Dopo le interminabili videoconferenze che hanno caratterizzato la quotidianità degli scorsi due anni, trascorrere del tempo lontani dai ritmi frenetici è sempre più un’esigenza.
Contrariamento allo stereotipo che vuole la Sardegna regina del turismo mondano, la nostra isola è però ricca anche di piccole oasi di pace. Una di queste è Lollove, o Lollobe in sardo, un piccolo e antico borgo nel cuore dell’isola, a circa 15 chilometri da Nuoro.
Scommettendo sulle potenzialità della sua unica frazione, l’amministrazione comunale del capoluogo barbaricino ha deciso di candidarla per l’ammissione a I Borghi più belli d’Italia, associazione nata con lo scopo di valorizzare il patrimonio dei piccoli centri italiani esclusi dai percorsi turistici più battuti. Il fascino pastorale delle piccole casette in pietra immerse nel verde della macchia mediterranea e della chiesetta tardo gotica aragonese di Santa Maria Maddalena hanno convinto la giuria ad assegnare a Lollove il prestigioso riconoscimento.
La promessa è quella di un progetto di rilancio in grado di invertire il processo di spopolamento che ha condotto gli abitanti a ridursi da 540 ad una dozzina nel giro di un secolo.
E se un tempo l’assenza di servizi portò molti a cedere al crescente richiamo della vita cittadina, oggi Lollove, con i suoi pochi abitanti e una comunità di affezionati, fa del suo essere completamente offline uno dei cardini della sua attrattività.
Disconnettere dalla rete (niente linea telefonica, né un barlume di segnale per i cellulari) per ricaricare le energie attraverso attività semplici, ritmi lenti e il contatto con la natura, all’insegna di un turismo slow, ma anche andare alla ricerca di storia, tradizione e cultura enogastronomica: queste le opportunità che può offrire il minuscolo villaggio.
L’ingresso di Lollove nel novero de I Borghi più belli d’Italia è solo l’ultima delle attività volte alla valorizzazione del territorio.
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Tutto è cominciato nel 2012 con il coinvolgimento della frazione nel circuito di Cortes Apertas, nota manifestazione isolana che da settembre a dicembre permette di godere del patrimonio enogastronomico ed artigianale barbaricino, mettendo a disposizione dei visitatori i cortili delle abitazioni storiche. Su questa scia, il giovane di origini lollovesi Roberto Chessa ha recentemente realizzato, all’interno di una dimora ormai dismessa, una Casa Museo dedicata alla memoria delle tradizioni agropastorali sarde.
Il 2018 è stato poi la volta dell’inserimento in Cammini e Percorsi, progetto teso alla riqualificazione e riuso di immobili pubblici situati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi.
Infine, l’estate del 2020 ha visto la nascita del Festival Letterario Deleddiano, inaugurato in occasione del centenario della pubblicazione del romanzo di Grazia Deledda, La Madre, la cui ambientazione è ispirata proprio a Lollove. La vicenda narra dell’amore proibito tra don Paulo, parroco del posto, e la bella Agnese e dei tormenti che questo sentimento produrrà nelle loro vite.
A quanto pare però queste scelte narrative non sono state completamente casuali, un tempo infatti gli anziani raccontavano di una leggenda secondo la quale delle suore, appartenenti all’ordine delle francescane penitenti, vennero improvvisamente allontanate dalla comunità perché scoperte ad avere relazioni con dei pastori. Questo fatto provocò il loro risentimento al punto che, andandosene, gettarono sul paese una maledizione “Lollove as a esser chei s’abba è su mare: no as a crescher nen parescher mai!», ovvero “Lollove sarai come l’acqua del mare: non crescerai e non morirai mai!”.
In barba ai cattivi auspici, Valeria Romagna, Assessora al Paesaggio del Comune di Nuoro, ha recentemente dichiarato che l’interesse verso le unità immobiliari di Lollove è già aumentato in seguito all’ingresso della frazione nel palmarès dei borghi più belli dello stivale.
Nulla di sorprendente: le cosiddette vacanze rurali, secondo un sondaggio di Agriturist dell’estate del 2021, complice la situazione pandemica che ci ha obbligati al distanziamento, sarebbero state tra i desideri del 47% degli italiani. Chissà che questo aumento di visibilità legato alle nuove tendenze del turismo sia in grado di sfidare la maledizione e condurre a una vera e propria rigenerazione della comunità.