Nato nel 1975 dalla penna dello sceneggiatore Dough Moench con la collaborazione del disegnatore Don Perlin, il fumetto “Moon Knight” approda nel Marvel Cinematic Universe -il franchise di film e serie prodotti dai Marvel Studios– con la miniserie omonima in 6 puntate, che debutta proprio oggi sulla piattaforma Disney Plus e vede come protagonista Oscar Isaac.
Supereroe in bilico tra bene e male, nei comics Marc Spector, questo il vero nome del Cavaliere della Luna, si presenta ai lettori come un personaggio con molti punti in comune con il Batman della DC Comics; è un miliardario con più di un’identità ed è assistito da un abile maggiordomo, ma, contrariamente a Bruce Wayne, ha dovuto lottare per ottenere il suo status sociale privilegiato: figlio di un rabbino che negli anni ’30 ha lasciato l’Europa per sfuggire all’Olocausto, Marc si arruola nei Marines e viene poi reclutato dalla CIA, dove lavora insieme a suo fratello Randall.
In famiglia, come spesso succede nel mondo dei supereroi, si compie il dramma che scatena la nascita di Moon Knight: dopo il tradimento di Randall, infatti, Marc lavora come mercenario in Nord Africa e accumula un patrimonio immenso, che gli permette di tornare in America come multimilionario, non prima di aver incrociato la sua strada con un’ambigua divinità egizia, il dio Khonshu, che gli salva la vita entrando nel suo corpo e donandogli un grandissimo potere, influenzato dalla Luna.
Nasce così, questo supereroe dalle identità multiple che somma i tratti del soldato, della spia e del detective con quelli soprannaturali di un dio antico, dotato di poteri oscuri e dedito alla vendetta; Marc Spector, assecondando le differenti sfaccettature del suo Io, impersona differenti ruoli, ma questa alternanza, questo gioco delle personalità, lo fa sprofondare in una condizione patologica, di dissociazione e schizofrenia. Tra le varie identità di Marc Spector, la miniserie, ideata dallo sceneggiatore e produttore Jeremy Slater (The Umbrella Academy), si concentra su quella di Steven Grant, impiegato in un negozio di souvenir sull’orlo di una pesantissima crisi, causata da continui vuoti di memoria e visioni di vite che non gli appartengono; il disturbo dissociativo dell’identità lo porta gradualmente a scoprire -o ricordare- la storia di Marc Spector e il suo ruolo di Cavaliere della Luna, minacciato da pericolosi nemici che stanno stringendo il cerchio intorno a lui: Arthur Harrow, interpretato da Ethan Hawke, è un fanatico religioso fedele al dio Ammit, che tenta di convincere Moon Knight ad abbracciare il proprio “lato oscuro”, mentre Anton Mogart/Midnight Man, impersonato dal talentuoso Gaspard Ulliel (tragicamente morto in un incidente sciistico lo scorso gennaio) rappresenta uno dei nemici storici del Cavaliere, dedito per lo più al furto di opere d’arte e antichi manufatti.


Oscar Isaac, nelle interviste rilasciate in fase promozionale, ha dichiarato di aver trovato molto stimolante il lavoro fatto sul ruolo “multiplo” di Marc Spector/ Steven Grant: “Steven non si rende conto di avere un lato comico e paradossale, non ne è consapevole; (…) Marc, invece, è una sorta di oscuro vigilante, che nasconde dentro di sé un piccolo uomo dal bizzarro accento inglese, Steven”.
Per rendere i dialoghi con le diverse personalità di Moon Knight più agevoli per Isaac, la produzione ha assunto il fratello dell’attore Michael Hernández, che in diverse scene ha interpretato i suoi alter ego; lo showrunner Jeremy Slater, d’altra parte, ha lavorato sul materiale del fumetto adattandolo sia alle raffinate capacità attoriali di Oscar Isaac, sia allo stile dei Marvel Studios, che negli anni sono stati abilissimi a mescolare action, dramma e commedia: se nei comics, infatti, Steven Grant è un serioso imprenditore di successo, che ricalca nelle caratteristiche il Bruce Wayne di Batman, nella miniserie il personaggio è un semplice, mite impiegato, vessato dal bullismo psicologico di una collega. Non solo, dunque, un grande lavoro su accenti differenti -Steven Grant parla con una perfetta cadenza da gentleman inglese-, ma anche una sfida interpretativa che ha permesso all’attore, tra i produttori della serie, di giocare e divertirsi con il suo personaggio, riuscendo al contempo a portare in primo piano il tema della salute e dell’equilibrio mentale, particolarmente sentito nella società post pandemia.
Completano il cast F. Murray Abraham, voce del dio Khonshu, e May Calamawy, attrice egiziano-palestinese che interpreta Layla El-Faouly, personaggio legato sentimentalmente al protagonista;
la serie, girata per lo più tra Ungheria e Giordania, vanta alla scenografia l’italiana Stefania Cella, collaboratrice di Paolo Sorrentino e vincitrice del David di Donatello per “La Grande Bellezza”.
La colonna sonora della serie è firmata dal compositore egiziano Hesham Nazih, noto soprattutto per la capacità di interpretare le melodie tradizionali del proprio paese alla luce della musica contemporanea; lo spettacolare trailer che ha accompagnato la promozione di “Moon Knight” ha invece il ritmo di “Day ‘n’ Nite”, brano famosissimo del cantante alternative hip hop Kid Cudi: lo scorso anno questo pezzo del 2008 ha avuto su TikTok una nuova ondata di successo grazie a una challenge, che giocava sulla scoperta di alcuni segreti legati alla personalità dei partecipanti.
“Giorno e notte / Mi giro e mi rigiro, continuo a tormentarmi la mente / Cerco la pace ma vedo che non riesco a raggiungere / Quello che mi serve per far continuare questo stupido gioco a cui partecipiamo”: dalla scena hip hop statunitense ai TikToker di tutto il mondo, per arrivare a un oscuro supereroe dei fumetti, i versi della canzone non sembrano scritti proprio per il Cavaliere della Luna, alla ricerca della propria identità perduta?