Quando la musica jazz e, in generale, le varie espressioni artistiche della Sardegna e delle altre isole del Mediterraneo si incontrano, possono fondersi e dare vita a qualcosa di unico e originale, capace di varcare i confini isolani, oltrepassare il mare e conquistare il resto dell’Italia e dell’Europa.
È questa l’idea che ha ispirato e guidato il trombettista sardo Paolo Fresu. Il direttore artistico dell’Associazione culturale Time in Jazz – il cui omonimo Festival internazionale giunge quest’anno alla sua 36esima edizione -, ha infatti fondato a Berchidda, comune già sede dell’Associazione, un centro di produzione di musica jazz e di creatività artistica, Insulae Lab.
Insieme al Centro Adriatico Produzione Musica Ets di Pescara, al We-Start – Piemonte Orientale Music, al Centro Produzione Musica di Roma e alla Toscana Produzione Musica Ets, Insulae Lab rappresenta uno dei 5 centri di produzione di musica jazz esistenti nella penisola; di fatto, l’unico della Sardegna e del sud Italia e il primo delle isole del Mediterraneo, come a rappresentare il nodo di una rete che le unisce.
Grazie ai finanziamenti del FUS (Fondo unico per lo spettacolo), della Regione Sardegna e della Fondazione di Sardegna, finalmente anche nell’Isola la filiera di creazione, produzione e realizzazione della musica jazz e il suo intreccio con le altre arti, acquista la rilevanza che merita e diviene un’importante vetrina per i talenti locali e non solo.
Questo progetto sperimentale, partito già lo scorso anno e per il quale è prevista una durata triennale, fino dunque al 2024, ha l’ambizione di avere significative ricadute sul mercato del lavoro e sull’economia del territorio.
Con l’obiettivo di maturare ogni anno più di mille giornate lavorative e almeno 60 concerti in programma (tra prodotti e ospitati) non solo a Berchidda e in altri comuni sardi, ma anche nei teatri di Roma, Pescara, Novara, Firenze, Catania, Malta, Cipro, Corsica, Isole Baleari, e molti altri, il laboratorio può infatti rappresentare un’interessante occasione occupazionale per chi gravita attorno al mondo della musica e dello spettacolo, settore fortemente in crisi.
Ma è in particolare a Berchidda, piccolo borgo del Monteacuto che gli ha dato i natali, che Paolo Fresu vuole restituire bellezza e cultura, conferendole un ruolo centrale e provando a contrastarne lo spopolamento. L’idea è quella di cercare di coinvolgere le persone che vengono da fuori, specialmente durante la stagione estiva quando il comune si anima anche grazie al Festival, facendogli assaporare la realtà del paese, fatta di un ritmo lento, di botteghe artigianali, del rispetto della natura, di cibo e vini a km 0, la stessa che vivono i musicisti quando arrivano in loco e che li porta a diventare parte della comunità oltre che dell’Associazione.


L’arte in tutte le sue sfaccettature resta comunque il filo conduttore. Con i progetti ideati dal centro di produzione sardo e con quelli che vengono ospitati, si cerca di dare spazio a nuovi giovani talenti che non si conoscono tra loro, che provengono da diversi territori, ma che insieme possono trovare la giusta sinergia. Il segreto è quello di mettere in risalto le somiglianze dal punto di vista artistico, innanzitutto tra le due isole maggiori, la Sardegna e la Sicilia, per realizzare poi delle contaminazioni, non solo tra la musica jazz e altri generi, come la musica elettronica o il blues, ma anche con altre forme d’arte, quali la letteratura, la danza e la street art, senza dimenticare gli omaggi a maestri del calibro di Maria Lai, Pinuccio Sciola, Costantino Nivola.
È da una dimensione locale come quella di Insulae Lab che i musicisti e tutti gli artisti partecipanti possono poi guardare con ambizione al di là dei propri confini, cercare di espandersi e calcare i palchi di tutta Europa, con la consapevolezza che è la commistione tra suoni, melodie e tradizioni di più territori a creare la magia.