La speranza degli ultimi giorni è finalmente diventata una certezza, da domani, lunedì primo marzo, la Sardegna sarà la prima regione d’Italia ad accedere alla zona bianca. Nella giornata di sabato il Ministro della salute, Roberto Speranza, ha infatti firmato l’ordinanza che porta l’Isola ad essere considerata un territorio a rischio coronavirus molto basso, grazie ad una serie di parametri positivi che la Sardegna è riuscita a rispettare per tre settimane consecutive, in particolare un indice RT inferiore a 1 e un’incidenza di non più di 50 casi di Covid-19 ogni 100.000 abitanti.
Grande la soddisfazione espressa dal Presidente della Regione, Christian Solinas, che ha affermato: “Un grande risultato ottenuto grazie all’impegno di tutti i sardi, ma non è un punto d’arrivo, piuttosto è un punto di partenza. È un riconoscimento dei tanti sacrifici fatti in questi mesi dai sardi, delle loro attenzioni e dello scrupolo posto nell’osservanza delle regole di sicurezza, che deve essere un motivo in più per mantenere alta la guardia contro il virus, per non vanificare tutto con atteggiamenti imprudenti”.
La zona bianca, che si è aggiunta alle altre tre zone, gialla, arancione e rossa, a partire dal 16 gennaio, in virtù del decreto legge del 14 gennaio 2021, implica che non vengano applicate la maggior parte delle misure restrittive previste dai DPCM per le altre tre zone, con una situazione che si avvicinerebbe quasi al ritorno alla normalità.
Le nuove regole in vigore da lunedì consentiranno la riapertura di bar, ristoranti e luoghi di ristoro anche oltre alle ore 18, con possibilità di effettuare il servizio al tavolo e al bancone, non più solo l’asporto e il servizio a domicilio. Ma non solo, riapriranno anche palestre, piscine e centri estetici, rialzeranno il sipario cinema e teatri, dopo la riapertura dei musei e degli altri luoghi di cultura già avvenuta in zona gialla. Restano in ogni caso sospesi gli eventi che possono causare assembramenti, come le fiere e i congressi, rimangono chiusi anche sale da ballo, discoteche e locali simili, sia all’aperto che al chiuso.
L’allentamento delle restrizioni determinerà, secondo le stime della Coldiretti, una vera boccata d’ossigeno, dal punto di vista economico, per almeno 12mila attività, con un possibile incremento dell’80% del fatturato.
Si tratterà comunque di una “zona bianca controllata”, continueranno infatti ad essere applicate le principali misure anti-contagio, in particolare l’obbligo di indossare la mascherina sia all’aperto che nei luoghi chiusi, l’igienizzazione delle mani, il divieto di assembramento e il rispetto del distanziamento sociale. Confermato anche il coprifuoco notturno, che dovrebbe però essere posticipato.
Non si tratterà dunque di un “liberi tutti” e le riaperture avverranno gradualmente. È attesa infatti, entro la giornata di oggi, l’ordinanza del Governatore Solinas, che entrerà in vigore da domani e che specificherà come verranno organizzati gli allentamenti. L’Assessore regionale alla salute, Mario Nieddu, ha spiegato ai microfoni di Videolina: “Un percorso di graduali riaperture che sarà concordato in un tavolo tecnico con Istituto Superiore di Sanità e Ministero, ma si presume di iniziare con bar e ristoranti, poi in base al monitoraggio settimanale avremo modo di valutare i successivi passaggi. Non ci sarà libertà di comportarsi in maniera non consona e adeguata alla gestione della pandemia. La variante inglese è uno dei motivi per cui non c’è quell’applicazione della zona bianca che consentirebbe riaperture in libertà”.
Variante inglese che preoccupa sempre di più. Dopo i diversi casi registrati nel nord dell’Isola e che hanno determinato il ritorno in lockdown dei comuni di Bono, San Teodoro e La Maddalena, iniziano a registrarsi anche parecchi contagi nel sud Sardegna, in particolare a Gonnesa, Iglesias, Dolianova, Sinnai, Sanluri, Furtei, San Vito, Donori, Assemini, Capoterra, Monserrato, casi probabilmente destinati a salire. Gli esperti del Policlinico Universitario di Monserrato stanno continuando a sequenziare tamponi, solo nella giornata di ieri hanno cominciato ad esaminarne 500. Non si può perciò escludere l’adozione di specifici provvedimenti. Nonostante la zona bianca è prevista, infatti, la possibile adozione di nuove misure restrittive in presenza di attività rilevanti dal punto di vista epidemiologico.
Affinché la Sardegna continui a restare nella zona bianca, conquistata con fatica e sacrifici, e per fare in modo che i casi di variante inglese restino circoscritti e non dilaghino, la raccomandazione non può che essere una sola per tutti: buon senso!