Un canto di speranza, una storia di tutti i giorni e un “bator trobojadu”. Mancano pochi giorni al grande appuntamento con il Premio Ozieri, ma già da ora l’omonima associazione che ne organizza le edizioni ha reso noti i vincitori delle tre sezioni del concorso: “Poesia” (dedicata ad Antonio Sanna, colui che presiedette la giuria dopo Domenico Masia e Cicitu Masala), “Prosa” (dedicata allo storico segretario Tonino Ledda che nel 1956 fondò il Premio) e “Tra poesia e càntigu” (intitolata a tiu Antoni Cubeddu che nel 1896 diede vita alla gara poetica sul palco).
La manifestazione tanto attesa è prevista per il 23 novembre: come di consueto si svolgerà nel teatro civico “Oriana Fallaci” e, come prassi degli ultimi anni, potrà anche essere vista in diretta YouTube da qualsiasi latitudine: un modo, questo, per raggiungere i tanti sardi sparsi nel mondo e per mantenerli legati alla loro letteratura.
Ed è su quel palcoscenico che gli autori leggeranno i componimenti scelti dalla giuria presieduta dal Prof. Dino Manca, insieme al docente di Filologia della letteratura italiana all’Università di Sassari anche i componenti Cristiano Becciu, Antonio Canalis, Duilio Caocci, Clara Farina, Attilio Mastino, Riccardo Mura, Giambernardo Piroddi, Simone Pisano, Gabriele Tanda, Salvatore Tola. Marco Fenudi segretario.
Uno dei premiati, però, non potrà esserci fisicamente: il vincitore della sezione “Tra poesia e càntigu” è infatti il compianto Salvatore Murgia, il poeta pastore di Macomer custode dei segreti della scrittura e dell’oralità poetica sarda.
«Salvatore Murgia – affermano Manca e i suoi – ci ha lasciato proprio qualche giorno prima della riunione della giuria del premio. Senza alcuna esitazione, avevamo già pensato di attribuire il primo premio all’eleganza e alla perfezione formale di questa bella poesia. Chi ha conosciuto Salvatore Murgia non può non ricordare la sua saggezza e la sua generosità. Lo si vede bene anche in questo suo “bator trobojadu”». La sua poesia fitta di versi retrogados è infatti una risposta a «su bellu trintasete» del suo amico Bannantoni Busio.
Sul podio della stessa sezione anche Dante Erriu con una “cantzoni a torrada” e Andrea Columbano con un “trintases” in gallurese (un indovinello la cui soluzione sta nel secondo fiore), rispettivamente primo e terzo lo scorso anno.
Primo nella sezione “Poesia” è invece Antonello Isoni con “Tarra di ghèrra e di branu”, quaranta versi di metro differente carichi di speranza dove a volte sembra di scorgere la Palestina, altre volte la Sardegna. In seconda e terza posizione Giovanni Piga (“Che puzones chen’alas, fizos in sa gherra”) e Luca Meledina (“(al)Litera(scione) a Deus”).
La sezione “Prosa” vede invece primeggiare Domenico Battaglia con “Tra Infernu e Paradisu”. Subito dopo troviamo Giuseppe Tirotto (“La rocca”) e Giancarlo Secci (“Sa mata de sugraxa”).
Quattro i premi speciali che vanno a all’economista Luigi Guiso, al Coro Ilune di Dorgali, all’educatore Lorenzo Braina e all’etnomusicologo Bustianu Pilosu.
«Questo è stato e questo è il Premio Ozieri – afferma il presidente dell’Aps Vittorio Ledda – che in questi anni non è “invecchiato”, ma è maturato, percorrendo a volte strade irte di ostacoli, accogliendo consigli e procedendo spedito, prefiggendosi sempre nuovi obiettivi che conta di raggiungere nel prossimo futuro».