La prima edizione fu nel 2011, esattamente dieci anni fa. Da allora, il convegno internazionale di archeoastronomia “La misura del tempo”, coordinato e diretto dal Circolo culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana, è diventato un appuntamento imperdibile, che anno dopo anno richiama a Sassari scienziati, studiosie semplici appassionati di questo affascinante ambito di indagine multidisciplinare. “La misura del tempo”, occasione di incontro tra esperti del settore, costituisce inoltre un’opportunità per i non addetti ai lavori di conoscere e apprezzare i risultati di importanti ricerche di grande interesse e rilevanza scientifica.
Alla base dell’iniziativa vi è, infatti, l’omonimo progetto di ricerca che queste due importanti istituzioni conducono dal 2011, in merito alle conoscenze che gli antichi avevano dei fenomeni celesti e sui legami tra queste e l’ordinamento sociale, economico e religioso delle comunità della Sardegna antica.
Per celebrare il traguardo del primo decennale, “La misura del tempo” ritorna venerdì 3 dicembre, nella Sala conferenze della Fondazione di Sardegna, in via Carlo Alberto 7, con un’intensa giornata di studi, durante la quale, a partire dalle 9:30 di mattina, si alterneranno al tavolo dei relatori astronomi, astrofisici, archeologi e divulgatori scientifici di riconosciuta esperienza internazionale, in rappresentanza dell’Università di Sassari, della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, dell’Università “La Sapienza” di Roma e di un numeroso e ampio parterre di istituzioni e gruppi scientifici. “La misura del tempo” gode del patrocinio del Comune di Sassari, del patrocinio e sostegno della Regione autonoma della Sardegna e dalla Fondazione di Sardegna.
L’incontro è aperto a tutti con green pass, fino ad esaurimento posti (consigliata la prenotazione, mandando una mail a [email protected], o telefonando al 328.7694678). Tantissimi gli argomenti in programma: dai santuari nuragici della Sardegna all’orientamento astronomico degli “Ushnu”, le misteriose piattaforme cultuali degli Inca delle Ande dell’Argentina, passando per i menhir di Cerami, straordinario complesso megalitico scoperto due anni fa in Sicilia, i templi di Cuma, il mausoleo di Romolo nella Villa di Massenzio a Roma.
I saluti istituzionali sono affidati al presidente della Società Italiana di Archeoastronomia Elio Antonello (Osservatorio Astronomico di Brera-Inaf), che aprirà la sessione della mattinata con l’intervento “Astronomia e Paleoclimatologia del Quaternario, con qualche riferimento alla Sardegna”. Su “Lo studio delle geometrie arcaiche: un riassunto dei risultati e le attuali prospettive di ricerca” si concentrerà invece l’intervento di Marcello Ranieri (Inaf Roma), mentre il fascino intramontabile della mitologia classica sarà evocato da Paolo Colona, dell’“Accademia delle Stelle” di Roma, attraverso gli “Elementi astronomici e naturalistici nel mito di Apollo, Coronide e il Corvo”. Subito dopo, Alberto Cora, Luca Zangrilli e Guido Cossard (Inaf Torino) faranno luce con il loro intervento su “Il mistero della Pleiade perduta”.
Dal pur vasto ambito del Mediterraneo, il convegno spazierà fino all’America meridionale con Isabella Leone e J. Nicolás Balb (Siac), che illustreranno “Gli Ushnu nelle culture andine. Orientamento cardinalizio e astronomico delle piattaforme cerimoniali Inca nelle Ande dell’Argentina”, prima di approdare in Sicilia e concentrarsi su “I menhir di Cerami nel megalitismo mediterraneo” con Alberto Scuderi (Gruppi Archeologici d’Italia) e Ferdinando Maurici (Soprintendenza del Mare). Ilaria Cristofaro, dell’Università “Luigi Vanvitelli” della Campania, proporrà alcune “Riflessioni preliminari sull’orientamento dei templi di Cuma”, mentre l’archeologa Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano (Osservatorio Astronomico Genova) prenderanno in esame “L’orientamento astronomico del Mausoleo di Romolo nella Villa di Massenzio a Roma”. L’ultima relazione della mattina sarà quello di Flavio Carnevale e Marzia Monaco (Università di Roma “La Sapienza”) su “Il complesso nuragico di Romanzesu (Bitti, NU): analisi archeometrica delle strutture circolari”, frutto della collaborazione con Società Astronomica Turritana e Aristeo.
I lavori riprenderanno di pomeriggio alle 15:30 con la sessione tematica legata alle ricerche svolte in Sardegna, con l’intento di continuare a offrire, attraverso gli aggiornamenti sulle ricerche in corso, un’opportunità di dialogo in ambito internazionale.
Il primo intervento “Comunicare il sacro. Riflessioni sul culto in età nuragica”, vedrà al tavolo dei relatori Gianfranca Salis (Sabap di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna). Simonetta Castia (Circolo culturale Aristeo) e Michele Forteleoni (Società Astronomica Turritana) che parleranno de “Il santuario di Janna ’e Pruna (Irgoli). Analisi e confronti”, mentre Luca Doro (Università di Sassari) illustrerà gli studi condotti su “Il complesso archeologico di Monte Baranta (Olmedo)”. L’archeologa Paola Basoli, insieme a Michele Forteleoni e Simonetta Castia, chiuderà il convegno con un intervento dal titolo “Allineamenti astronomici nell’area cultuale di Sos Nurattolos (Alà dei Sardi). Possibili conclusioni”.