Il fenomeno dilagante della criminalità giovanile desta sempre più preoccupazione. I fatti di cronaca che vedono come protagonisti gli adolescenti sono ormai all’ordine del giorno in tutta Italia e raccontano di un’escalation senza precedenti, fatta di atti di bullismo, cyberbullismo e aggressioni ad opera di baby gang, che sta assumendo il carattere di una vera e propria emergenza.
Anche in Sardegna, dopo i dati preoccupanti diffusi da un’indagine Eurispes, in base ai quali un ragazzino su cinque ha dichiarato di aver subito atti di vessazione da parte dei cosiddetti bulli digitali, si sta diffondendo un bullismo 2.0 che sta portando diversi adolescenti a riprodurre nella realtà quanto vivono e sperimentano nel mondo virtuale, tenendo comportamenti violenti e arrivando alla formazione di pericolose baby gang già entrate in azione, come risulta da diversi episodi di cronaca di cui si sono rese protagoniste a Cagliari, Nuoro e Sassari.
Di fronte ad un simile scenario, un’importante risposta innovativa sta arrivando proprio dallo stesso mondo digitale da dove questi eventi hanno origine nella maggior parte dei casi. Si tratta del progetto di un’applicazione per computer e smartphone denominata BullyBuster, letteralmente acchiappa bulli, che sarà in grado di segnalare atti di violenza e soprusi commessi per strada, a scuola e in altri luoghi chiusi.
Tra gli ideatori, in stretta cooperazione con gli specialisti in ambito tecnologico, informatico, giuridico e psicologico degli atenei di Bari, Foggia e Napoli “Federico II”, c’è l’Università di Cagliari. Il team è guidato dall’ingegner Gian Luca Marcialis che, intervistato dall’Ansa, ha spiegato: “Il progetto consiste in un avanzato programma basato sull’intelligenza artificiale. Esso è in grado di registrare se in una piazza, una via o una stanza, oppure durante una comunicazione sui social o sul cellulare, si stiano compiendo azioni prepotenti e violente, minacce o ingiurie. Lo stiamo progettando pensando a famiglie, studenti, scuole e forze dell’ordine”.

All’iniziativa collaborerà anche la polizia postale per i casi di cyberbullismo, mettendo mezzi ed esperienza a disposizione degli sviluppatori dell’app. Questo programma può allertare infatti anche le forze dell’ordine, se è necessario. Inoltre, grazie al supporto informatico, prevede la creazione di una mappa online su cui annotare in tempo reale le segnalazioni e richiedere interventi contro gli episodi di bullismo.
Il progetto tiene conto di diversi fattori: i contesti e i modi in cui il fenomeno si manifesta, le reazioni più frequenti dei ragazzi colpiti e, infine, l’ambiente familiare e sociale dei giovani che si rendono autori di azioni aggressive. Un’equipe di psicologi delineerà poi i comportamenti dei bulli per individuare le azioni da intraprendere, lo scopo dell’app sarà infatti quello di scongiurare e sconfiggere le azioni di bullismo e cyberbullismo prima ancora che queste possano degenerare in comportamenti violenti, sia a livello psicologico che fisico. Attraverso l’analisi teorico-pratica di testi, video e atteggiamenti tattili sarà anche possibile, grazie ad un algoritmo, raccogliere numerose informazioni che consentiranno di individuare i comportamenti aggressivi e di fornire, nel rispetto della legge, delle prove importanti ai fini delle indagini giudiziarie.
Questo software, che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha scelto di finanziare già dal 2019 come Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), anche in virtù delle richieste avanzate da famiglie, scuole e istituzioni, è stato già testato nell’Isola dal Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “B.R. Motzo” di Quartu Sant’Elena che, grazie al numero e alla qualità delle attività innovative promosse, è stata l’unica istituzione scolastica scelta in Sardegna per supportare e consentire di verificare la validità dei prodotti della ricerca.
Proprio nel mese di ottobre, il progetto è stato inoltre presentato al Maker Faire Rome 2022, la manifestazione che da 10 anni accende i riflettori sulle eccellenze in campo tecnologico e innovativo, dando ampio spazio agli atenei italiani ed internazionali. L’applicazione BullyBuster si colloca perfettamente in questo contesto, avendo l’obiettivo di mettere a disposizione il primo strumento concreto e all’avanguardia per combattere il bullismo nel nostro Paese.