Pittore e professionista di breakdance: le due anime di Roberto Chessa sono interconnesse. La passione per la pittura, inizialmente trasmessa dal padre, è maturata attraverso la scelta di frequentare l’Istituto d’Arte prima, e l’Accademia di Belle Arti poi. È invece l’interesse per i graffiti ad orientarlo alla cultura Hip Hop. Contemporaneamente alla realizzazione dei suoi primi graffiti, resta affascinato dalle acrobazie di breakdance che vede fare da alcuni ragazzi su pezzi di cartone e linoleum. Da autodidatta apprende i movimenti base e nel 1993 forma, a Sassari, il gruppo dei “Sirbones”, ottenendo notevoli risultati nel panorama italiano ed estero. Dopo aver frequentato la scuola di Giovanni Manunta a Cagliari (conosciuto come “Pastorello”), la sua pittura cambia in maniera radicale: è l’inizio dello stile geometrico. Si tratta di un modo di dipingere molto particolare, che lascia spazio alla libera interpretazione di chi osserva i suoi quadri.
Le forme geometriche prendono forma sulle tele senza un’idea precisa, l’opera finale è il risultato di ciò che Roberto definisce “intuizioni geometriche”, originate dal trasporto, durante la creazione, offerto dal colore e dalle forme.
Le sagome sono realizzate a mano libera – senza l’uso di righe o mezzi – in quella che l’artista considera una costante sfida con se stesso. Osservando le opere finali, si può senza dubbio affermare che la sfida sia vinta, poiché sembra quasi impossibile che i coni e le figure presenti nei quadri siano stati creati senza l’ausilio di strumenti di misurazione o moderni software. All’equilibrio e all’armonia delle opere l’artista arriva tramite un procedimento simile a quello che si usa in scultura, dove si aggiunge e si toglie, fino a quando si rende conto che l’opera funziona, e si ferma.
L’ispirazione maggiore di Roberto Chessa è costituita dalla Urban Culture: il vivere a Londra per diverso tempo ha sicuramente favorito una conoscenza della street art e della urban dance inglese, alla quale hanno contribuito le esperienze nelle principali cittadine sarde (nato a Nuoro, Roberto ha vissuto successivamente a Sassari, frequentando Cagliari per motivi di studio).
Le influenze di tali correnti emergono nella sua duplice espressività, l’artista segue infatti la via dell’improvvisazione, del ritmo (il leggendario beat del filone generazionale caratterizzato dal vivere on the road), dell’equilibrio e del controllo.
Gli elementi architettonici presenti nelle sue opere sono curati nei dettagli dal punto di vista del colore, delle linee e della profondità. Un requisito fondamentale per apprezzare le sue opere è senza dubbio la fantasia: la capacità di identificarsi in quello che si osserva e di giocare con le sensazioni di una pittura tridimensionale.
In attesa di poter riprendere ad esporre i suoi progetti, Roberto Chessa continua a creare, portando avanti la sua personale ricerca estetica.