Da alcuni anni, ormai, la programmazione autunnale di genere horror targata Netflix è impreziosita dalle perturbanti narrazioni dello sceneggiatore e regista statunitense Mike Flanagan, che dopo aver diretto alcuni capitoli della saga “Oculus” (2005 e 2013) e “Ouija – L’origine del male” (2016) ha espresso la sua migliore cifra stilistica nella serialità, con “The Haunting of Hill House” (2018), libero adattamento del romanzo omonimo di Shirley Jackson (1959), e “The Haunting of Bly Manor” (2020), tratto dal racconto “The Turn of the Screw” – “Il giro di vite” (1898) di Henry James.
Nel 2021 è la volta di “Midnight Mass”, serie premiata da un grande successo di pubblico e di critica, basata su un’idea originale dello stesso Flanagan; il regista -classe 1978 e originario, forse non casualmente, della cittadina di Salem in Massachusetts, dimostra così di attraversare di volta in volta il genere horror con rinnovata originalità, pur mantenendo una firma ben riconoscibile, caratterizzata da una profondità narrativa a cui si accompagnano sempre soluzioni visive eleganti -scenografia e fotografia- e, al tempo stesso, spettacolari nella loro capacità di turbare gli spettatori.
A partire da oggi è disponibile su Netflix “The Midnight Club”, serie per cui Flanagan, insieme allo sceneggiatore Leah Fong suo collaboratore abituale, si ispira all’omonimo romanzo di Christopher Pike, scrittore statunitense autore di numerosi bestseller etichettati, in modo decisamente riduttivo, “young adult”: “Il Club di Mezzanotte”, pubblicato nel 1994, racconta la storia di un gruppo di adolescenti ospiti della clinica Brightcliffe, un hospice che accoglie dei malati terminali dall’aspettativa di vita decisamente breve; i giovani residenti, per esorcizzare la paura della morte, si affidano al rito senza tempo di “raccontare storie” e decidono di riunirsi ogni notte allo scoccare della mezzanotte nella biblioteca della clinica, davanti al caminetto acceso, proprio per condividere delle “ghost stories”, racconti di fantasmi che allontanino il terrore per la loro condizione personale, molto concreto e tangibile.
Di notte in notte, l’atto del raccontare si trasforma in una sfida alla morte e ragazze e ragazzi decidono di suggellare un patto, al tempo stesso terribile e liberatorio: il primo dei componenti del Club di Mezzanotte che morirà, tornerà dai compagni, darà loro un segno, una rivelazione su ciò che li aspetta. Quando il lutto, infine, colpisce il Club, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottiglia e i protagonisti finiscono per sperimentare una spaventosa sovrapposizione fra diverse dimensioni di esistenza.
Mike Flanagan ha dichiarato di essere stato fin da adolescente un lettore dei romanzi di Christopher Pike e di aver maturato nel tempo il desiderio di lavorare su un adattamento della sua opera; su Vanity Fair, il regista ha svelato il contenuto del messaggio con cui ha contattato lo scrittore per avviare una collaborazione: “Non sono sicuro che avrei intrapreso la stessa carriera, se non mi fossi innamorato della narrativa horror fin da ragazzo, ed è stato tutto merito del tuo lavoro. Ho realizzato alcuni programmi TV per Netflix e penso che potrebbero conquistare un pubblico di giovani adolescenti, nel caso fossi interessato”; nonostante questa “dichiarazione d’amore” da vero fan, Pike si è detto inizialmente molto scettico in merito a un adattamento del suo romanzo, salvo poi venire conquistato dalla potenza narrativa e stilistica dei lavori di Flanagan e entrare a far parte del team di produzione dello show.
Nelle interviste promozionali, Pike ha inoltre rivelato che la trama di “The Midnight Club” si ispira all’amicizia epistolare instaurata dall’autore con una giovane lettrice, malata terminale, che insieme ad alcuni compagni d’ospedale aveva creato un club di lettura allo scopo di parlare dei suoi romanzi; ovviamente il club si riuniva ogni notte a mezzanotte, proprio nella biblioteca della clinica in cui i giovani lettori erano ricoverati.




Il cast della serie vede nei ruoli degli 8 personaggi principali -gli appartenenti al Club- un gruppo di giovani attori semi esordienti: Iman Benson, Adia, Igby Rigney, Ruth Codd, Aya Furukawa, Annarah Cymone, William Chris Sumpter e Sauriyan Sapkota; tra i protagonisti spiccano in ruoli ricorrenti anche due interpreti ricorrenti nelle precedenti produzioni firmate da Mike Flanagan, ovvero Zach Gilford e Samantha Sloyan. Certamente gli appassionati di genere fanta-horror riconosceranno nel cast della serie due guest star: Heather Langenkamp, protagonista del primo, mitico film della saga dedicata a Freddy Krueger “Nightmare – Dal profondo della notte” di Wes Craven (1984), nel ruolo della dottoressa a capo della clinica Brightcliffe, e William B. Davis, il celebre “Uomo che fuma” della serie X-Files.
Netflix ha deciso, così come per le precedenti opere di Flanagan, di rilasciare l’intera serie -10 episodi di circa un’ora ciascuno- in un’unica soluzione; non è una scelta casuale, perché il ritmo narrativo di questi show ben si presta a un “binge watching” che celebri l’imminente spooky season -la stagione spaventosa- di Halloween. Nonostante la nuova serie di Mike Flanagan sia appena uscita, già sono trapelati sul web alcuni dettagli relativi al suo prossimo progetto, un adattamento del racconto di Edgar Allan Poe “La caduta della Casa Usher” (1839): non resta che rassegnarsi, i fantasmi, a quanto pare, sono più vivi che mai.