Da diversi giorni, in Italia, giornali, tv e siti di informazione raccomandano ai cittadini di non consumare, e possibilmente riportare nei punti vendita per la sostituzione o il rimborso, determinati prodotti alimentari, per non correre il rischio di contrarre un’infezione: la listeriosi.
Ad accendere i riflettori su questo pericolo è stato il richiamo dal mercato per rischio microbiologico di alcuni lotti di wurstel di pollo dell’azienda Tre Valli, a cui è seguito quello di due lotti di tramezzini del marchio Allegri Sapori. A finire sotto la lente di ingrandimento è stato poi un lotto di pancakes al cioccolato dell’azienda francese Bernard Jarnoux Crepier, venduti anche nei supermercati italiani. L’ultimo sospetto, in ordine di tempo, riguarda un lotto di gorgonzola dolce Dop, a marchio Pascoli Italiani, venduto da Eurospin.
Quello in corso non è il primo allarme. Già nel 2018 alcuni prodotti surgelati erano stati coinvolti in diversi casi di listeriosi nell’Unione Europea, e la preoccupazione nel nostro Paese è diventata ancora più seria dopo la notizia, negli ultimi mesi, di almeno 4 decessi, l’ultimo avvenuto proprio il 7 ottobre quando, un uomo di 75 anni di Campobasso, è deceduto all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo essere stato ricoverato in rianimazione per aver mangiato della ricotta. Complessivamente, dal 2020 in Italia sono stati registrati una settantina di casi.
Che cos’è la listeriosi? Appartenente alle tossinfezioni alimentari, la listeriosi è l’infezione provocata dal batterio Listeria monocytogenes, si tratta dunque di una malattia che si contrae ingerendo cibo contaminato. Questo batterio, infatti, si trova comunemente nell’acqua e nel terreno, perciò può facilmente contaminare sia le verdure che gli animali, senza che questi mostrino in apparenza sintomi. Per scatenare l’infezione è sufficiente una piccola quantità, cento cellule batteriche per grammo di cibo.
I cibi pericolosi. Il Listeria monocytogenes può nascondersi in molti alimenti che consumiamo quotidianamente. Secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, i cibi associati maggiormente alla listeriosi sono carne, pesce e verdure crude, cibi pronti (come hot dog), pesce affumicato, insalate preconfezionate, carni fredde tipiche delle gastronomie, latticini (come formaggi molli e burro) e latte non pastorizzato, dal momento che la pastorizzazione è un trattamento termico che ha un’azione battericida.
I soggetti più a rischio. Le persone più esposte all’infezione sono anziani, neonati e persone che presentano un sistema immunitario compromesso da malattie quali diabete, AIDS e patologie tumorali. Particolarmente a rischio risultano anche le donne in gravidanza, la listeriosi può infatti causare un aborto spontaneo, un’infezione del feto o un parto prematuro.
Sintomi, diagnosi e trattamenti. Nella maggior parte delle persone sane la listeriosi generalmente non provoca sintomi. Nel caso invece in cui questi compaiano, la sintomatologia si presenta simile a quella di altre malattie provocate da alimenti contaminati: febbre, nausea, diarrea e dolori muscolari. Nei casi più gravi, qualora il batterio passi dall’intestino al sangue fino a diffondersi al sistema nervoso, può causare encefaliti, meningiti e forme acute di sepsi, determinando sintomi neurologici quali emicrania, confusione, irrigidimento del collo e perdita dell’equilibrio, anche ad un mese e fino a tre mesi di distanza dall’ingestione dell’alimento infetto. In tali circostanze la prognosi potrebbe essere purtroppo infausta. In ogni caso, la diagnosi di questa malattia può avvenire attraverso l’analisi del sangue o l’analisi del liquido spinale.
Per quanto riguarda il trattamento dell’infezione, dal momento che è di origine batterica la cura è rappresentata da una terapia antibiotica, sia per gli adulti che per i bambini. Gli antibiotici somministrati precocemente a donne incinte possono, inoltre, prevenire la trasmissione della malattia al feto.
Come si previene la listeriosi? Per ridurre il rischio di contrarre la listeriosi, la prevenzione è fondamentale. Per questo motivo è importante prestare attenzione alle corrette modalità di conservazione, preparazione e consumo degli alimenti, secondo quanto indicato nell’etichetta presente sulla confezione.
Innanzitutto, occorre lavare molto bene la frutta e la verdura crude prima del consumo. I cibi che derivano da animali vanno cotti completamente, il batterio Listeria muore in cottura a temperature maggiori di 65 °C ma è capace di contaminare i cibi anche dopo la cottura, ecco perché è necessario separarli da quelli crudi. È molto importante, inoltre, consumare gli alimenti deperibili velocemente e non oltre la data di scadenza.
Ulteriori consigli pratici per mangiare in sicurezza sono contenuti anche in un vademecum pubblicato dal Ministero della salute, Direzione generale della sicurezza degli alimenti e la nutrizione, che raccomanda di lavarsi spesso le mani durante la preparazione dei cibi e di pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono in contatto con gli alimenti, in particolare frigoriferi, utensili, piccoli elettrodomestici, strofinacci e spugnette.
Il Ministero ricorda poi quanto sia fondamentale cuocere gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore, non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumare cotti e non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente, rispettando la temperatura di conservazione riportata nella confezione.
Oltre alla prevenzione, come per tutte le malattie di origine alimentare anche l’infezione da listeria deve essere immediatamente segnalata alle unità sanitarie locali di appartenenza. Solo ritirando i cibi infetti dal mercato e disponendo le dovute indagini sarà infatti possibile proteggere gli altri consumatori.