Un convegno per fare il punto su scoperte e programmi del Medioevo del Sud Sardegna e una mostra per raccontare lo straordinario patrimonio storico-archeologico che lo caratterizza. Al via domani a Sardara un mese intenso, con gli edifici fortificati della “Rete dei Castelli” che si mettono in vetrina, rievocando gli antichi fasti e riproponendosi per un ruolo da protagonisti, sebbene con una nuova veste.
Prosegue così l’impegno dei cinque Comuni della Marmilla e del Sarcidano, subregioni attigue e quindi culturalmente omogenee che nel 2017 hanno intrapreso un percorso comune per la valorizzazione dei castelli ubicati nei propri territori: Sanluri (capofila), Laconi, Las Plassas, Sardara e Villamar vantano apprezzabili fortilizi dell’epoca medioevale. Dalla “Rete dei Castelli” è nato poi il relativo Festival, programmato con cadenza annuale.
A settembre la rassegna 2023 fa tappa a Sardara. Primo appuntamento il convegno pianificato per domani, giovedì 7 settembre, alle 18:30 in piazza Mercato, alla presenza di diversi esperti medievalisti, pronti a raccontare ed approfondire peculiarità, punti di forza e nuove scoperte delle strutture fortificate isolane. E sarà anche l’occasione per svelare il progetto studiato appositamente dalla Rete dei Castelli per la valorizzazione degli edifici di pregio ubicati tra Marmilla e Sarcidano.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Sardara Giorgio Zucca e di Alberto Urpi, Primo Cittadino di Sanluri, Comune capofila del progetto, interverranno Monica Stochino, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Cagliari e per le Province di Oristano e Sud Sardegna, Donatella Fiorino, docente dell’Università di Cagliari nonché Presidente della sezione Sardegna dell’istituto Italiano dei Castelli, Iva Schena, anche lei professoressa dell’ateneo del capoluogo isolano, e Luciano Gallinari, ricercatore presso l’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del CNR. Presenta e conduce l’incontro il Direttore del Festival dei Castelli Giorgio Murru.
Il convegno sarà anche l’occasione per inaugurare la mostra dedicata ai Castelli della Rete, che dopo la prima prestigiosa esposizione a Cagliari, nelle suggestive sale del Castello di San Michele, alla cui apertura in occasione di Sa Die de sa Sardigna partecipò anche il Presidente della Regione Christian Solinas, fa quindi tappa a Sardara.
La mostra “Castelli medievali di Sardegna. Un progetto tra Marmilla e Sarcidano” è un’esposizione in immagini, per ripercorrere il tempo a ritroso, attraversando i secoli, e per accendere i riflettori sulla storia, e sulle storie, dell’Isola. Cinque fotografi hanno messo a disposizione i loro obiettivi per raccontare, attraverso i loro occhi, la straordinarietà di questi gioielli storico-archeologici. Nelle immagini di Gianni Alvito (scatti aerei con il drone), Nicola Castangia (Las Plassas), Giaime Meloni (Sardara), Roberto Priamo Sechi (Laconi) e Daniela Zedda (Sanluri) una narrazione inedita che ha come filo conduttore la sensibilità e l’armonia comune.
Il percorso espositivo sarà visitabile per un mese ogni giorno, escluso il lunedì: da giovedì 7 settembre a domenica 8 ottobre, con orario di apertura 10:00-13:00 e 16:00-20:00.
“Siamo lieti di ospitare a Sardara il Festival, con questa bellissima mostra che rende onore ai castelli dei nostri territori e contribuisce quindi al percorso di valorizzazione intrapreso ormai da 6 anni con gli altri Comuni della Rete – commenta Giorgio Zucca, Sindaco di Sardara -. Il Castello di Monreale ha indubbiamente una storia prestigiosa che merita assolutamente un adeguato riconoscimento. Il tempo ha logorato le strutture ma l’obiettivo è quello di intervenire per renderlo fruibile e mostrarlo quindi a visitatori e turisti. L’esposizione permetterà di raccontarne la bellezza e il convegno programmato sarà l’occasione per parlare della necessità di una ristrutturazione, capendo anche cosa può fare la politica. Sarà quindi un mese di fermento culturale a Sardara, che già domani troverà terreno fertile grazie all’allestimento di un accampamento medievale con il contributo dei figuranti di Sanluri”.