Ogni popolo ha un giorno da ricordare e festeggiare, un giorno che ha segnato un punto, la svolta che lo ha portato ad essere ciò che è oggi. Per il popolo sardo, questo giorno ricorre proprio il 28 aprile.
In Sardegna il 28 aprile si festeggia “Sa die de sa Sardigna”. Per capire i motivi di questa importante giornata bisogna tornare indietro nel tempo di ben 227 anni.
Era il 1794 e il Regno di Sardegna si trovava già dal 1720, dopo la fine della Guerra di successione spagnola, sotto il governo dei Savoia. Tra il 1792 e il 1793 la Francia, per contrastare l’Inghilterra nel Mediterraneo Occidentale, decise di attaccare la Sardegna per occuparla militarmente e generare una ribellione dei sardi contro i piemontesi. Anche se il governo piemontese fu colto di sorpresa da quell’attacco, gli aristocratici e il clero sardo, per evitare le conseguenze politiche di una possibile vittoria francese in Sardegna, riuscirono a finanziare e ad organizzare la resistenza, creando un esercito popolare che riuscì sia a respingere il tentativo dei francesi di sbarcare sulle spiagge di Quartu Sant’Elena, sia quello di occupare l’Isola de La Maddalena da parte dell’allora giovanissimo Napoleone Bonaparte.
Nonostante la vittoria, nell’Isola iniziò a diffondersi il malcontento a causa dell’inadeguatezza del personale piemontese. Questo portò il popolo sardo a chiedere al governo sabaudo una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia. Il Vicerè Balbiano che governava l’Isola, tuttavia, invece di riconoscere ai sardi il merito di aver preservato il controllo piemontese sull’Isola, accogliendo le loro legittime richieste, fece arrestare due capi del partito dei patrioti, gli avvocati Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor, entrambi di Cagliari. Era il 28 aprile del 1794, a Cagliari, Sassari e Alghero si scatenarono i moti insurrezionali, definiti i “Vespri Sardi”, durante i quali i piemontesi furono cacciati da Cagliari e costretti a imbarcarsi per lasciare la Sardegna.
Quel giorno è passato alla storia come “Sa dì de s’acciappa”, “il giorno della cattura”, in cui si animò la rivolta patriottica di tutto il popolo sardo contro la dominazione di un re straniero.
In un passato molto più recente, il Consiglio Regionale della Sardegna ha deciso di ricordare questo evento storico istituendo, con la legge regionale n. 44 del 14 settembre del 1993, una giornata di festa per celebrare Sa die de sa Sardigna, definendola la “Giornata del popolo sardo”.
Una ricorrenza che anche quest’anno, in piena pandemia e con la Sardegna assoggettata a misure di contenimento del virus molto restrittive, essendo ormai l’unica regione d’Italia in zona rossa, verrà celebrata in tono sicuramente minore rispetto agli eventi che fino al 2019 venivano organizzati in tutta l’Isola.
Salvatore Cubeddu, il Presidente del Comitato per la festa di Sa die de sa Sardigna, ha voluto lasciare un messaggio per questa giornata importante, invitando i sardi a decorare con la bandiera della Sardegna gli edifici delle case e a diffondere il messaggio attraverso i profili social, in modo da festeggiare insieme, almeno virtualmente: “Come l’anno scorso celebreremo la festa del Popolo sardo, “Sa die de sa Sardigna 2021”, chiusi nelle nostre case. L’insurrezione cagliaritana del 28 aprile 1794, ancora oggi viva nella memoria collettiva, sta alla base di “Sa die de sa Sardigna”, la Giornata del Popolo Sardo che si celebra tutti gli anni, proprio il 28 aprile, e che anche il Comitato celebra nell’Aula del presente Parlamento sardo”. (…) “Il popolo sardo deve ritrovare uno spirito unitario e solidale, per superare le difficoltà attuali e intraprendere con fiducia un cammino di ripresa e sviluppo economico per conquistare migliori condizioni di vita. Come la bandiera con i Quattro Mori, prima bandiera del Regno di Sardegna, in seguito bandiera di partito, è diventata la bandiera di tutti i Sardi, così auspichiamo – afferma il presidente – che tutti i Sardi si riconoscano parte di un unico popolo e, soprattutto in questa occasione, insieme ricordino e cantino il proprio inno nazionale, “Procurade ‘e moderare, barones sa tirannia…”. Le figure e i disegni della nostra bandiera possono decorare gli edifici delle nostre case e illuminare i nostri cuori”.