Spesso, i modi di dire risultano assai più efficaci nel comunicare un concetto, ancor più se vengono formulati nella propria lingua o dialetto di appartenenza. A Cagliari, per esempio, per indicare qualcuno che impiega tanto tempo nel realizzare qualcosa si usa dire “Ses peusu de sa fabbrica de Sant’Anna”, ossia “Sei peggio della costruzione di Sant’Anna”. L’origine di tale espressione è legata al periodo di edificazione della chiesa di Sant’Anna, – o collegiata di Sant’Anna –collocata nel quartiere storico di Stampace.
I lavori per la collegiata di Sant’Anna iniziarono nella seconda metà del ‘700, presso un sito occupato in precedenza da un’altra chiesa duecentesca in stile romanico pisano: il fatto è testimoniato anche da un resoconto dell’arcivescovo di Pisa databile al 1263, a seguito di un suo soggiorno a Cagliari.
Smantellata la chiesa antecedente, il 27 maggio 1785 la nuova edificazione venne effettivamente avviata. Il progetto fu ideato da un allievo di Benedetto Alfieri, l’architetto piemontese Giuseppe Viana, e prevedeva la realizzazione di un complesso chiesastico più ampio. Tuttavia, fin dai primi tempi, iniziarono a sorgere difficoltà legate alla mancanza di fondi finanziari; grazie al sostegno economico di diverse figure, tra cui il viceré Carlo Felice, l’edificio venne inaugurato nel 1817, nonostante non fosse ancora stata terminata la sua costruzione. Successivamente, agli inizi del XX secolo, vennero sistemate alcune delle parti mancanti – tra cui un grande organo a trasmissione pneumatica – e realizzati gli apparati decorativi ad opera dell’artista Rodolfo Gambini. I lavori di fabbrica si poterono dire conclusi solo nel 1943,dopo la sistemazione della scalinata e l’aggiunta della torre campanaria destra.
Cionondimeno, le peripezie costruttive non finirono qui: nello stesso 1943, in piena Seconda guerra mondiale, la chiesa venne bombardata, subendo crolli ed ingenti danni agli altari delle cappelle ottocentesche; venne riaperta al culto nel 1951, dopo importanti operazioni di restauro. Conseguentemente a tutta questa serie di eventi, gli stampacini coniarono il modo di dire che oggi conosciamo, proprio per denotare sarcasticamente l’utilizzo di tempi più diluiti nello svolgere una qualsiasi attività.

La chiesa di Sant’Anna è caratterizzata da uno stile barocco piemontese, con una maestosa facciata curvilinea cinta da due torri. La parte centrale, di forma concava, è ripartita in due ordini tramite una cornice aggettante: nella sezione inferiore, due coppie di colonne di ordine ionico contornano l’ingresso all’edificio, sovrastato da un timpano spezzato e parallelo al rosone collocato nella parte superiore. Quest’ultima è resa più sinuosa dalle paraste e dalle volute poste sui lati esterni; leggermente arretrate, svettano le due torri, – solo quella di sinistra è dotata di campana – erette rispettivamente nel 1800 e nel 1938.
Il corpo della chiesa è sormontato da 3 cupole di diversa dimensione e si sviluppa attraverso un unico ambiente longitudinale, suddiviso in presbiterio, transetto ed aula. Partendo dal fondo, il presbiterio è caratterizzato da una pianta rettangolare ed è dotato di un’abside semicircolare. Un gruppo di 8 tribune si affaccia sulla zona dell’altare e sulle cappelle del transetto, soverchiato da un tamburo ottagonale: nel suo braccio destro, è collocato un altare neoclassico in marmo nero, realizzato da Andrea Galassi negli anni ’20 del XIX secolo; sull’altare maggiore invece, quasi a crocevia tra l’area presbiteriale e lo stesso transetto, è ubicata una statua marmorea di Sant’Anna con Maria bambina. Infine, l’aula è costituita da uno spazio ovoidale ed è dominata da una copertura di forma semiellittica. Al suo interno, si aprono 4 cappelle: la prima a sinistra, consacrata al Sacro Cuore di Gesù, presenta un altare in marmi policromi, mentre nella seconda a destra è ancora conservato un crocifisso ligneo del XIV secolo.
Fra le diverse opere pittoriche presenti, la chiesa custodisce il dipinto di Santa Teresa morente – generalmente attribuito alla scuola dei Carracci – e una tela di Giovanni Marghinotti, raffigurante il Redentore tra gli Angeli. Nel 2012, la facciata dell’edificio è stata oggetto di un ulteriore processo di ristrutturazione.
La chiesa di Sant’Anna si trova in via Domenico Azuni a Cagliari, non molto distante dalla chiesa di Sant’Efisio.