Quando si pensa alla città di Cagliari durante la stagione estiva il primo luogo a venire in mente non può che essere uno: il Poetto, la bellissima spiaggia che si estende per otto lunghi chilometri, dal suggestivo porticciolo turistico di Marina Piccola, con il promontorio della Sella del Diavolo che si affaccia sul mare, fino alla spiaggia di Quartu Sant’Elena.
Mare, sport, passeggiate, giochi, musica, locali, ristoranti e i caratteristici chioschetti. Tutto questo rappresenta il Poetto nelle lunghe estati calde cagliaritane, e in tanti non rinunciano a viverlo nemmeno durante i mesi invernali. Basta però tornare indietro di poco più di cento anni per scoprire che tutta la vita che oggi circonda questo luogo simbolo della città si contrappone alla desolazione di quei tempi.
Storicamente luogo caratterizzato dall’attività di estrazione del sale, di presenza di torri di avvistamento anti-barbaresche e principale punto di approdo per i corpi di spedizione spagnolo e francese, fino alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento il Poetto non era frequentato come spiaggia, i cagliaritani preferivano le spiagge di Sa Perdixedda, dove oggi sorge la parte ovest del porto, nei pressi di Viale La Plaia, e di Giorgino, frequentate rispettivamente dai ceti meno abbienti e dai più abbienti, anche a causa della mancanza di vie di comunicazione che collegassero il centro della città con il Poetto.
Solo dal 1913, anno in cui venne costruito il primo Bagno, il Bagno Carboni, e col miglioramento dei trasporti, grazie al sistema tranviario, la spiaggia iniziò ad essere frequentata sempre di più. Nacquero i primi stabilimenti, il Lido e il D’Aquila, che offrivano serate di musica e ballo persino durante la Prima guerra mondiale, i chioschetti e, su imitazione delle cabine del Lido, comparvero i primi casotti, baracche amovibili di legno, colorate, che iniziarono ad occupare la spiaggia tra il 1920 e il 1930. A seconda delle dimensioni, molti casotti non si limitarono ad essere degli spogliatoi ma delle minuscole case in riva al mare. Ecco che così, quella che oggi viene soprannominata la spiaggia dei Centomila divenne il luogo di villeggiatura dei cagliaritani.
Una battuta d’arresto a questo sviluppo del Poetto fu rappresentata dalla Seconda guerra mondiale con le truppe nazifasciste che, temendo uno sbarco delle forze americane proprio lungo la costa sud-occidentale dell’Isola, occuparono diversi casotti, distruggendone tanti altri. Tuttavia, molti furono ricostruiti dopo la guerra e, già negli anni ’50, il Poetto divenne un luogo di svago e divertimento, una vera “città estiva”.
Fino agli anni Settanta il numero dei casotti fu in continua crescita, veniva occupato ogni spazio disponibile, se ne contarono in tutto 1400, e il loro aspetto andò sempre migliorando, si andava dai più semplici a quelli che riproducevano dei veri e propri villini su due piani, erano sistemati per file e i loro colori variegati spiccavano tra la sabbia bianca, con le sue inconfondibili dune, e il mare cristallino.
Ben presto iniziarono a sorgere diversi problemi. Dal punto di vista urbanistico regnava sempre di più il caos, oltre alla mancanza di una rete fognaria e di un servizio di docce pubbliche che compromettevano le condizioni igienico sanitarie di tutto il litorale, soprattutto della parte occupata dai casotti. Con le indagini dell’Unità Sanitaria Locale durante l’estate del 1985 la spiaggia fu dichiarata insalubre e fu accertata la presenza di batteri e di parassiti. La conseguenza fu l’abbattimento dei primi casotti, in particolare di quelli che si trovavano in prossimità di Marina Piccola. Nel marzo del 1986 tutti i casotti furono abbattuti. Si iniziò a combattere contro l’erosione del Poetto dopo che uno studio del 1989 della Mediterranea Survey and Service MSS S.p.A. accertò come probabili cause del degrado dell’arenile la costruzione degli stabilimenti balneari, dei casotti e delle villette, oltre che della strada litoranea. Per rimediare alla scomparsa di una buona parte della spiaggia, nel 2002 fu eseguita un’azione di ripascimento, ossia di accumulazione della sabbia.
Nonostante i numerosi cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, il Poetto continua ancora oggi ad essere il principale luogo di riferimento di tutti i cagliaritani. Sono rimasti i chioschetti, numerosi stabilimenti balneari ed è nato un vero e proprio quartiere con ville esclusive abitate durante tutto l’anno come residenza principale, ma quelle semplici quanto suggestive casette di legno, dai colori pastello, continuano a vivere nei ricordi e ad essere raccontate nelle storie di coloro che hanno potuto conoscere questo vero e proprio simbolo della Cagliari di una volta.