L’inquinamento è una delle cose peggiori che alla terra potesse mai capitare. Un meteorite che si dirige verso la Terra a 70 km/s (chilometri al secondo) con il conseguente impatto distruttivo, è dieci volte meno peggiore dell’inquinamento.
Esso si forma in tanti modi: tra i più chiacchierati abbiamo l’inquinamento atmosferico per via dell’aumento delle emissioni di CO2, ma anche e soprattutto l’inquinamento da plastiche.
La plastica è un vero e proprio cancro per la Terra: danneggia l’ambiente, è a lungo termine tossico, distrugge la fauna (avete presente le tartarughe incastrate negli imballaggi di plastica o con delle cannucce incastrate nelle vie respiratorie?) e ci mette davvero, davvero tanto tempo a deteriorarsi.
In Sardegna il problema plastica ci ha ovviamente colpiti, e non possiamo dire di essere tutti immuni dalla brutta abitudine di gettare i rifiuti dove non dovremmo. Ed è per questo motivo che abbiamo coste piene di rifiuti, tra cui troviamo anche altre forme di rifiuti problematici, quali rifiuti tossici, eternit sotterrato tra i campi per ovviare il problema dei costi di smaltimento, auto abbandonate a se stesse nelle periferie, sacchi di indifferenziata che galleggiano nei canali che attraversano le zone rurali della nostra isola e via dicendo.
Il rifiuto predominante, però, è sempre lo stesso: la plastica. La plastica come ha invaso il mondo sta invadendo la Sardegna, e le zone meno popolate da turisti sono da sempre il bersaglio principale degli incivili.
C’è un’associazione, made in Italy, che definisce il rapporto tra uomo e plastica un totale fallimento e ha deciso di dare una ripulita allo stivale e le sue isole circondarti, tra cui la Sardegna.
La nuovissima associazione di volontariato Plastic Free Odv Onlus, nata nel 2019, si occupa della raccolta di rifiuti dal territorio italiano, arruolando tramite dei progetti dei volontari che ripuliscono completamente i luoghi contaminati dai rifiuti.
Con più di 900 referenti in tutta Italia, è una delle associazioni più importanti in questo campo.
L’associazione ha a disposizione più obiettivi: il progetto scuola, che mira alla sensibilizzazione degli studenti, dalle elementari alle superiori, attraverso programmi formativi e azioni pratiche per percepire l’importanza del benessere della Terra, e rendere gli ambienti scolastici totalmente plastic free attraverso l’installazione di depuratori d’acqua affinché gli 8 milioni di studenti italiani riempiano le proprie borracce e acquistino meno bottigliette di plastica;
Un altro grande progetto è l’adozione virtuale delle tartarughe, che sarà utile per i centri specializzati ad acquistare specifici medicinali e relativo cibo per i rettili in questione.
Troviamo inoltre il plastic free walking, che organizza delle vere e proprie escursioni a caccia di plastica e rifiuti; il plastic free diving (immersione subacquea in apnea) che permette la pulizia dai mari direttamente dall’interno.
Tra tutti il predominante è il progetto delle raccolte Plastic Free, che ha riunito 50.000 volontari nella bonifica del territorio italiano, tra cui quello sardo.
Il progetto si articola in diversi incontri per raccogliere i rifiuti, dando nuova vita ai territori contaminati. In Sardegna questo progetto è molto apprezzato, tant’è che ad ogni riunione centinaia di volontari partecipano alla raccolta dei rifiuti. I luoghi visitati vanno da nord a sud: Olbia, La Maddalena, Caprera, per poi andare verso il centro nell’Oristanese, e da poco Nuoro si è unita al progetto. Tra i volontari vengono spesso inclusi anche studenti, in relazione ai progetti dell’associazione con le scuole.
Scaturisce un grande senso di orgoglio e fierezza nei volti dei volontari che seguono il progetto, recandosi di luogo in luogo e assicurandosi che ogni plastica venga tolta via dal suolo. Gli eventi sono molteplici e si può partecipare anche senza iscriversi all’associazione: basta mettere la partecipazione all’evento su Facebook organizzato da Plastic Free Sardegna e presentarsi sul luogo di intervento armati di abbigliamento comodo e guanti idonei alla raccolta. Tutto il resto viene fornito dall’associazione, che torna sempre a casa con un bel po’ di plastica da smaltire.