Per molti tra coloro che sono stati adolescenti o poco più negli anni Novanta, la visione del film “The Crow – Il corvo” di Alex Proyas è stata un’esperienza segnante: una storia d’amore e vendetta, per un dark fantasy struggente con una colonna sonora memorabile -tra The Cure, Stone Temple Pilots e Rage Against the Machine- e un attore protagonista, Brandon Lee, figlio del mitico Bruce Lee, talentuoso e affascinante, ma segnato da un destino tragico che si è compiuto sul set a pochi giorni dalla fine delle riprese.
Sono trascorsi esattamente 30 anni dall’uscita del film nel 1994 e, dopo un secondo capitolo accolto tiepidamente dalla critica e un terzo e un quarto completamente indipendenti dall’originale, il 29 agosto arriva nelle sale un nuovo “The Crow – Il corvo”, remake diretto da Rupert Sanders con Bill Skarsgård nel ruolo del protagonista; fin dall’uscita del teaser, si è aperto sui social media un aspro dibattito anche solo sull’opportunità di realizzare una nuova versione di questo cult, rimasto indelebilmente scolpito nella memoria del pubblico: ora il confronto diretto con l’originale è aperto e si gioca a partire dai dettagli, come l’aspetto fisico e lo stile del protagonista -dai tatuaggi agli abiti-, per arrivare ai temi più profondi trattati nella pellicola.
Il soggetto, dell’originale così come del remake, è tratto dal fumetto omonimo di James O’Barr, uscito alla fine degli anni ‘80 e ispirato a una toccante vicenda personale dell’autore, che perse la fidanzata in un incidente stradale; colpito inoltre dalla morte di una coppia di giovani fidanzati di Detroit, che vennero uccisi per un anello del valore di pochi dollari, O’Barr iniziò a scrivere e disegnare il fumetto che gli avrebbe regalato la notorietà.
Si racconta la storia di Eric Draven e Shelly Webster, fidanzati in procinto di sposarsi, uccisi senza pietà dalla banda di criminali guidata da Top Dollar; prima di morire, Eric assiste impotente allo stupro e all’assassinio di Shelly, ma una presenza soprannaturale, incarnata da un corvo nero, gli consente di tornare in vita nei panni di una sorta di angelo vendicatore, invulnerabile a ogni genere di arma, e di punire i responsabili della sua morte e di quella di Shelly.
La vendetta di Eric, l’inquietante “Corvo”, si compie, calando sulle teste dei componenti della banda di Top Dollar; tra questi, anche FunBoy, amante della madre tossicodipendente di Sherry, una ragazzina malinconica che Eric decide di proteggere e che, nella cupezza della storia, rappresenta forse l’unico raggio di speranza; il destino del Corvo, infatti, è strettamente legato alla vendetta: solo dopo averla compiuta, Eric potrà ricongiungersi all’amata nel regno dei morti.
Il fumetto di James O’Barr è stato un successo planetario, rilanciato soprattutto dall’adattamento cinematografico del 1994: indipendentemente dal valore artistico della pellicola, è fuori discussione che a decretare in parte la grande affezione del pubblico per il film sia stata anche la morte sul set di Brandon Lee, colpito da una vera pallottola accidentalmente caricata su un’arma di scena e vittima di una drammatica sovrapposizione con il personaggio di Eric; per qualunque altro attore, dunque, la sfida all’interpretazione di questo vendicatore decadente sarebbe stata ardua e, non a caso, sono trascorsi 30 anni prima che il remake, di cui a lungo si è vociferato, sia stato realizzato.
Oltre a Bill Skarsgård, nel cast compaiono anche la cantautrice FKA twigs nel ruolo di Shelly e Danny Huston in quello di Vincent Roeg, antagonista di Eric; il regista Rupert Sanders, già alla direzione di pellicole visivamente molto interessanti come “Biancaneve e il Cacciatore” e “Ghost in the Shell”, ha dichiarato di aver voluto portare sul grande schermo un Eric Draven capace di parlare ai ventenni di oggi: anche così, dunque, si spiegano le differenze sostanziali nell’aspetto del protagonista, sia rispetto al fumetto che al film originale.
Con buona pace dei nostalgici, spetta ora proprio al pubblico più giovane giudicare se questo adattamento contemporaneo di una storia potente, in fondo senza tempo, renda giustizia a Eric Draven, personaggio nato tra le pagine di un fumetto di cui, nel 2011, è stata pubblicata l’edizione definitiva; le doti attoriali di Bill Skarsgård, capace di regalare alle sue interpretazioni un’intrigante nota d’inquietudine -si pensi a “It” o alla serie “Clark“- sono ormai ben note e anche la canzone scelta per il trailer, “Take What You Want” di Post Malone featuring Ozzy Osbourne e Travis Scott, preannuncia una colonna sonora di tutto rispetto, così com’è stato per il film originale. Anche a distanza di 30 anni, in definitiva, sembra che il Corvo sia pronto a compiere la sua vendetta.