Sulle rotte delle antiche e moderne migrazioni di popoli con “Sabir / viaggio mediterraneo”, la nuova creazione del coreografo italo-africano Mvula Sungani, che firma ideazione e regia dello spettacolo ispirato alle storie delle donne e degli uomini costretti a lasciare la loro patria, in fuga da guerre e carestie, miseria e persecuzioni, disposti ad affrontare l’ignoto per inseguire il sogno di una vita migliore, dove l’artista mette idealmente a confronto «l’Italia di oggi, meta di immigrazioni e di speranze, come le drammatiche cronache quotidiane ci riportano, e quella del primo ‘900, quando a partire… erano proprio gli italiani».
“Sabir” – con un titolo che rimanda alla lingua franca dei porti del “mare nostrum” in uso tra l’XI e il XIX secolo, una sorta di “esperanto” che permetteva a genti di diversa provenienza, mercanti, marinai e schiavi, di comunicare tra loro – è una raffinata partitura per corpi in movimento, sulla colonna sonora elaborata e eseguita dal vivo dal compositore e polistrumentista Ermanno Petringa, tra brani originali, musiche popolari e echi mediterranei: un immaginifico e suggestivo racconto per quadri, di forte impatto visivo ed emozionale, tra astratte geometrie e simboli arcani, accanto a danze tradizionali, sensuali abbracci e misteriosi riti.
In tournée nell’Isola sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Danza organizzata dal CeDAC | Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, “Sabir / viaggio mediterraneo” debutta in prima regionale martedì 9 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari, per approdare mercoledì 10 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, giovedì 11 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, venerdì 12 gennaio alle 21 al Teatro Centrale di Carbonia e infine sabato 13 gennaio alle 20:30 (fuori abbonamento) al Teatro Massimo di Cagliari: un’opera avvincente per affrontare attraverso il linguaggio evocativo e metaforico dell’arte un tema delicato e complesso, di stringente attualità, come il fenomeno degli esodi contemporanei.
Il flusso di persone in arrivo ai confini del mondo occidentale, attratte dal miraggio del benessere e della ricchezza, spesso sulla spinta dei conflitti in corso in numerose regioni del pianeta, come delle catastrofi ambientali, rappresenta una questione cruciale con la quale fare i conti, tra considerazioni squisitamente “economiche” e politiche a fronte di una più umana sensibilità e di un sentimento di solidarietà: la scelta di arginare le ondate migratorie, oltre a peggiorare la situazione per una moltitudine di “clandestini”, produce effetti collaterali come naufragi e tragedie del mare, che si aggiungono agli orrori della prigionia per coloro che vengono sorpresi e fermati lungo il tragitto o ormai in procinto di prendere il mare.
“Sabir” racconta in chiave onirica e fantastica quell’ipotetico “viaggio mediterraneo” che conduce all’incontro e al dialogo tra popoli e culture, tra gli involucri trasparenti e leggeri simbolo di una (ri)nascita e le variazioni cromatiche sulle sfumature della terra e del paesaggio, che esaltano le forme plastiche e quasi scultoree e le esplosioni di energia: sotto i riflettori l’étoile Emanuela Bianchini (che firma le coreografie insieme con Mvula Sungani) con il primo ballerino Damiano Grifoni e i solisti della Mvula Sungani Physical Dance – Adele Falcone, Beatrice De Santis, Marta Todini, Ester Grandi e Mario Consolazio – per una narrazione senza parole, emblematica e suggestiva, affidata alla grammatica dei corpi e alla forza espressiva dei gesti, in un alternarsi di intensi pas de deux e animate scene “corali”, memorie ancestrali e anticipazioni di futuro. Un’intrigante alchimia tra musica e danza, nell’intrecciarsi di timbriche di strumenti tradizionali e sonorità elettroniche, segni ieratici e sensuali amplessi, per uno spettacolo visionario in cui affiorano le tracce – tra iconografie pittoriche e scultoree – delle molteplici civiltà fiorite sulle coste del Mar Mediterraneo.
Mvula Sungani costruisce una trama simbolica, con la cifra inconfondibile della physical dance, per suggerire una riflessione sulle straordinarie potenzialità e opportunità di crescita e arricchimento reciproco che scaturiscono dall’integrazione e dall’interazione tra i popoli: «…con le sue grandi differenze culturali millenarie, partendo dall’antica Roma, in cui vivevano genti provenienti da tutto l’impero, passando per le dominazioni che si sono susseguite fino alla nascita della nazione, e arrivando alle immigrazioni dei nostri giorni – sottolinea il coreografo romano, con radici africane e sarde – l’Italia ha sublimato le diversità costituendo un grande patrimonio artistico-culturale unico al mondo».
“Sabir” combina spunti autobiografici e storici, allegorici e poetici, per restituire l’immagine di una “nuova” umanità: i protagonisti sono donne e uomini i cui destini si incrociano, nel passato come nel presente e nel futuro, nel segno dell’apertura e dell’ascolto, dell’attrazione e del desiderio di conoscenza, ciascuno con la propria individualità e personalità, che si fondono nella catarsi coreutica in una coreografia elegante e coinvolgente, con la vivacità e la capacità espressiva della danza contemporanea.