«Conoscevo Gavinuccio da oltre trent’anni, e per alcuni versi è stato determinante per ciò che io stesso sono poi stato nel tempo, sia a livello musicale che per il rapporto che ho poi avuto con la musica, i gruppi con cui ho suonato, le organizzazioni-associazioni di cui ho fatto parte.»
(Antonio Maciocco)
Ci sono molte cose a indicare quale vuoto umano e artistico abbia lasciato Gavinuccio Canu, dal festival di tre giorni “Non si podet iscantzellare: sezzidi e asculta” alla nascita di un’associazione culturale a suo nome. Oggi parleremo dell’operazione musicale portata avanti da Antonio Maciocco/Modern Beat Experience.
Antonio Maciocco è un musicista di Sassari, classe 1973, con un passato di militanza artistica in diverse formazioni della scena locale (Capside e MacAndtheBee giusto per citarne due) oltre a essere un punto di riferimento per l’associazionismo culturale con il collettivo Officine Musicali. Il rapporto di Antonio con Gavinuccio arriva da lontano: «Esattamente venti anni fa Gavinuccio convinse me e Nanni (Campus, attualmente nei Quadernidalcarcere, ndr), che in quel momento stavamo chiudendo un progetto di musica elettronica, gli A58, a rimetterci a suonare e presentarci al tributo a Ian Curtis. In quell’occasione conoscemmo Felice (Carta, attualmente bassista nei La Plonge, ndr), che entrò al basso e alle tastiere in pianta stabile nella band, e da quel momento suonammo un po’ ovunque, trasformando di fatto gli A58 in una sorta di laboratorio musicale, teatrale, organizzativo, di produzione musicale, ecc. In un certo senso quello era il preludio di altre associazioni nate man mano».
Recentemente Antonio ha pubblicato sui suoi canali social una serie di cover reinterpretate da lui come personale omaggio al musicista scomparso: “Disamistade” di Fabrizio De André, “Curami” dei CCCP, “Pioggia di luce” dei Litfiba e “Tempio (C’è un’isola nell’isola)” degli Atro – la band di Gavinuccio. La scelta dei brani è tutt’altro che casuale. «Molti anni fa- ci racconta Antonio – Gavinuccio mi chiese di suonare la tromba in qualche brano degli Atro, la sua storica band, quindi direi che era anche un obbligo soddisfare la sua richiesta, ma a me piace pensare a dei progetti che abbiamo un respiro più ampio. Pensando a ciò che era recentemente accaduto a Gavinuccio, e partendo da una canzone in particolare, “Tempio (c’è un’isola nell’isola)”, ho pensato di delineare una sorta di percorso che desse anche uno spiraglio di speranza; perché secondo me tutti noi siamo sempre alla ricerca spasmodica della nostra libertà personale, del nostro riscatto, che sia reale o fittizio, e lo facciamo anche quando le condizioni contingenti in realtà sono del tutto sfavorevoli».
Ecco allora “Disamistade” diventare il ritratto di una condizione di inimicizia che fa quasi da prigione; “Curami” diventa lo sfondo per la straziante sequenza finale di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”; “Pioggia di Luce” è la rappresentazione plastica di una libertà effimera e “Tempio” l’immagine della resistenza e al contempo della fuga dalla propria condizione. Ma il percorso è arrivato appena oltre la metà: mancano ancora tre canzoni che saranno pubblicate fra settembre e novembre. Antonio reinterpreterà “I Matti” di Francesco De Gregori insieme a Mauro Cossiga e altri due brani di cui volutamente dice poco e in modo sibillino: «in uno ci troviamo ad avere una persona che per soddisfare le esigenze del potere dovrà interpretare lo stesso ruolo che ha avuto suo padre precedentemente; mentre l’ultimo è un inno alla libertà, un po’ urlata, un po’ alla Steve McQueen».
Modern Beat Experience è la nuova pelle di Antonio Maciocco. Un progetto nato durante il lockdown e che nella forma e nel concetto riprende l’idea del collettivo: il primo album a firma MbE nasca dalla condivisione dell’esperienza musicale con una fitta schiera di nomi del panorama locale (Quadernidalcarcere, Giuseppe Cappio, Gigetto Carta, lo stesso Gavinuccio Canu e tanti altri). L’esigenza di condurre questo nuovo progetto verso una forma live ha portato con sé alcune necessità. «È nata l’idea di allestire delle serate che potenzialmente possono trasformarsi da una volta all’altra: inserendo il tutto in un dj-set elastico che si possa plasmare in base alle esigenze del momento, mescolando brani selezionati a brani suonati e cantati dal vivo […] il tutto espresso in un flusso musicale senza soluzione di continuità».