Terra pullulante di vegetazione e fresche acque, abitata da una fauna selvatica con vivaci pernici, cinghiali e beccacce. Sito nella subregione del Gerrei, il paese di Armungia (SU) si sveglia ogni giorno conscio della ricchezza naturale che custodisce e che corre di pari passo con un’essenziale memoria storico-culturale. Artigianato, vicissitudini politiche, tradizione e archeologia si fondono infatti nel Sistema Museale di Armungia, da tempo impegnato proprio nella salvaguardia e valorizzazione di un importante patrimonio.
Ubicato all’interno dell’abitato, il Sistema Museale di Armungia nasce dalla sinergia tra diversi luoghi storico-culturali che danno vita a una sorta di museo diffuso, ossia presente capillarmente nel territorio. Malgrado l’eterogeneità, ogni sito risulta essere parte di un itinerario assai particolare, avente come punto di partenza l’omonimo nuraghe presente nel paese. Risalente a un periodo compreso tra XV e XIV secolo a.C., il nuraghe Armungia figura come un caso particolare poiché costituisce uno dei pochi esemplari isolani collocati in un’area abitata. A questa notevole centralità si accompagna una struttura monotorre – ossia formata da un unico corpo centrale – dotata di spazio interno circolare con diametro di oltre 5 metri. Sempre internamente sono inoltre presenti un corridoio d’accesso e dalla parte opposta due celle, una delle quali fungeva come cisterna d’acqua.
Un’architettura nuragica di forte essenza storica e vicina a un altro luogo altrettanto importante per la conoscenza del Gerrei, ossia il museo etnografico “Sa Domu de is Ainas” (“Casa degli attrezzi da lavoro”). Occupante la sede del vecchio municipio, l’eloquente nome si lega ad un’esposizione di circa 600 pezzi che documenta il panorama agro-pastorale del Sarrabus-Gerrei. Articolato in diverse aree, il percorso museale non solo comprende le cosiddette case minime, – 3 dimore in pietra sedi degli archivi multimediali – ma ospita anche 2 sale con abiti, gioielli tradizionali e strumenti da lavoro femminili. A chiudere vi sono poi la cosiddetta “Sala dell’agricoltura” e la “Sala dell’artigianato” relativa all’attività de “su ferreri”, ossia il fabbro maniscalco.


Proprio quest’ultima sezione ha un forte legame con la Bottega del Fabbro, terzo polo del suggestivo viaggio nel Sistema Museale armungese. Risalente al XIX secolo d.C. e divenuta laboratorio nel 1928, la struttura si distribuisce su due piani a cui si accede per un cortile che introduce agli ambienti del pianoterra. In passato snodo dell’attività fabbrile, esso ospita ancora oggi la fucina e un telaio ligneo per la ferratura dei buoi, mentre al primo piano è possibile ammirare una corposa documentazione sulla famiglia piemontese Vellini, vecchia proprietaria della casa.
Se fin qui l’itinerario culturale risulta già ricco, con il museo storico “Emilio e Joyce Lussu” il centro armungese aggiunge un ultimo tassello interessante. Collocato nella cosiddetta “casa del segretariato” – edificio storico costruito tra XIX e XX secolo d.C. – lo spazio museale si suddivide in varie sale, narranti le vicende biografiche di una figura chiave dell’antifascismo italiano. Tra le testimonianze presenti spicca il materiale della Sala delle Foto e i documenti dell’Archivio storico multimediale, inserito nel museo nel 2014. Assieme a diverse attestazioni consultabili tramite tavolo interattivo, – come foto, appunti, manoscritti e cartoline – la sala multimediale ospita anche alcune perle storiche, tra cui una lettera scritta al giornalista Piero Gobetti dopo l’uccisione di Giacomo Matteotti e l’ordine di cattura per Lussu dopo l’evasione da Lipari nel 1929.
Il Sistema Museale di Armungia si trova dislocato per il centro abitato, i biglietti di ingresso di tutti i musei sono acquistabili presso la biglietteria del Museo Etnografico “Sa Domu de is Ainas”, in piazza Municipio 2.È possibile fruire dell’accesso singolo, ma anche di quello cumulativo pagando 6,00 euro per l’intero e 4,50 euro per il ridotto; le visite guidate sono incluse nel prezzo del biglietto.
A partire dal mese di aprile fino a giugno tutti i siti saranno aperti il mercoledì dalle 10:00 alle 13:00, il giovedì e venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00, sabato e domenica con orari 9:30-13:00/16:00-20:00. Per prenotazioni ed ulteriori informazioni è possibile chiamare ai numeri 070.9589011 e 338.8994529, oppure scrivere all’indirizzo di posta [email protected].


































