Il primo mese dell’estate meteorologica, giugno, si è concluso con dati allarmanti sia sul fronte della siccità che su quello delle temperature.
La prima metà del 2022 è stata segnata da temperature più elevate della norma e da una sconcertante carenza di pioggia, con gli effetti drammatici che vediamo in queste settimane. Caldo record per alcune città, notti tropicali e una mancanza di acqua che sta assumendo proporzioni sempre più gravi.
Secondo i dati esclusivi elaborati dal meteorologo Meteo Expert Simone Abelli, come ci si poteva aspettare, il mese di giugno 2022 si chiude con un pesante deficit pluviometrico (-43%) e con un’anomalia estrema della temperatura media (+3.3°C). Si tratta del 6° mese di giugno fra i più siccitosi e il 2° giugno più caldo dopo quello del 2003 che svetta ancora 0.6°C più in alto.
Con questi risultati, il mese di giugno non solo riporta il valore medio della temperatura da inizio anno fra i più elevati (+1.1°C di anomalia), ma mantiene il primato dal punto di vista della siccità: infatti, i primi sei mesi del 2022 sono i più siccitosi della serie storica con uno scarto pari a -43%, che equivale a circa 40 miliardi di metri cubi di acqua in meno rispetto alla media, notevolmente più ampio del -31% osservato nei primi semestri del 2003 e del 2000 che passano al 2° posto.
Intanto la conta dei danni, come conferma Coldiretti, sale a 3 miliardi di euro “con autobotti e razionamenti, il Po in secca peggio che a Ferragosto, i laghi svuotati e i campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo. Il mare che entra nel Po facendo avanzare nelle aree interne il cuneo salino, minaccia il 30% dell’agroalimentare Made in Italy prodotto nel bacino della Pianura Padana e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana”.