Rigenerare il corpo e la mente, seguire percorsi di benessere e bellezza, godere di momenti di vero relax e, al tempo stesso, fare un viaggio ricco di storia e cultura alla scoperta di importanti resti risalenti non solo all’epoca romana ma, addirittura, all’epoca nuragica.
Vivere una simile esperienza è possibile recandosi in un piccolo comune di appena quattromila abitanti della provincia del Sud Sardegna, situato proprio al centro del Medio Campidano, vicino al confine tra le province di Cagliari e Oristano. Sardara, un affascinante borgo con vocazione termale circondato da siti archeologici e testimonianze medievali.
Un territorio pianeggiante di terra argillosa di colore rosso e un suggestivo centro storico caratterizzato da case campidanesi fatte in mattoni di fango che affonda le sue radici nel Medioevo, quando si sviluppò sulle colline di Monreale questo paesino dedito all’agricoltura. Appartenente al giudicato di Arborea, è dominato dal Castello di Monreale, un’imponente fortificazione costruita tra il ‘200 e il ‘300, probabilmente proprio dagli Arborea.
Ma visitando Sardara è possibile andare ancora più lontano nel tempo, tutta l’area è infatti disseminata di tracce di costruzioni nuragiche, necropoli e pozzi sacri. Tra tutti spicca il villaggio nuragico col pozzo sacro di Sant’Anastasia, appartenente al IX-VIII secolo a.C., situato all’interno del centro abitato, di fronte all’omonima chiesetta di Sant’Anastasia. Il pozzo, conosciuto nel periodo nuragico per le proprietà curative della sorgente, è ancora ben conservato. All’epoca era definito “fontana dei dolori” talmente era ritenuto prodigioso per curare i mali del corpo, divenendo meta di pellegrinaggio per malati e sofferenti.
Ma fu nel periodo romano che le acque termali acquistarono la loro importanza. I Romani, infatti, nel II secolo a.C., costruirono un insediamento proprio dove si trovavano le sorgenti calde e, data la vicinanza con la colonia punica di nome Neapolis, le antiche terme romane presero il nome di “Acquae Neapolitanae”. Nacquero così le più antiche terme romane di tutta l’Isola, i cui resti sono ancora visibili. Nello stesso territorio nel XIII secolo venne realizzato il Santuario di Santa Maria delle Acque, a circa due km a nord-ovest del paese, lungo la strada per Pabillonis. Questo santuario mariano era dedicato al culto delle acque terapeutiche.
È proprio qui, accanto ai resti delle antiche terme romane, che ancora oggi si trovano gli stabilimenti termali, immersi in un bosco di eucalipti. Le millenarie acque termali di Sardara hanno origine dalla filtrazione delle acque piovane a migliaia di metri di profondità, per riemergere poi, ricche di minerali, ad una temperatura compresa tra i 45 e i 60 gradi.
Lo stabilimento delle “Antiche Terme” è uno dei due centri termali di Sardara, esiste infatti un altro impianto che si chiama “Sardegna Termale” che possiede le stesse proprietà.
Le acque termali di Sardara sono classificate come bicarbonato-alcalino-sodiche, inoltre per le alte temperature a cui sgorgano possono essere definite ipertermali e termominerali. Si tratta di una tipologia di acque termali molto rara in Italia, considerata addirittura molto simile a quella della località francese di Vichy.
Il fango e le acque termali hanno effetti curativi molto importanti: stimolano la circolazione sanguigna, hanno un’azione antinfiammatoria, antisettica e detergente. Sono indicate per trattamenti post chirurgici, cure riabilitative, fisioterapia, disturbi locomotori, dell’apparato digerente, problemi respiratori e per il trattamento degli inestetismi della pelle.
Tra i trattamenti a cui è possibile sottoporsi presso gli stabilimenti termali di Sardara spiccano le cure inalatorie, che consistono nell’introdurre nelle vie respiratorie o nell’orecchio medio minuscole particelle di acqua minerale, o i gas in essa contenuti, per curare le infezioni delle alte e basse vie respiratorie e per prevenire patologie a livello pneumologico e otorinolaringoiatrico; le cure idropiniche, che consistono nell’assunzione di acqua termale per via orale che agisce a livello intestinale, gastroenterico e sull’apparato urinario; rimedi per la sordità rinogena, che consiste in una riduzione della capacità uditiva dovuta a patologie croniche delle prime vie aeree o conseguenti ad otiti sierose o catarrali, e che viene curata attraverso le insufflazioni endotimpaniche, ossia l’introduzione nell’orecchio medio, attraverso le tube di Eustachio, di acqua termale allo stato gassoso per mezzo di una piccola sonda introdotta nella cavità nasale; le cure fisioterapiche con cicli di massoterapia, mobilizzazioni, trazioni cervicali e emolinfodrenaggio; la balneoterapia che utilizza il fango, ormai maturo e mineralizzato, per esercitare un’azione antinfiammatoria, antidolorifica e miorilassante determinando un rallentamento di malattie come osteoartrosi, fibromialgia, artriti croniche, periartropatie, traumi ormai postumi e sindromi radicolari; la riabilitazione termale e motoria che consente un recupero delle funzioni alterate e un miglioramento della qualità della vita attraverso gli effetti benefici della piscina termale e della fisiokinesiterapia; la cura degli inestetismi della pelle del viso e del corpo attraverso trattamenti con il fango, trattamenti orientali, trattamenti estetici per il viso, massaggi snellenti, percorsi di fitness come yoga, pilates e acqua fitness. Non mancano infine percorsi di benessere e relax attraverso il “Thermarium” dove è possibile usufruire della spa, del bagno turco, della sauna finlandese e di docce filiformi emozionali.
Si tratta di un’esperienza unica e preziosa di cui possono godere i clienti dell’hotel e i tanti pazienti che, grazie alla convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, si recano in questa oasi di salute e benessere che, già dagli antichi Romani, conquista chiunque la visiti e ne sperimenti i benefici.