Se Hitler avesse avuto a disposizione la tecnologia odierna ad assecondare la sua follia, probabilmente avrebbe dato del filo da torcere alle truppe alleate, più di quanto non abbia fatto durante la Seconda Guerra Mondiale.
A dimostrarlo è un grossolano fallimento dell’ingegneria nazista, quello del Messerschmitt Me 323 “Gigant”: un enorme aereo da trasporto a sei motori con un’apertura alare di circa 60 metri, che lo rende il più grande aereo impiegato durante la guerra. È certo che due di questi colossali velivoli, si siano schiantati sull’isola di La Maddalena. Uno dei due, inabissatosi a pochi chilometri dalla costa, ha riposato sul fondo del mare per 70 anni, senza che nessuno abbia mai trovato alcuna traccia della sua esistenza. Fino a pochi anni fa.
Secondo i documenti e le testimonianze dell’epoca, il 26 luglio 1943 due Gigant decollano dalla Toscana con destinazione Olbia. Dopo aver caricato a bordo numerosi soldati feriti, i due aerei da trasporto ripartono per far ritorno alla base. A pochi minuti dal decollo, una pattuglia composta da 8 Beaufighter, caccia britannici della RAF, avvista i due Gigant e apre il fuoco nei cieli di La Maddalena. I due mastodontici aerei tedeschi, lenti e difficili da manovrare, hanno i minuti contati contro gli agili e meglio armati caccia britannici. Uno dei Messerschmitt viene colpito e cade in mare nei pressi di Caprera, mentre il secondo cerca inutilmente di scappare verso terra, ma viene abbattuto poco dopo per poi schiantarsi sull’isola, a Mongiardino. Alcuni soldati tedeschi riescono a salvarsi e vengono ricoverati all’ospedale militare di La Maddalena, mentre per gli altri non c’è nulla da fare.
I decenni passano, e l’aereo inabissatosi viene pian piano dimenticato finché, un giorno, un pescatore trova nella sua rete una targhetta metallica, scritta in francese, appartenente a qualcosa che si trova sul fondale al largo di Caprera. Questo piccolo indizio attira l’attenzione di Cristina Freghieri, subacquea e scrittrice, e Aldo Ferrucci, sommozzatore professionista ed esperto di relitti, che, nel 2012, organizzano una spedizione per perlustrare il fondale. Ciò che si trovano di fronte durante l’immersione, è uno spettacolo da mozzare il fiato, un ritrovamento unico nel suo genere di un reperto che ormai veniva considerato quasi una leggenda metropolitana: il Messerschmitt Me 323 “Gigant”. Impossibile confonderlo con qualcos’altro grazie alla sua struttura ad ala alta e ai sei motori ancora intatti, anche se ricoperti di coralli. Dei circa duecento esemplari che sono stati prodotti dal 1940 e che sono rimasti in servizio fino al 1944, quello di Caprera è l’unico che sia mai stato rinvenuto.
Il Messerschmitt Me 323 nasce dall’urgente necessità di Hitler di disporre di un grosso mezzo aereo che potesse trasportare a grandi distanze truppe, armamenti e provviste per mettere in pratica il suo piano di invasione della Gran Bretagna. Così i suoi ingegneri sviluppano, in poche settimane, l’Me 323 partendo da una versione precedente chiamata Me 321, un grosso aliante con una leggera struttura in tubi e una copertura in tela perché non fosse appesantito dalla fusoliera metallica. All’aliante vengono aggiunti i sei motori prodotti in Francia (occupata dalla Germania), una cabina per l’ingegnere di volo e un nuovo modello di carrello d’atterraggio che consentiva al velivolo di atterrare su qualsiasi superficie. Disporre di un velivolo da trasporto del genere è sicuramente vantaggioso, perciò il progetto del Gigant continua anche dopo che l’invasione dell’Inghilterra viene accantonata.
Questo imponente aereo aveva una capacità di carico impressionante. Oltre a uomini e provviste, era in grado di trasportare cannoni contraerei e un carrarmato medio tipo Panzer IV. Ma i difetti di una progettazione improvvisata superavano i pregi: la sua lentezza e la difficoltà di manovra lo rendevano un ottimo bersaglio per il fuoco nemico. Ecco che le acque cristalline di Caprera sono diventate, così, un meraviglioso museo naturale a custodia di questo relitto unico al mondo, ed un perfetto sacrario dove i soldati caduti e dimenticati per così tanti anni possono riposare.