Si è svolto nella mattina del 3 ottobre a Cagliari il VII Convegno Internazionale di Studi su Emilio Lussu; si tratta di un appuntamento ormai consolidato, inserito nel calendario del Festival dedicato al grande intellettuale originario di Armungia e giunto quest’anno alla decima edizione, con l’organizzazione dell’associazione culturale L’Alambicco.
“Emilio Lussu: cinquant’anni di lotta per la democrazia, il socialismo e l’emancipazione dei popoli”: questo il titolo del convegno, coordinato da Gian Giacomo Ortu: “I temi scelti dai relatori sono di grande attualità” ha raccontato Ortu, “Si è approfondito il pensiero di Lussu relativamente alle questioni internazionali del suo tempo, con delle riflessioni che possono essere utili anche oggi, per interpretare la complessità del presente. Si è posta poi l’attenzione sulle traduzioni e recensioni delle opere di Lussu in altri paesi, Spagna e Argentina in particolare; infine, è stata indagata l’interpretazione lussiana della crisi dello stato liberale, anche in considerazione del rapporto con il costituzionalista Silvio Trentin”.
Nell’ottica di rivitalizzare gli studi su Emilio Lussu, sono stati coinvolti come relatori del convegno, nella maggior parte dei casi per la prima volta, dei giovani storici e studiosi, tutti sardi, con la sola eccezione di Luìsa Marinho Antunes, professoressa di Letterature comparate all’Università di Madeira, che ormai da anni ha aperto una finestra di approfondimento dedicata a Emilio Lussu nei paesi lusofoni.
Christian Rossi ha focalizzato il suo intervento sulla voce critica e lungimirante di Lussu relativamente alle scelte di politica internazionale dell’Italia nel secondo dopoguerra; il paese si ritrovò infatti chiamato a compiere una scelta fondamentale per il proprio futuro, aderire al blocco occidentale accanto agli Stati Uniti o affiancarsi ai movimenti socialisti e comunisti. Carlo Perelli ha sviluppato ulteriormente l’argomento, partendo dallo schieramento neutralista di Lussu riguardo l’adesione al Patto Atlantico, per arrivare alla riflessione sulla presenza di basi militari e poligoni della NATO in Sardegna. Valeria Deplano ha proposto un’analisi dell’operato di Lussu come deputato dell’Assemblea Costituente e Senatore della Repubblica nell’ottica dei profondi cambiamenti geopolitici dell’epoca, con il sistema colonialista imposto dall’Europa in fase di declino e il consolidarsi dell’egemonia statunitense.
Stefano Rovelli ha focalizzato il suo intervento sul tema della crisi dello Stato liberale, vissuta da Lussu negli anni della formazione e dell’esilio antifascista, e del suo superamento; come membro dell’Assemblea Costituente, Lussu contribuì all’affermazione dello Stato costituzionale e democratico europeo e il suo pensiero rappresenta senza dubbio un cardine irrinunciabile per la riflessione costituzionale contemporanea. Alberto Cabboi ha proposto un’analisi dell’esperienza del Partito d’Azione, il cui rapido esaurirsi fu il risultato di cause complesse, ben oltre lo scontro tra il socialismo antitotalitario di Lussu e il progressismo liberal-democratico di La Malfa, e fu piuttosto da ascriversi al crollo del progetto per la radicale trasformazione dello Stato che caratterizzava il partito.
Nel suo intervento, Roberto Ibba ha trattato le riflessioni di Lussu relativamente alla questione agraria, legata al tema dell’autonomia e al riscatto delle masse contadine, espresse attraverso gli scritti editi, gli appunti del Fondo Lussu presso l’Archivio di Stato di Cagliari e i discorsi parlamentari. Luìsa Marinho Antunes si è concentrata sul ruolo centrale della comunità nel pensiero lussiano: se, da una parte, Lussu difende l’autonomia e l’affermazione personale dell’uomo, dall’altra promuove il rapporto con la comunità come essenziale per la realizzazione della felicità sociale.
Daniele Mannu ha analizzato le traduzioni delle opere di Lussu in castigliano, soffermandosi sulle caratteristiche linguistiche e sugli aspetti socio-culturali che le contraddistinguono; non sono state trascurate le traduzioni più recenti, che lasciano supporre l’esistenza di una traduzione in lingua spagnola di “La catena” e “Marcia su Roma e dintorni”. Infine, Andrea Serra ha analizzato il rapporto tra Lussu e il marxismo, riconosciuto come tappa fondamentale nell’esperienza di lotta politica e tuttavia caratterizzato da alcuni elementi di contrasto, relativamente alla teoria dello Stato, la cultura democratica, il concetto di “dovere”.
Gli argomenti trattati nel corso del convegno, così come accaduto negli anni precedenti, saranno ampliati e approfonditi nel volume degli Atti, mentre sono in uscita il prossimo novembre per Franco Angeli Editore gli Atti del Convegno realizzato nel 2023, “Emilio Lussu storia, memoria e narrazione. L’esperienza narrativa nella corrispondenza con Gaetano Salvemini”, a cura di Alberto Cabboi e Gian Giacomo Ortu.