea mi ha informato su tutti i passi da compiere per diventare il referente sardo della sua azienda, compresa una formazione di diversi mesi – svela il giovane -. Italy Food Porn è conosciuta proprio per la qualità dei suoi contenuti, grazie ai loro insegnamenti ho imparato a proporre i pacchetti pubblicitari ai clienti, a scattare una foto specifica per ogni tipo di cibo, fare tanta esperienza incontrando diversi imprenditori e abituarmi ad avere un occhio critico”.
Matteo Pintore lavora per Italy Food Porn Sardegna dal gennaio 2020, ma l’esplodere della pandemia di Covid-19 rallenta la crescita del progetto tanto da costringerlo ad aspettare al marzo 2021, periodo di zona bianca nell’Isola, per fare un food tour delle varie realtà ristorative locali e avviare le pagine social dedicate. “In questi due anni sono riuscito a mettere le basi del progetto. Ormai ho collaborazioni in tutto il nord Sardegna e questo per me è diventato un vero lavoro. Soprattutto a Sassari sono riuscito a determinare le tendenze, in tantissimi mi seguono e, di conseguenza, quando pubblicizzo un locale decidono di provarlo. Il mio obiettivo ora è quello espandermi e portare Italy Food Porn un po’ in tutti i ristoranti dell’Isola, ad Arzachena, Macomer, Oristano e Cagliari, dove mi sono appena trasferito”.
Ma il food blogger sardo cerca anche di combattere i pregiudizi che molti hanno sulla figura dell’influencer, spesso visto come colui che approfitta della possibilità di pubblicizzare un ristorante per godere poi di pranzi e cene gratis: “Sto cercando di lavorare duramente per avviare collaborazioni importanti, preferisco lavorare con meno ristoranti ma d’élite. La prima volta mi reco in un locale per provarlo, questo è doveroso, se mi convince e troviamo un accordo allora intraprendo una collaborazione a lungo termine, ovviamente a pagamento perché questo per me è lavoro. Io mi do un valore e questo valore deve essere pagato”.
“Unto” ci porta, infine, dentro il mondo dei social, confessandoci il target dei suoi seguaci e i piatti che fanno tendenza: “Sono seguito soprattutto da padri di famiglia e ragazzi che lavorano, la fascia più alta è quella tra i 25 e i 35 anni, mentre le più basse sono quelle degli adolescenti e degli over 65. Per quanto riguarda i piatti, contrariamente a quello che si possa pensare, il sushi e i dolci sono quelli che vanno meno, anche la pizza non fa tanta tendenza, i più apprezzati sono i primi, posso confermare che la pasta è davvero virale”.