Banditi a Orgosolo occupa una posizione riconosciuta nella storia del cinema mondiale. Dalla sua uscita nel 1961, con il premio come miglior opera prima alla Mostra del cinema di Venezia, è stato via via sempre più apprezzato per le sue qualità cinematografiche e narrative fino ad arrivare alla famosa frase di Martin Scorsese di pochi anni fa che lo definisce un capolavoro indiscusso.
Così, a distanza di sessant’anni la pellicola viene ancora proiettata nelle rassegna sui classici del cinema nelle grandi città di tutto il mondo.
Per la Sardegna Banditi a Orgosolo riveste un valore ulteriore perché negli anni ha assunto il carattere di film di fondazione, opera da cui è difficile prescindere quando si riflette sull’immaginario cinematografico legato all’isola.
Su questa pellicola di Vittorio De Seta è appena uscito un libro di Antioco Floris che oltre a inquadrare il film nel contesto di produzione e di ricezione internazionale, raccoglie i materiali che documentano la sua realizzazione: appunti, fotografie di scena e di set, la sceneggiatura desunta, riflessioni dell’autore. Il libro, progettato con lo stesso regista poco prima che morisse e pubblicato dall’Editore Rubbettino, si definisce nell’ambito di un progetto di ricerca dell’Università di Cagliari finanziato dalla Regione Sardegna e prende corpo grazie anche ai materiali conservati alla Cineteca Sarda.
Il volume verrà presentato alla MEM (Mediateca del Mediterraneo) giovedì 23 maggio alle 17.30 alla presenza dell’autore. Coordinati da Antonello Zanda, interverranno Gianni Filippini, decano dei giornalisti della Sardegna e all’epoca dell’uscita del film critico cinematografico dell’Unione Sarda, Michelina Masia, docente di Sociologia del diritto e di Antropologia giuridica all’Università di Cagliari, e Sergio Naitza, critico cinematografico e regista documentarista.
La partecipazione è libera.