Per riprodurre una fiaba non potrebbe probabilmente esistere ambientazione migliore di un magico borgo in cui svetta un imponente castello che dall’alto guarda il mare.
Il remake live-action del celebre classico d’animazione “La Sirenetta”, che sta avendo un grande successo nei cinema di tutto il mondo, ha fin da subito catturato l’attenzione del grande pubblico anche per i luoghi da sogno scelti per le sue riprese. Gli scenari che fanno da sfondo al film della Disney sono infatti le coste del nord della Sardegna, in particolare quelle di Castelsardo, Aglientu e Golfo Aranci.
“Abbiamo cercato ovunque, in tutte le Isole del Mediterraneo, Croazia, Grecia” – ha raccontato Russen Allen, production manager della pellicola.
“Non volevamo solo spiagge incontaminate, ma anche uno scenario roccioso, degli scogli e un po’ di drammaticità” – hanno invece affermato il regista e produttore, Rob Marshall, e lo scenografo John Myhre, il quale ha infine rivelato: “Avevamo trovato la Sardegna nei nostri sogni prima di andarci”.
Sì, perché proprio in Sardegna hanno trovato il castello sulle rocce che era stato disegnato nella prima illustrazione della pre-produzione del film come dimora del personaggio maschile protagonista, il principe Eric. Si tratta del Castello dei Doria che si trova, a picco sul mare, nel meraviglioso borgo medievale di Castelsardo.
Questa incantevole cittadina della provincia di Sassari, abbarbicata su un promontorio del cuore del Golfo dell’Asinara da cui si può godere un panorama unico fino alla Corsica, è riconosciuta ormai da tempo come uno dei borghi più belli d’Italia e rappresenta uno scrigno di storia, bellezze naturalistiche e tradizioni artigiane e religiose.
Il suo nome è indissolubilmente legato a quello del castello fatto edificare nel 1102 o, secondo studi successivi, nel 1272, dai Doria, una famiglia di mercanti genovesi che conquistò il potere e fece fortificare il borgo che denominò, inizialmente, Castelgenovese. Il maniero fu per un certo tempo la dimora di Brancaleone Doria e di Eleonora d’Arborea, sua moglie. La città fu in seguito conquistata dagli aragonesi assumendo il nome di Castelaragonese almeno fino al Settecento, periodo in cui presero il potere i Savoia attribuendole l’attuale nome di Castelsardo.
Il castello si trova sul punto più alto del colle, è protetto da una spessa cinta muraria ed ancora ben conservato. È accessibile via terra attraverso una ripida scalinata e nell’ingresso sono ancora conservati i cardini della porta della città. Attualmente ospita al suo interno il “Museo dell’Intreccio Mediterraneo” (MIM), visitabile tutto l’anno e articolato in nove sale distribuite su due piani. Qui è possibile ammirare l’arte dell’intreccio, la rinomata produzione artigianale locale realizzata proprio intrecciando fibre vegetali provenienti da tutto il Mediterraneo. L’esposizione comprende principalmente i cestini tipici di Castelsardo, quali corbule, canestri, crivelli e setacci, ma anche manufatti utilizzati per la vita quotidiana e l’attività lavorativa. Uno dei pezzi forti è “su fassoi”, la tipica imbarcazione dei pescatori degli stagni di Cabras e Santa Giusta. Il percorso museale include, infine, anche la visita al medievale camminamento delle sentinelle e al ponte levatoio.






Tutto attorno al Castello si sviluppa la cittadina, fatta di case colorate, costruite a scacchiera, e che si perdono nei “carruggi”, i tradizionali vicoli che ancora oggi caratterizzano il centro storico. Vi sono poi il Palazzo “La Loggia”, sede del consiglio comunale, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con il Cristo nero, ligneo, e la cinquecentesca Concattedrale di Sant’Antonio Abate, anch’essa protesa sul mare. Qui sono presenti degli affreschi attribuiti al più importante pittore manierista sardo, Andrea Lusso, e la tavola della Madonna con Bambino assisa in trono che fu dipinta dal cosiddetto Maestro di Castelsardo, un pittore la cui identità è tuttora oggetto di discussione. A caratterizzare l’edificio di culto sono un campanile, circondato da una cupola in maiolica, che fungeva da faro e quindi da torre di difesa, e la presenza di cripte sotterranee in cui anni fa, durante alcuni lavori di restauro, sono stati rinvenuti dei resti umani, si ipotizza di aristocratici deceduti nei secoli scorsi a causa delle malattie e pestilenze che avevano colpito il borgo.
Nei dintorni del comune, lungo la strada che collega Castelsardo al piccolo paese di Sedini, spicca una caratteristica roccia che gli agenti atmosferici hanno modellato nel corso dei secoli fino a farle assumere la forma di un gigantesco elefante seduto, e per questo chiamata proprio Roccia dell’Elefante. Questa è, inoltre, una zona molto interessante dal punto di vista archeologico per la presenza, nelle vicinanze, di due Domus de Janas risalenti al periodo prenuragico.
Le coste che circondano la cittadina, contribuendo a renderla un’ambita meta turistica, sono di trachite rossa e fatte di piccole insenature, ad eccezione delle spiagge della frazione di Lu Bagnu, caratterizzate da sabbia dorata e acqua cristallina. Non lontano, per gli appassionati di windsurf e vela, invece, sono imperdibili le scogliere e la spiaggia di Punta la Capra dove, fra il mare e gli scogli, si è creata una vera e propria piscina naturale.
Le innumerevoli bellezze di Castelsardo sono state celebrate dalla stessa Disney. In occasione dell’uscita della rivisitazione de La Sirenetta, uno spettacolo di luci creato con le proiezioni delle immagini del film – mai realizzato prima in Europa da oltre 700 metri di distanza – ha, infatti, illuminato questo borgo ormai alla ribalta internazionale.