Mesoplodonte di Sowerby (Mesoplodon bidens)
La scoperta è avvenuta nel luglio del 2012 nell’ambito del progetto di ricerca “Cetacei pelagici dei mari della Sardegna: una biorisorsa prioritaria” coordinato dalla Dott.ssa Renata Manconi del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio (DIPNET) dell’Università di Sassari e oggetto della tesi di dottorato del Dr. Luca Bittau (Scuola di Dottorato in Scienze della Natura e delle sue Risorse).
Il primo avvistamento di un mesoplodonte vivo per le acque italiane è avvenuto nel 2012 nel Mar Tirreno centrale, al largo della costa nord-orientale della Sardegna (Canyon di Caprera), durante le attività di campionamento del gruppo cetacei del DIPNET.
Gli zifidi (odontoceti: cetacei con denti) detti comunemente “balene dal becco” (beaked whales) per la tipica forma del muso, sono tra i cetacei meno conosciuti e vengono considerati “specie criptiche”, al punto che alcuni di essi non sono mai stati osservati vivi, ma studiati esclusivamente sulla base di esemplari spiaggiati. Rispetto ai pur elusivi zifi, i misteriosi mesoplodonti hanno dimensioni simili (4-6 m) ma si distinguono per il rostro più lungo e due soli denti presenti ai margini laterali della mandibola. Alcune specie vivono in Atlantico, prediligendo acque fredde.
L’inaspettato incontro con il mesoplodonte è avvenuto durante l’attività di ricerca in collaborazione con aziende di whale watching. Mattia Leone e Gabriele Costa (studenti di Scienze Naturali) e Paolo Curto (fotografo) insieme ai ricercatori hanno potuto raccogliere dati su un evento rarissimo, dal momento che le segnalazioni ufficiali di mesoplodonte nella storia del Mediterraneo sono 4, di cui 3 ascrivibili ad esemplari morti nel corso di eventi di spiaggiamento.
L’avvistamento del mesoplodonte nei mari sardi è un importante risultato per studenti e ricercatori del DIPNET (Manconi, Bittau, Gilioli) e per l’Università di Sassari, perché premia anni di lavoro e raccolta dati su altre 7 specie di cetacei. La verifica delle ipotesi sperimentali conferma l’importanza a livello nazionale ed internazionale della ricerca di base e applicata delle Università sarde, mirata alla valorizzazione sostenibile e conservazione della biodiversità e delle biorisorse marine della Sardegna. I risultati preliminari dello studio del DIPNET sono stati presentati al 26° Congresso dell’European Cetacean Society (ECS, Irlanda, marzo 2012) (LINK).
Fonte: andreanieddu.blogspot.com
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Emanuela Ricci (1)
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