Dopo diversi rinvii, dal 14 gennaio scatterà finalmente in Italia il divieto per i prodotti in plastica monouso. A stabilirlo è il decreto legislativo 196/21 che attua la direttiva 904 della Comunità europea del 2019, la cosiddetta SUP (Single Use Plastic), che prende di mira tutti i prodotti realizzati in plastica usa e getta con l’obiettivo di arrestare l’inquinamento causato dai rifiuti che stanno asfissiando i mari. Gli Stati avrebbero dovuto adattarsi entro il 3 luglio 2021, ma in Italia l’attuazione è stata pianificata solo per gennaio. Con un po’ di ritardo sta per iniziare anche nel nostro Paese una importante rivoluzione green.
Ma quali sono i prodotti messi al bando? Il decreto si applica ai prodotti in plastica monouso (quelli realizzati interamente o parzialmente in plastica, a eccezione dei prodotti realizzati in polimeri naturali non modificati chimicamente), ai prodotti in plastica oxo-degradabile (materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica) e agli attrezzi da pesca che contengono plastica. L’elenco degli oggetti banditi dagli scaffali di negozi e supermercati è lungo, tra i prodotti vietati troviamo: forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e piatti in plastica, agitatori per bevande, cannucce, aste per palloncini, bastoncini cotonati, tazze, bicchieri e contenitori per alimenti in polistirene espanso con i relativi coperchi e tappi. Anche tutto il packaging alimentare, come i contenitori per la carne o quelli dei fast food, non potranno più essere di plastica oxo-degradabile, ma dovranno essere prodotti con la carta o con la plastica biodegradabile al 100%.
In breve, il decreto si propone di limitare il consumo di tutti quei materiali che ostacolano la transizione energetica, che causano l’inquinamento dei nostri mari e che ormai finiscono per contaminare anche i cibi che ingeriamo. Uno degli obiettivi della battaglia contro la plastica è la salvaguardia dei mari. L’Unione Europea, infatti, mira a ridurre del 50% entro il 2030 i rifiuti di plastica nei nostri oceani e del 30% le microplastiche. Tra i prodotti messi al bando rientrano anche gli attrezzi da pesca che contengono plastica proprio per impedire che le varie componenti della canna realizzate in questo materiale inquinante vengano disperse e danneggino la fauna marina.
Il divieto di vendita non sarà applicato a quei prodotti composti al 100% di plastica biodegradabile e a quelli in plastica lavabile, che quindi possono essere riutilizzati e non si configurano come “usa e getta”. Inoltre, fino al primo gennaio del 2024 sarà possibile mettere in vendita tutti i prodotti monouso biodegradabili e compostabili, costituiti da una percentuale di materie prime rinnovabili uguale o superiore al 40%. A partire dal primo gennaio 2022 la materia prima rinnovabile dovrà salire almeno al 60%. I supermercati e i negozi potranno comunque continuare a vendere i prodotti presenti in magazzino fino all’esaurimento delle scorte.
Ma quali sanzioni sono previste per chi continuerà a vendere prodotti in plastica usa e getta? Il provvedimento prevede sanzioni amministrative che vanno da 2.500 a 25mila euro per coloro che vendono i prodotti proibiti, inclusi i ristoranti e i bar. Precisa, inoltre, che la stessa multa sarà applicata anche nei casi di immissione sul mercato o messa a disposizione di prodotti con caratteristiche differenti da quelle indicate dalla norma o privi dei requisiti di marcatura. La sanzione pecuniaria salirà fino al doppio nel caso di immissione di una quantità di prodotti dal valore superiore al 10% del fatturato di chi non rispetta la norma. Nessuna multa è invece prevista per i consumatori.
Per incentivare l’utilizzo di prodotti riutilizzabili e realizzati in materiali biodegradabili o compostabili, fino al 2024 verrà riconosciuto alle imprese un credito di imposta di tre milioni di euro l’anno.