La letteratura pulp statunitense dei primi decenni del Novecento continua a esercitare un fascino inquietante e magnetico. Con l’antologia “La figlia del diavolo e altri racconti weird”, Black Dog Edizioni ci regala una selezione di racconti che attraversano i confini del fantastico, spaziando dall’horror alla fantascienza, passando per l’inquietante territorio del weird. Un volume che racchiude la potenza immaginifica di Robert E. Howard e di autori meno noti come Russell Gray, Robert Leslie Bellem, Stanley G. Weinbaum ed Helen Weinbaum, accompagnati dalle illustrazioni suggestive di Beatrice Rocca e dalla cura grafica di Mauro Rancan.
La raccolta si apre con due racconti del celebre Robert E. Howard, autore conosciuto soprattutto per il personaggio di Conan il Barbaro. In “La Pietra Nera”, Howard abbandona le atmosfere epiche per addentrarsi in un mondo dominato da un orrore arcano, dove il confine tra realtà e incubo si dissolve in un crescendo di tensione. “L’anello infestato”, invece, ci trascina in una spirale di angoscia soprannaturale, dimostrando ancora una volta la maestria dell’autore nel creare ambientazioni disturbanti e cariche di mistero.
Con “Fidanzati per la figlia del diavolo” di Russell Gray, il lettore si trova immerso in un racconto weird dalle sfumature noir. Qui, la morbosità si insinua nei dettagli, trasformando una vicenda che potrebbe sembrare ordinaria in una discesa negli abissi più torbidi della psiche umana. Un’atmosfera da precursore degli slasher moderni, dove la tensione è alimentata dalla continua sensazione di pericolo imminente.
Il contributo dei fratelli Stanley G. Weinbaum ed Helen Weinbaum, “Marea Lunare”, rappresenta un punto di svolta nella raccolta. Questo racconto ci trasporta su Ganimede, in un universo che mescola la fantascienza classica alla spy-story. Helen Weinbaum, sviluppando un’idea abbozzata dal fratello, dimostra una sensibilità narrativa capace di esplorare le dinamiche umane in un contesto alieno. Il risultato è una storia originale che sorprende per la sua modernità e per la precisione scientifica.
A chiudere il volume troviamo “Sangue per il vampiro” di Robert Leslie Bellem, un racconto che reinterpreta il mito del vampiro adattandolo al Midwest americano. Qui, la figura del succhiasangue si discosta dai canoni tradizionali, diventando una minaccia reale e tangibile che si insinua nel quotidiano. L’ambientazione rurale accentua il senso di isolamento e vulnerabilità, rendendo la narrazione particolarmente efficace.
Questa antologia rappresenta un viaggio affascinante e inquietante nella narrativa pulp. Il filo conduttore del weird, declinato in modi diversi, unisce racconti che, pur appartenendo a generi differenti, condividono la capacità di catturare il lettore e trascinarlo in mondi sconosciuti e perturbanti.
La presenza di autori come Robert E. Howard è certamente un richiamo forte, ma il vero valore del volume risiede nella riscoperta di penne meno note, che dimostrano una creatività e un talento narrativo straordinari. La varietà delle tematiche e degli stili rende questa raccolta un’esperienza ricca e sorprendente.
Personalmente, ho apprezzato la cura editoriale che traspare sia nelle traduzioni di Filippo Genta e Marcello Figoni, sia nel progetto grafico di Mauro Rancan. Le illustrazioni di Beatrice Rocca, poi, aggiungono un ulteriore livello di immersione, catturando visivamente le atmosfere cupe e surreali dei racconti.
In un’epoca in cui il pulp è spesso relegato al ruolo di “letteratura minore”, opere come questa ci ricordano la sua capacità di esplorare le paure più profonde e i desideri più reconditi dell’animo umano.
Personalmente, ho trovato che la lettura di questo volume abbia evocato sensazioni contrastanti, tra il fascino di un’epoca letteraria ricca di sperimentazioni e il disturbante realismo che permea ogni racconto. L’accompagnamento musicale della colonna sonora di “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski, un capolavoro del genere demoniaco, ha contribuito a intensificare l’atmosfera di inquietudine che pervade queste pagine. Un viaggio affascinante che, pur radicato nel passato, offre spunti di riflessione ancora validi per il lettore contemporaneo.